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Trevisan, inno alla gioia

Martina Trevisan ha sconfitto Cori Gauff in quella che ha definito "la più bella vittoria" della sua carriera. "Ora vado in campo pensando a me e non alla mia avversaria" ha detto. Ha mantenuto la calma dopo un torto evidente sul punto che l'avrebbe condotta a match point

di | 01 ottobre 2020

Martina Trevisan

Martina Trevisan

Sorride e piange, salta e grida. Dopo il match point di quella che ha definito la vittoria più bella della sua carriera, Martina Trevisan, 26 anni, n.159 del mondo, è il manifesto della gioia. Di quella gioia che travolge perché arriva come un fiammifero acceso a illuminare una stanza buia.

I tre set contro Cori Gauff, n.51, confusa e infelice, piegata amche da 19 doppi falli, si possono leggere come i tre atti di una storia. Della sua storia. Come una lezione: puoi scartare di lato e cadere, ma fai sempre in tempo a riprenderti quello che era tuo. Anche se il destino prova a togliertelo. Anche se un arbitro giudica male un segno e ti toglie il punto del possibile match point.

Gauff, sedici anni e un incontro con Michelle Obama alle spalle, non ruba l'occhio ma vince partite. E' una teenager che ha vinto un titolo WTA e ha tenuto un discorso "alto" per una manifestazione del Black Lives Matter, tra una citazione di Kennedy e la storia esemplare della nonna.

Una stella, come lo era Martina alla sua età. Allora giocava gli Slam junior e vinceva tra le professioniste. Incantava per la facilità del suo tennis da mancina e la naturalezza del dritto, il colpo oggi meno efficace di Gauff.

Ma dietro le luci più forti si celano le ombre più dense. "Non mi sentivo bene, non riuscivo a gestire le pressioni, le aspettative. - spiega Martina - Tutto viaggiava alla velocità della luce e nessuno si accorgeva del mio malessere". Problemi in famiglia hanno fatto il resto, mentre il tennis si trasformava in una terra straniera da cui scappare. 

Non scappa invece dalla partita, il suo 2° turno del Roland Garros 2020, dopo un avvio che avrebbe scoraggiato tante delle sue colleghe: Trevisan vince sette punti nei primi quattro game. Ma rientra in partita, di nuovo felice di esserci e di lottare.

Con questo spirito ha ripreso in mano la racchetta, al Circolo Tennis Pontedera. Quel che un tempo ha chiamato dolore, è soltanto un discorso sospeso. Ricomincia a giocare. Nel 2017 si qualifica per la prima volta in tornei WTA, nel 2019 gioca il primo main draw di un Premier a Charleston e raggiunge il secondo turno. L'anno scorso vince il suo nono titolo ITF a Santa Margherita di Pula e chiude la stagione da numero 153 del mondo, il suo ranking migliore a fine anno.

Nel 2020 debutta in uno Slam all'Australian Open. Scatta qualcosa, cambiano orizzonti, tempo e modi di vedere. Lo spiega bene in conferenza stampa dopo la vittoria. "Ora, in ogni match che gioco, penso al mio tennis, al mio colpo, a come io sto in campo, e non alla mia avversaria. Per questo adesso sono qui" ha ammesso. Qui a festeggiare la seconda vittoria nel torneo, e la terza in carriera nel tabellone principale di un torneo WTA.

Ma dal secondo set, Trevisan riesce a svelare la sedicenne dietro la promessa di campionessa. Si insinua dentro la partita con la stessa naturalezza dei suoi sedici anni e ne prende il controllo. Domina il secondo set, fila via nel terzo fino al nono game. E' avanti 5-3, salva quattro palle break poi gioca una palla corta; Gauff arriva ma il recupero è lungo. Trevisan è a due passi ma non accenna a colpire la palla. Match point. Anzi no. Il giudice di sedia scende, vede il segno e dà la palla buona. 

"Sono sicura che il segno fosse out, credo che potessero vederlo tutti. Io lo vedevo bene e mi sono un po' innervosita" ha detto. Sta già esultando, deve ricominciare tutto da capo. La storia che si ripete, ancora e ancora. L'azzurra perde sette punti dei successivi otto: 5-5. 

Ma c'è un filo che tiene insieme tutte le puntate della storia, e della partita. E quel filo conduce all'happy ending. Gauff commette due doppi falli e due errori nell'ultimo game, saranno 46 i gratuiti contro i 32 dell'azzurra. Avrà tempo per capire davvero la portata della sua vittoria e per preparare la prossima sfida contro la greca Maria Sakkari.

Il tempo non è un gambero, eppure Martina fa di tutto perché lo sembri. "Lavoro ogni giorno per realizzare i miei sogni, e oggi ne ho realizzato uno" ha raccontato. L'inno alla gioia può continuare.

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