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Eventi internazionali

US Open dà l’esempio: toglie ai ricchi per dare ai “poveri”

Lo Slam statunitense ha annunciato un montepremi complessivo record da 57.5 milioni di dollari ma un taglio da oltre un milione ai vincitori. Sale invece a 6 milioni il prize money delle qualificazioni e chi perderà al primo turno del tabellone principale incasserà 75.000 mila dollari

di | 24 agosto 2021

Redistribuzione è la parola. La strada che ormai dovrebbe essere chiara per tutti (anche se non è affatto così) in prospettiva futura per uno sviluppo sostenibile del Pianeta. Si toglie qualcosa ai ricchi, specie ai super-ricchi, per distribuirlo a chi ha meno, specie molto meno.

Interessante che a dare l’esempio siano proprio gli Stati Uniti, con la loro Federazione che organizza gli Us Open, che cominciano oggi con i primi turni dei tornei di qualificazione. Difficile tacciare l’USTA, e gli States in generale, di nuove tendenze comuniste: dunque bisogna cominciare a leggere la nuova scelta come una politica destinata a fare scuola. Guardiamo le cifre.

Nel 2019, ultima edizione pre-Covid, lo Slam americano aveva messo in palio complessivamente 57.338.700 dollari. L’edizione 2021, che torna ad avere il pubblico sugli spalti sale, di poco, ma sale: 57.500.000 dollari (48.993.737,50 euro).

Eclatante invece il taglio del primo premio, quello destinato ai vincitori dei singolari, maschile e femminile, equiparato agli Us Open (primo torneo a parificare uomini e donne) dal 1973: dai 3.850.000 milioni di dollari del 2019 si scende a 2.500.000 milioni. Un milione 350 mila dollari in meno, mica bruscolini.

E conseguentemente calano il premio del finalista (da 1.900.000$ a 1.250.000$), dei due semifinalisti (da 960.000$ a 675.000$), dei 4 quartofinalisti perdenti (da 500.000$ a 425.000$) e degli otto sconfitti al quarto turno (da 280.000$ a 265.000$).

Tagliando i premi di questi 16 giocatori (e giocatrici) USTA risparmia 5.980.000$ (tagli analoghi ma meno eclatanti sono stati decisi anche per il prize-money dei tornei di doppio, dunque il risparmio per questa fascia supera ampiamente i 6 milioni di dollari). Ma dagli ottavi di finale in giù, il montepremi sale, progressivamente: i 16 giocatori che perdono al terzo turno incassano 180.000 dollari anzichè 163.000. Perdendo al secondo turno si prendono 115.000$ (anziché 100.000) e uscendo subito, all’esordio, si torna a casa con un simpatico malloppo di 75.000 dollari (contro i 58.000$ del 2019, un aumento del 23%).

E’ una bella rivoluzione. Anche perché ad alzarsi in modo significativo è anche il montepremi dei tornei di qualificazione, che offriranno in totale quasi 6 milioni di dollari ai 256 partecipanti (uomini e donne), il 66% in più dell’edizione 2019.

"Il 2021 sarà un anno storico per questo grande torneo", ha affermato Stacey Allaster, direttore esecutivo degli US Open. “Abbiamo ridisegnato l’assegnazione per montepremi “turno per turno” alla fine di una discussione aperta con i giocatori e le associazioni che gestiscono i tour professionistici. Applaudiamo la loro leadership collettiva nell’indirizzare la distribuzione dei premi in denaro degli US Open 2021 a beneficio del maggior numero di giocatori possibile".

Parole importanti quelle della dirigente statunitense, che probabilmente faranno scuola: gli US Open sono sempre stati precursori sotto questo aspetto. Il fatto di aver intitolato a Billie Jean King, personaggio simbolo della lotta per l’eguaglianza, l’intero impianto che ospita il torneo la dice lunga in questo senso.

Se la tendenza si affermerà davvero si potrà ampliare il numero di giocatori e giocatrici che si possono davvero considerare professionisti del tennis. Fino ad oggi si parlava di 150 uomini e 100 donne al mondo in grado di guadagnare a fine anno una cifra sufficiente a finanziare la stagione agonistica con un margine di guadagno sufficiente per vivere solo di questo anche in prospettiva (nonostante la longevità di Federer e Serena Williams è logico pensare che un tennista non competa molto oltre i 35 anni).

I costi sono alti se si considera che per il tennis di alto livello non si può prescindere oggi da un team di supporto, più o meno ampio e a tempo pieno, ma comunque indispensabile.

I conti in tasca erano presto fatti e il parametro è sempre stato proprio il premio spettante a chi perdeva al primo turno dei 4 tornei dello Slam. Considerato che al tabellone principale sono ammessi i primi 104 giocatori della classifica mondiale (uomini e donne) si potava facilmente stabilire un base di entrate garantite per chi fosse riuscito a rimanere tra i “Top 104” per tutti e dodici i mesi, moltiplicando quella cifra per 4. Secondo il parametro degli Us Open 2021 si arriverebbe a 300.000 dollari, cifra che permetterebbe di spenderne quasi 100.000 per coach, preparatore fisico e fisioterapista e mettere qualcosa da parte.

Questo “aumento di stipendi” lascia immaginare che la zona di buona stabilità economica si potrebbe dunque presto allargare almeno fino al n.200 ATP e alla n.150 Wta (i montepremi complessivi dei due circuiti non sono ancora parificati) . Una prospettiva che potrebbe aiutare il ricambio generazionale, alimentando i sogni di un numero maggiore di giovani sognatori con racchetta in giro per il mondo.

Sotto questo aspetto le imprese e l’impegno di gente come Djokovic, Federer e Nadal ha avuto un peso di sicuro molto importante. Nell’era della loro dominazione hanno aumentato in modo esponenziale la popolarità del tennis. Al tempo stesso si è arricchito in modo altrettanto esponenziale il loro portafogli: nell’ultimo quindicennio si sono divisi tra loro più di tre quarti della torta. E’ quindi più naturale oggi che un poderoso taglio dei premi per i vincitori passi senza che nessuno batta ciglio: che cosa può significare un milione di dollari in meno per uno che ha già incassato di puri premi 151.870.635 dollari? Nemmeno se ne accorge.

Cambia invece la vita a giocatori come il nostro Lorenzo Giustino, n.237 ATP, o il francese Lestienne, n.248 o al Belga Zizou Bergs, n.200, sapere che dovessero perdere al primo turno delle qualificazioni a New York incasseranno comunque un “rimborso” di 20.000 dollari, che diventerebbero 32.000 se supereranno un turno e 42.000 arrivando allo spareggio decisivo per entrare in tabellone. E questo vale anche per le ragazze.

Significa che un giovane che dovesse avvicinarsi al n.200 del mondo, potendo partecipare alle qualificazioni dei 4 Slam, arriverebbe a incassare tra gli 80.000 e i 100.000 dollari (da tassare). Quel minimo garantito che potrebbe servirgli, al di là dei sogni, a provarci davvero.


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