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US Open, Jabeur perfetta da Wimbledon a New York

La tunisina è ingiocabile per Caroline Garcia che raccoglie solo 4 giochi. Dopo la finale ai Champioships raggiunge anche quella degli Us Open, prima africana della storia a riuscirci. Sfiderà Swiatek in un confronto tra le due grandi protagonsite della stagione

di | 09 settembre 2022

Quando mercoledì Ons Jabeur ha finalmente incontrato a New York il suo idolo Andy Roddick, deve aver avuto in dono da lui qualche ingrediente segreto del fantastico servizio che permis eallo statunitense,  all’inizio del millennio di vincere gli Us Open e diventare n.1 del mondo.

Il gioco di Jabeur è vario, intelligente sul piano tattico, ricco di variazioni, ma nella semifinale degli US Open ha quasi cancellato dal campo Caroline Garcia, con una prestazione al servizio senza precedenti per lei. Il punteggio finale del match parla chiaro: 6-1, 6-3. Il match è durato solo 66 minuti.

Jabeur affronterà ora l n.1 del mondo Iga Swiatek, che ha dovuto lottare tre set per superare Aryna Sabalenka.

Mai così scintillate, Jabeur ha chiuso il match con 8 ace e avendo piazzato ben 21 vincenti. Non ha concesso nemmeno una palla break e ha sfruttato tutte e quattro quelle che si è riuscita a procurare. Un match praticamente perfetto che la prima giocatrice africana capace di arrivare in finale agli Us Open ha celebrato lasciandosi andare, lunga distesa sul campo, dopo la stretta di mano con Garcia.

Davvero una stagione eccezionale per lei: era dal 2019, quando c’era riuscita serena Williams, che nessuna giocatrice si qualificava sia per la finale di Wimbledon che per quella di New York.

"Il servizio oggi è stato fondamentale", ha spiegato Jabeur nella sua intervista in campo. “Lei entra in campo e mette molta pressione sulle mie seconde di servizio. Sono davvero felice che alla fine non mi abbia breakkato: sarebbe stato davvero difficile se fosse riuscita a risalire 5-4nel secondo set".

Questa contro Caroline Garcia è stata la sua prima partita in tutta la stagione (era la 57esima partita) nella quale non ha affrontato nemmeno un break point.

La stagione da record di Ons Jabeur

Jabeur sta vivendo una stagione da record. Ha vinto 44 partite: solo la numero 1 Iga Swiatek vanta più successi nel circuito WTA nel 2022. Prima dello US Open ha vinto due titoli, a Madrid e Berlino, diventando alla Caja Magica la prima giocatrice africana a trionfare in un WTA 1000. Ha giocato altre tre finali, a Charleston, agli Internazionali d'Italia e a Wimbledon, la prima di sempre per una tennista araba.

"Sono cresciuta in un club piccolo, c'erano appena quattro campi - ha detto questa settimana a Flushing Meadows -. Per chi viene dalla Tunisia non è facile credere di poter arrivare fin qui. Io ho superato molti infortuni, soprattutto dopo gli junior. Con il mio gioco è stata dura dovermi adattare al cambiamento di ritmo e tutto il resto. Ma è parte del processo. Per diventare più forte penso che devi attraversare periodi difficili".

Jabeur, arrivata per la prima volta alla seconda settimana dello US Open, ha preso anche questo torneo come un'occasione per imparare. "Ho una missione - diceva prima della semifinale -, sono numero 5 del mondo e voglio onorare il più possibile questa classifica. Sto ancora cercando fino in fondo di capire quanto possa essere mentalmente e fisicamente stancante competere negli Slam. Dopo i grandi risultati a Madrid e Roma, è stato un duro colpo perdere al primo turno al Roland Garros. Ma in fondo è solo il mio secondo anno da Top 10 e sento che ci sono ancora molti margini per migliorare".

Caroline Garcia torna in Top 10

Garcia, unica delle semifinaliste a non aver ancora perso un set nel torneo, era arrivata in semifinale sulla scia di 13 vittorie consecutive: una striscia iniziata con le qualificazioni a Cincinnati dove ha conquistato il primo titolo in un WTA 1000 in cinque anni.

Alla sua prima semifinale Slam, Garcia ha mostrato nelle ultime settimane un tennis fluido con una vocazione aggressiva. Vuole colpire più in anticipo e tirare più forte delle avversarie. E lo fa, quando è al meglio, con la grazia e l'energia di una ballerina. 

E' leggera oggi, anche se ha dovuto convivere con il peso delle aspettative almeno dall'estate del 2011. Aveva 17 anni allora, era numero 188 del mondo e riuscì a portare al terzo set Maria Sharapova al Roland Garros.

"Un giorno sarà numero 1 del mondo" scrisse di lei Andy Murray. Ma quelle parole di incoraggiamento sono diventate un problema in più da affrontare. "Ero 150, 200 del mondo. Non ero pronta, non riuscivo a mantenere quel livello con continuità" ha detto qualche giorno fa, dopo aver battuto Cori Gauff nei quarti di finale.

Ha avuto bisogno di tempo, Garcia, per mettere insieme i pezzi di un'identità tennistica ambiziosa. Il punto più alto l'ha raggiunto alla fine della stagione 2018 quando ha vinto i due WTA 1000 di Wuhan e Pechino, uno dopo l'altro, e ha chiuso l'anno da numero 4 del mondo.

Poi sono seguiti anni di dubbi, nuovi ma in fondo sempre uguali. Nel 2021 ha vinto solo 21 partite su 45, e appena tre negli Slam. E' arrivata a infilare 12 sconfitte consecutive contro Top 20.

Ma qualcosa è cambiato, a partire dalla scelta del nuovo allenatore, Bertrand Perret, che in passato dal 2018 al 2020 aveva guidato Jabeur portandola dalla posizione numero 110 nel ranking WTA al numero 45.

Con le semifinali agli Us Open Garcia tonerà tra le prime 10 giocatrici del mondo: un buon modo di consolarsi dopo la secca sconfitta della scorsa notte contro l'amica Jabeur

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