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"Per le ragazze italiane - spiega il direttore del torneo - è un'esperienza di gioia, come un grande stimolo per il futuro, anche se al momento il loro livello non è comparabile con quello delle avversarie. Luca Arca, dal canto suo, ha dimostrato di non essere così lontano dai migliori"
17 maggio 2024
Roma, per il tennis in carrozzina, non è mai stata così bella. Una sfilza di campioni sta popolando i campi del Foro Italico come mai era accaduto in passato. Con alcuni azzurri pronti ad approfittarne per fare esperienza e nel complesso con un movimento che dimostra ogni giorno di più la propria crescita. Lo spiega il direttore dell'evento capitolino, Gianluca Vignali.
“Quest'anno - spiega Vignali - il torneo esprime ciò che di meglio poteva esprimere. Mi sento di dire che dopo gli Slam, questo è il torneo più importante al mondo. Per campo di partecipazione, per prize money, per l'integrazione nel combined. In questo siamo il primo Masters 1000 al mondo a fare una cosa del genere. Soprattutto, ci sono tutti i più forti giocatori del ranking, con l'eccezione di qualche asiatico”.
“Per le ragazze italiane è un'esperienza di gioia, come un grande stimolo per il futuro, anche se al momento il loro livello non è comparabile con quello delle avversarie. Luca Arca, dal canto suo, ha dimostrato di non essere così lontano dai migliori. Ha giocato contro Gerard, che è numero 6 al mondo, e pur cedendo in due set ha dimostrato di poter scambiare alla pari per lunghi tratti del match. Ha fatto un notevole salto di qualità, la classifica attuale che ha (numero 31 Itf) è assolutamente reale e sta ancora migliorando. Ci dobbiamo aspettare un ulteriore progresso”.
I campioni del wheelchair a Roma
Il 2024 è anno olimpico, e anche il wheelchair non aspetta che Parigi per assegnare le medaglie. “Non possiamo sperare di essere competitivi per le medaglie olimpiche, adesso. Ma andare a Parigi e già poter sperare di arrivare negli ottavi o nei quarti è qualcosa di davvero importante per tutto il movimento. Inoltre stiamo facendo un grande lavoro con Francesco Felici, che questa settimana è numero 86 ed è classe 2005. Significa che nei prossimi anni, lavorando duramente, potrà togliersi delle belle soddisfazioni. La FITP sta investendo molto su di lui per un progetto a lungo termine”.
“In generale il nostro movimento ha subito una trasformazione clamorosa negli ultimi due anni, anche in termini di organizzazione di eventi. Siamo stupiti persino noi che si possa giocare così tanto. A metà maggio abbiamo già mandato in scena 60 tornei in tutta Italia, con 500 giocatori. Il tennis interessa tanto e nessuno sport disabili dà queste possibilità”.
L'obiettivo non riguarda solo lo sport di alto livello, bensì l'integrazione. Un obiettivo culturale e sociale, oltre che agonistico. “Il mio obiettivo personale è sempre stato uno: dare a chi lo voglia la possibilità di giocare. Senza necessariamente puntare al campione assoluto. Poi è ovvio che se dovessero anche arrivare risultati di alto livello sarebbe meglio, ma dobbiamo partire dalla base, quindi provvedere a far sì che l'approccio al tennis in carrozzina sia semplice e alla portata di tutti coloro che lo vedano come una possibilità per fare sport”.
“Possiamo sempre imparare da tutti, in particolare dal movimento olandese che è sempre tra i migliori al mondo. Ma ci sono due aspetti da considerare. Il primo è culturale e non riguarda tanto il tennis ma la società nel suo complesso: bisogna che tutti facciano dei progressi nel migliorare l'accessibilità per i diversamente abili. C'è poi da considerare il fatto che l'Olanda è molto compatta, così i migliori si possono ritrovare senza problemi e spingersi a vicenda. In un territorio come il nostro questo è più complicato, ma stiamo lavorando per crescere ulteriormente grazie a tutti coloro che insieme a noi danno vita a questo progetto".
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