

La russa, numero 75 del mondo, conquista il Phillip Island Trophy in finale su Marie Bouzkova. E' il suo terzo titolo WTA, il primo da Mosca 2018
di Alessandro Mastroluca | 19 febbraio 2021
"Mi sono tolta uno zaino pieno di sassi dalle spalle". Daria Kasatkina spiega così cosa significhi aver vinto a Melbourne il suo primo titolo WTA da Mosca 2018. Allora rimontò da sotto 26 14 contro Ons Jabeur entrando per la prima volta in top-10. Stavolta conquista, sempre in rimonta, il Phillip Island Trophy battendo Marie Bouzkova 4-6, 6-2, 6-2.
E' il suo terzo titolo in carriera. Prima di Mosca, infatti, aveva vinto a Charleston nel 2017 su Jelena Ostapenko, nella prima finale fra teenager dal 2009.
La russa ha completato così la sesta vittoria in otto partite contro una top-50 nel 2021. La ceca, numero 50 del mondo, non perdeva da un'avversaria fuori dalle prime 50 proprio dal precedente confronto diretto con Kasatkina nelle qualificazioni a Ostrava l'anno scorso.
Kasatkina ha completato la finale con 35 vincenti e 25 gratuiti contro Bouzkova che ha chiesto un medical time out a metà del secondo set e ha pagato la semifinale-maratona in cui ha salvato due match point alla numero 9 del mondo Bianca Andreescu.
La russa, scivolata al numero 69 del ranking a fine 2019 dopo una stagione da lei stessa definita "disastrosa" con 13 vittorie e 21 sconfitte, si è ripresa dopo il lockdown. Oggi numero 75 del mondo, dagli Internazionali BNL d'Italia di Roma, torneo in cui è scivolata durante la sfida contro Vika Azarenka pronta a soccorrerla in una delle scene più belle del torneo, ha vinto 18 partite su 24.
"Facevo fatica a esprimere il mio gioco, non avevo più fiducia in me stessa. Perdevo partite su partite e sentivo che le cose precipitavano, come una valanga. Mi è servito molto tempo per cambiare me stessa e ricostruire la mia fiducia. Finalmente ora mi sento bene" ha detto la russa.
Da un anno, ha spiegato, lavora con uno psicologo dello sport. "Ho imparato che la fiducia non dipende dai risultati" ha detto, come riporta la WTA. "Perdere un match non deve ucciderti dentro".
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