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Eventi internazionali

Palermo, Italia: c'è speranza dopo il lockdown - Video

Il WTA Palermo si è trasformato quest'anno nel torneo della ripartenza. E' stato il primo evento tennistico del circuito maggiore dopo il lockdown. "Sento la responsabilità di dimostrare al mondo che si può giocare a tennis in sicurezza" diceva il direttore. Missione compiuta

di | 05 dicembre 2020

Missione compiuta. Il direttore del WTA Palermo Oliviero Palma ha dimostrato che si poteva fare, che si poteva (e si può) giocare a tennis in sicurezza anche durante la pandemia. Il Palermo Ladies Open, primo evento internazionale dopo il lockdown, in quel fatidico 3 agosto 2020 ha indicato un altro futuro possibile. In questo modo l'Italia, prima nazione europea duramente colpita dal coronavirus, si è messa in pole position per la ripartenza. 

Mentre lo US Open era ancora in dubbio, sospeso tra la necessità economica di organizzare il torneo e i dubbi dei giocatori su un protocollo troppo severo, il Country Club ha tracciato la strada per tutti gli altri. “Sento la responsabilità di dimostrare al mondo che si può giocare a tennis, pur con tutte le precauzioni” diceva Oliviero Palma all'agenzia di stampa Reuters.

Nell'anno degli stadi vuoti come monito a una normalità stravolta, a Palermo i tifosi erano ammessi. In numero limitato, nel pieno rispetto del distanziamento, ma gli applausi e gli incitamenti si sentivano comunque. Ne avremmo sentito la mancanza nei mesi a venire. 

"Il Country Club è molto grande, si estende su tre ettari e mezzo. Abbiamo creato tre aree: una riservata ai soci, con sei campi solo per loro, una per i partecipanti al torneo e una per il pubblico, con distributori automatici, fisicamente divise da reti" ci raccontava Palma dopo il torneo. "Sul Centrale potevano entrare al massimo 327 persone, su una capienza di 1500 posti, che arrivavano al campo e lasciavano il circolo seguendo un percorso separato rispetto a quello delle atlete".

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Nella Palermo che non smette mai di voler essere scoperta, che non si espone ma sorprende, la trentunesima edizione del Ladies Open racconta la passione, la forza del tennis che muta per resistere alle alterne fortune. Inquadra l'Italia migliore che nelle difficoltà si ingegna.

L'Italia che aveva dato un segnale già prima del Palermo Ladies Open. Il primo evento ufficiale post-lockdown, infatti, il primo trofeo che non fosse virtuale o una semplice esibizione, si era giocato a Todi. Si tratta dei campionati assoluti, che hanno visto Lorenzo Sonego e Jasmine Paolini, teste di serie numero 1, laurearsi campioni italiani. Un presagio di buona sorte per il resto della stagione, un successo anche organizzativo per il Tennis Club, per la Federazione Italiana Tennis che in autunno avrebbe poi ottenuto la licenza annuale per il Forte Village Sardegna Open, l'ATP 250 di Santa Margherita di Pula.

"Tra mancati incassi e costi aggiuntivi, il torneo ha perso circa cinquantamila euro", spiegava Palma a SuperTennis. Ma poiché il mezzo è il messaggio, il successo vale ancora di più.

I limiti e le restrizioni all'interno dell'impianto, raccontava Marco Rossani, hanno coinvolto anche gli incordatori. Hanno lavorato in due, Rossani e Paolo Facci, supportati nei primi quattro giorni dallo stringer Davide Carnemolla.

Senza le misure di sicurezza stringenti, però, l'Italia non avrebbe alzato il sipario sul secondo tempo della stagione 2020. Non avrebbe vissuto una settimana di rinascita. Il luogo era in fondo adatto a un simile passaggio di tempo. Proprio al Country Club si sono realizzati due degli undici derby tricolori in una finale WTA: il successo di Sara Errani su Flavia Pennetta nel 2008 e la rivincita l'anno successivo della futura campionessa dello US Open.

Errani, Pennetta e Vinci: quanta Italia nella storia di Palermo

Quest'anno Errani ha raggiunto i quarti, per la prima volta in un torneo WTA da Bogotà 2019. Quando "Sarita" e Pennetta facevano sognare al Country Club, Elisabetta Cocciaretto sognava di diventare come loro. Anche il suo percorso è ripartito con slancio nuovo dalla Sicilia. Ha centrato i quarti in singolare e la finale in doppio in coppia con Martina Trevisan, che iniziava a smettere di essere crisalide e avviava la transizione in farfalla completata con il quarto da favola al Roland Garros e l'ingresso in top 100.

Si è fermata invece in semifinale Camila Giorgi, che ha dato spettacolo contro Dayana Yastremska prima di cedere alla futura vincitrice del torneo, Fiona Ferro, che aveva battuto anche Errani.

Nei primi anni di carriera, Ferro si è portata dietro la convinzione che i grandi tornei non fossero un posto per lei. Fidanzata con il tennista Evan Furness, l'ha aiutata molto il lavoro con lo psicologo Makis Chamalidis che procede ormai da tre anni. 

Bravissima ai videogame, finalista al torneo virtuale del Mutua Madrilena di Madrid organizzato durante la pandemia, ha cambiato prospettive di carriera da quando si allena con il coach Emmanuel Planque.

"Fiona è una macchina, può arrivare fra le prime cinque del mondo" diceva. Ne ha dato un'ulteriore dimostrazione a Palermo. Dopo i quarti di finale, ha raccontato Planque all'Equipe, Fiona aveva un infortunio muscolare alla coscia. Faceva fatica a scaldarsi, e la situazione sembrava peggiorata prima della finale.

Ogni volta che tirava un dritto piangeva, ha detto Planque. Ma ha deciso di non ritirarsi. "Non posso scaldarmi, ma posso giocare" ha detto al coach. In campo, contro Anett Kontaveit, non ha dato alcun segno di dolore. Anche la sua carriera, come la strada del tennis, è ripartita a Palermo. 

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