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Novak Djokovic raggiunge per la tredicesima volta i quarti di finale all'Australian Open. Dominato De Minaur, ora sfiderà Rublev
di Alessandro Mastroluca | 23 gennaio 2023
"Don't worry, be happy", scrive Alex De Minaur sul borsone delle racchette. Ma a cantarlo per ultimo è Novak Djokovic, che l'ha dominato 62 61 62 in una partita senza storia sulla Rod Laver Arena e ha raggiunto il 13mo quarto di finale all'Australian Open, il 54mo in uno Slam (solo Roger Federer ne ha giocati di più nei major).
"Non posso dire che mi dispiace che non abbiate visto una partita più lunga - ha detto ai tifosi sulla Rod Laver Arena -. I primi quattro, cinque game sono stati lottati, poi mi sono sentito sempre meglio nel colpire. Lui mi è sembrato un po' più teso, nervoso, alla fine del secondo set e ho capito che avrei avuto un'opportunità. Secondo me ho giocato il mio match migliore della stagione" .
L'infortunio al tendine del ginocchio, ha spiegato, continua a migliorare. "Oggi non ho sentito dolore, penso che non si sia visto che avessi un problema fisico - ha detto -. Ho preso anche pillole, anche se non mi piace farlo, ma dovevo trovare una soluzione. Comunque non voglio parlare troppo presto, non do nulla per scontato. Sono molto contento di come mi sono mosso e di come ho colpito" ha spiegato all'ex numero 1 del mondo Jim Courier che l'ha intervistato a caldo in campo.
De Minaur aveva vinto le due precedenti partite contro un Top 5, dopo averne perse diciotto di fila, contro Daniil Medvedev a Parigi-Bercy nel 2022 e Rafa Nadal in United Cup nel 2023. Ma ha capito che la terza non sarebbe arrivata sulla Rod Laver Arena dove un australiano non ha mai sconfitto Djokovic. L'unico che l'avesse affrontato, Lleyton Hewitt, peraltro sempre presente alle partite di "Demon", era stato sconfitto sempre negli ottavi nel 2008 e nel 2012.
Djokovic, forte del 25mo successo consecutivo all'Australian Open, seconda serie più lunga nel torneo nell'era Open dietro alle 26 di Andre Agassi, incontrerà nei quarti Andrey Rublev. Il moscovita l'ha battuto in finale a Belgrado, sulla terra rossa, l'anno scorso. Djokovic ha vinto gli altri due confronti, gli unici sul duro anche se indoor, alle Nitto ATP Finals negli ultimi due anni. "Spero di giocare una partita simile a quella contro De Minaur" ha detto Djokovic, anche se la palla di Rublev è più veloce e soprattutto più pesante.
Un aspetto da tenere in considerazione perché, come aveva fatto notare Mats Wilander su Eurosport prima del match, i colpi di Djokovic tornano indietro più lentamente rispetto all'Australian Open dell'anno scorso. E in più c'è il fattore palline, che tendono a sgonfiarsi presto e premiano chi colpisce forte e piatto, meno chi gioca colpi più arrotati o con più variazioni. Il resto lo farà la testa, la mentalità, la sicurezza nei propri mezzi, la fiducia nel proprio destino. E in questo Djokovic ha ancora un evidentissimo vantaggio competitivo su Rublev, e praticamente su chiunque altro.
Tanto è vero che ha già promesso a Jim Courier che il suo orizzonte a Melbourne è lontano. "Tornerò qui per giocare il doppio con mio figlio Stefan" ha detto. Stefan ha otto anni, e la sua potrebbe non essere stata solo una battuta.
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