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Djokovic supera il dolore e il "wannabe" Dimitrov: agli ottavi c'è De Minaur

Djokovic, più volte trattato alla gamba, batte in tre set Grigor Dimitrov e raggiunge gli ottavi all'Australian Open per la quindicesima volta. Affronterà Alex De Minaur

di | 21 gennaio 2023

Il solido Novak Djokovic porta Grigor Dimitrov al fondo di sé stesso. L'ottavo di finale che va in scena sulla Rod Laver Arena equivale a un manifesto, a un incrocio di destini. Da una parte un campione che pur in condizione imperfetta fa tutto quel che serve per vincere e fa valere blasone, passato, carisma. Dall'altro un ex "wannabe Federer" che "wannabe" è rimasto, che vorrebbe ma non può. Il confronto non ha storia, se non per un set. Djokovic esalta l'inconsistenza di Dimitrov, che regala vincenti buoni per gli highlights e troppi errori per restare in partita, vince 76(7) 63 64 e centra gli ottavi per la quindicesima volta all'Australian Open, la 59ma in uno Slam.

Djokovic-Dimitrov, decisivo il primo set

Pronti via, e Djokovic firma il break al primo game. Il bulgaro gioca un tennis aggressivo, e lo confermano i 22 vincenti a 12 nel primo set, ma commette anche 22 gratuiti di cui dieci di rovescio. Da sinistra, quando manovra, i suoi colpi sono spesso centrali, e anche i cambi in lungolinea risultano non sempre precisi.

Sa che il primo set può essere determinante, è chiaro come salva tre set point sul 3-5, e poi al game successivo piazza il controbreak. Potrebbe cambiare la partita, mentre Nole si inalbera per un warning sulla palla break. Ma Djokovic non è dello stesso avviso. Sotto 5-6 con due grandi prime salva due set point e allunga al tie-break. Nonostante l'infortunio al tendine del ginocchio che lo costringe a una ridotta libertà negli spostamenti.

Al tie-break Dimitrov salva il quarto set point, servizio e diritto anomalo (5-6), con lo stesso schema Djokovic ne cancella uno sul 6-7. Il serbo, che al servizio cerca spesso la T per giocare il colpo successivo in avanzamento, vince uno scambio di forza rovescio contro rovescio per andare 8-7 e poi completa il primo set, al termine di uno scambio sintetico del confronto di volontà: Dimitrov le prova tutte per dilatare il campo ma Nole prende la rete e chiude con una volée bassa in allungo, poi sfinito cade a terra. Ha sentito un dolore, la smorfia quando ha appoggiato la gamba è chiara. Non sorprende che chieda un MTO a fine set. 

Con il passare dei game, è sempre più chiaro che sia Djokovic a tenere lo scettro del comando. Dimitrov salva tre palle break in un quarto gioco duro, teso, lottato in cui deve ricorrere anche a una veronica a suggellare uno dei punti della partita. Ma quando hai bisogno di giocate circensi per vincere un quindici, stai camminando su un filo sempre più sottile. E il filo si spezza al successivo turno di battuta. Djokovic allunga 4-2 per poi completare un set più agevole nel quale ha servito il 73% di prime e ne ha ricavato l'84% di punti, e in cui ha commesso appena tre gratuiti. 

Non è un caso se Dimitrov ha sconfitto Djokovic solo una volta, a Madrid nel 2013, e allora il serbo tornava da due settimane di stop e si infuriò con i tifosi decisamente ostili. Il bulgaro perde la presa sul match e va sotto di due break all'inizio del terzo set. Il bulgaro prova a reagire, recupera uno dei due break di svantaggio dopo uno scambio da 28 colpi e un doppio fallo di Djokovic sulla palla break. Ma è troppo poco, troppo tardi.

De Minaur: "Don't worry, be happy"

La 24ma vittoria consecutiva a Melbourne Park, terza striscia di successi più lunga nel torneo in singolare maschile nell'era Open, proietta Djokovic al quarto turno contro Alex De Minaur, che ha eguagliato il suo miglior risultato all'Australian Open. Numero 22 del mondo, capace di raggiungere i quarti allo US Open del 2020, "Demon" è diventato il 42mo australiano almeno due volte negli ottavi nello Slam di casa nell'era Open.

Considerato l'erede di Lleyton Hewitt, il 23enne ha sconfitto il francese Benjamin Bonzi 76(0) 62 61. L'australiano sta lavorando molto su se stesso e sui suoi schemi di gioco. Elastico e resiliente, è un contrattaccante nato che ha puntato sempre molto su difesa e rapidità negli spostamenti. "Contro i migliori del mondo, non puoi limitarti a rimettere la palla in campo e aspettare che siano loro a sbagliare, perché non succederà. Perciò sto facendo un consapevole sforzo per attaccare di più" ha detto.

Merito anche dell'ex numero 64 del mondo Peter Luczak, che dall'inizio di quest'anno ha aggiunto al suo staff guidato da Adolfo Gutierrez. "Ha un approccio molto positivo, mi mantiene calmo" ha detto De Minaur, che ha beneficiato anche del supporto di Hewitt, capitano di Coppa Davis dell'Australia che De Minaur ha spinto fino alla finale l'anno scorso, e di una leggenda del tennis Aussie come Tony Roche.

"Tendo ad essere molto duro con me stesso, Peter mi ricorda che sto facendo bene e che mi devo godere di più ogni secondo là fuori - ha detto De Minaur questa settimana -. Al momento nella testa ho una canzone, "Don't Worry, Be Happy", voglio che quel messaggio mi resti fisso nella mente". Intanto lo fissa sull'obiettivo della telecamera, dopo la vittoria.

Nel quarto di finale, chi emergerà tra Djokovic e De Minaur incontrerà Andrey Rublev o Holger Rune. Il moscovita ha dominato Dan Evans, il teenager danese si è fatto male alla caviglia e al polso nel primo game del secondo set ma ha sconfitto in tre set Ugo Humbert. 

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