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Nole I di Serbia ha troppi fronti aperti, compreso quello imprenditoriale e del futuro magari in politica. Intanto i ragazzi terribili l’incalzano come gli anni che lunedì sono 36
di Vincenzo Martucci | 20 maggio 2023
Si fa presto a dire numero 1. Carlos Alcaraz ha sicuramente l’onere di tenere alto il blasone della Spagna nel mondo, e in Spagna, dopo un numero 1 così imponente (e vincente e convincente) come Rafa Nadal. Ma non avrà mai tutti i pensieri che si affollano nella testa e nella vita quotidiana di Novak Djokovic che sta per ricedergli la corona del ranking ATP Tour. L’ultimo, il più doloroso, e complicato da gestire, gli viene da casa, dalla sua Belgrado, con la sua famiglia - una vera e propria azienda - che ha deciso di restituire i campi e tutto il complesso del Novak Tennis Center al comune di Belgrado. Anche se la notizia non è stata confermata dai Djokovic e potrebbe essere una minaccia per smuovere finalmente le acque.
Nole I di Serbia è amatissimo in patria dalla gente comune, che lo riconosce come esempio e traino di riscatto di un paese altrimenti legato come immagine alla terribile guerra nei Balcani che la Nato sedò con ancor più terribili bombardamenti. Ma il sistema, la politica, non sembra così ben disposta nei confronti di un leader che, se si presentasse alle elezioni subito dopo aver chiuso la carriera sportiva, costituirebbe un avversario davvero temibile.
E questo in tempi che potrebbero essere anche molto ridotti. Così si intuisce dal comunicato ufficiale dalla famiglia Djokovic: “Con profonda gratitudine restituiamo il terreno alla città di Belgrado”.
Parliamo di un centro che in 15 anni di attività, ha ospitato sette tornei ATP e uno WTA, e una miriade di competizioni minori. Un centro che è diventata sede di allenamenti di Novak e degli altri tennisti di punta serbi. E che ha richiamato tanti giovani anche solo con l’attrazione del formidabile campione di 22 Slam.
La famiglia Djokovic, impegnata in ogni suo componente, dal padre, alla madre ai fratelli, dopo lunghe peripezie burocratiche, non è riuscita ad ottenere i permessi necessari per gli indispensabili ampliamenti e ammodernamenti, dalla costruzione di nuovi campi alla copertura dei 5 esistenti, all’hotel che potesse ospitare i giocatori dell’Accademia. Cosicché - a meno di clamorosi sviluppi delle prossime ore - il progetto traslocherà in un’altra zona della città e comporterà un piano di investimenti completamente differente.
Re Djokovic in festa: Slam numero 22
L’età che avanza anche per il fenomeno - 36 anni lunedì -, con conseguente diminuzione di energie e stimoli dopo aver vinto tutto, unita alle responsabilità di padre e marito, sicuramente non aiutano Novak a liberare la mente e concentrarsi solo sul tennis. E quindi al sogno Grande Slam che ha mancato all’ultimo ostacolo due anni fa e che potrebbe derimere definitivamente tutti i discorsi sul GOAT con Federer e Nadal.
Chissà che questi pensieri non siano legati in qualche modo anche ai guai fisici, al braccio, dopo quelli muscolari di gennaio a Melbourne. Cui s’aggiungono i problemi legati alle poche partite disputate e alle pochissime soddisfazioni in campo: l’ultimo top 10 battuto è stato Tsitsipas proprio nella finale degli Australian Open, s’è fermato in semifinale a Dubai (ko con Medvedev), al secondo ostacolo a Montecarlo (ko con Musetti) e nel suo torneo di Banja Luka (ko con Lajovic), ed è arrivato nei quarti a Roma (ko con Rune).
Così, alla vigilia del Roland Garros, sulla terra rossa che è la superficie meno vincente, Djokoic ha sicuramente poca fiducia e tanti pensieri. Con la nuova generazione di Alcaraz e Rune di punta, più gli italiani Sinner e Musetti subito dietro, che incalzano, sempre più completi e decisi, sempre più consci che il re è vulnerabile. Con il loro esempio hanno peraltro stimolato anche gli ex Next Gen Medvedev e Tsitsipas, che sembrano molto più decisi a conquistarsi finalmente un posto al sole, cioé negli Slam. Dove Nole, come già Roger e Rafa si esalta perché sui 5 set ha l’arma dell’esperienza che nessun altro ha al suo livello e può quindi sempre trovare la soluzione alla distanza. Ma aumentando il numero dei rivali aumentano anche i famosi pensieri. Soprattutto se il sorteggio nella prima settimana sarà particolarmente rispettoso ed irriverente.
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