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Fabio Fognini racconta le prospettive per il futuro della stagione e non solo. "Sto lottando per quello che amo fare, ma anche contro il mio fisico" ha detto
04 luglio 2023
Fabio Fognini fa il papà e prosegue a tempo pieno con la fisioterapia per rientrare in campo. "Non ho uno schedule, con tutto quello che è successo in questi cinque, sei mesi. Mi sono fratturato un dito del piede, mi sono rotto l’inserzione della fascia plantare, mi sono strappato il pettorale. Diciamo che non so cosa può mancare" ha detto a Sky Sport.
"Il mio sogno è quello di giocare sei mesi senza un infortunio, per vedere realmente quello che sono ancora capace di dare e di fare. Magari, poi, dopo sei mesi bisogna guardarsi allo specchio e dire che non posso più fare questo sport. Però, al giorno d’oggi sono contento, sono felice".
Il ligure ha parlato anche del futuro, non solo immediato. "Bisogna anche guardare in faccia alla realtà a 36 anni. Io ho lottato, e lotto, tuttora, non solo per quello che amo fare, ma anche contro il mio fisico che, purtroppo, all’età di 36 anni sta iniziando ad avere delle piccole lacune" ha aggiunto.
Fognini ha svelato di aver iniziato anche a pensare al secondo tempo della sua carriera. "Mi piacerebbe farlo in alcuni modi e già sto cercando di avvicinarmi ad alcuni giovani molto forti che abbiamo tuttora in Italia. Mi piacerebbe dare un pochino della mia esperienza, il non ripetere gli errori che ho fatto io da piccolino".
All'intervista ha partecipato anche Flavia Pennetta che ha ricordato il momento più alto della sua carriera, il trionfo allo US Open del 2015 al termine della prima finale Slam tutta italiana.
"Quando rivedo quelle immagini ho veramente la pelle d’oca e mi viene da piangere, oggi. In quel momento ricordo che non piansi. Ero tranquilla, serafica, non mi è uscita neanche una lacrima. Ho pianto molto la sera prima e la mattina prima di andare al circolo. Quindi, non avevo più lacrime per la tensione, perché non sapevo come gestire una situazione che era un’occasione incredibile. Sapevo che era l’ultima, che non dovevo sbagliare. Questo mi ha un po’ destabilizzata la sera prima e la mattina, ma una volta messo piede in campo, nel circolo, è stato come un computer".
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