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Eventi internazionali

Parole da Slam: Berrettini: “Noi del tennis, per unire come la Nazionale”

Matteo dopo aver centrato la qualificazione ai quarti di finale di Wimbledon: “Gli azzurri del calcio uniscono il Paese, ma adesso anche noi stiamo portando un sacco di tennis nelle case degli italiani: è fantastico”.

05 luglio 2021

Matteo Berrettini scavalca gli ottavi di finale, si lancia verso i quarti a Wimbledon e travalica i confini del tennis. “Ho sempre guardato la Nazionale, è una cosa che in Italia ci unisce come popolo - ha detto -. Spero che diventi così anche per il tennis perché siamo in molti a giocare ad alti livelli adesso, stiamo raggiungendo grandi risultati. Stiamo portando anche molto tennis nelle case degli italiani e questo è fantastico. Personalmente certo che seguo gli Europei di calcio, come tutti i miei connazionali, ma a dire il vero sono anche molto contento per i risultati della Nazionale di Basket (qualificazione per Tokyo 2020 ottenuta, ndr), aspettavamo da 17 anni. Sono molto felice anche per loro”.

“E poi quest’anno avremo un record di atleti partecipanti ai Giochi olimpici, e questo mi rende molto orgoglioso. Stiamo vivendo un gran bel momento per lo sport in Italia. Come andrà la semifinale con la Spagna? Non lo so, non sono così esperto. Mi diverto a guardare le partite e basta. Questa Nazionale gioca davvero bene. La Spagna è sempre la Spagna, anche se ricordo più giocatori della generazione precedente, ma sarà veramente dura. D’altronde è una semifinale”.

Duro come il quarto di finale da affrontare: “A prescindere dall’avversario, sarà difficile, però sono piuttosto soddisfatto del livello che sto esprimendo. Per intensità, attitudine, concentrazione. Sono contento anche del fatto che sto risparmiando una buona dose d’energie con i match vinti in tre set, è molto positivo questo. Sto certamente giocando il mio miglior tennis, nel 2019 giocavo bene, ma tutto era ‘nuovo’ per me. Adesso mi sto adattando bene. Ho più fiducia, più esperienza. Adesso voglio ancora di più".

Senza accontentarsi, come hanno insegnato le ragazze dell’epoca d’oro del tennis italiano, Pennetta, Vinci, Schiavone, Errani e le altre: “Le guardavo in tv e sono state una grande ispirazione. Nel 2015 quando Pennetta e Vinci hanno giocato la finale agli US Open io stavo giocando un Futures, credo ad Antalya, è stato un momento fantastico per tutto il tennis italiano, quello. Flavia la conosco da tempo, da quando mi alleno a Roma. Abbiamo un ottimo rapporto, anche con Francesca Schiavone che ho rivisto a Madrid e agli Internazionali. Loro ci hanno fatto capire che tutto è possibile, hanno raggiunto la Top 10, le finali Slam, hanno vinto Roland Garros e Us Open. Sono state una grande fonte d’ispirazione”.

Ons Jabeur: “Avevo voglia di unirmi ai cori tunisini”

“Fin dall’inizio ho capito che sarebbe stata una partita molto dura”, sono le prime parole di Ons Jabeur, la prima giocatrice d’origini arabe a entrare nei quarti di finale di Wimbledon dopo il successo su Iga Swiatek. “Oggi non ho giocato molte smorzate, oggi era il caso di essere molto aggressiva e di giocare parecchi slice. Adesso il mio obiettivo è andare in semifinale, non m’interessa nient’altro. E perché no, magari pure in finale. Non sarà facile, quindi dovrò farmi trovare pronta”. Specialmente perché dall’altra parte della rete ci sarà una picchiatrice come la bielorussa Sabalenka. “Abbiamo stili di gioco molto diversi, a lei piace tirare forte, io preferisco cambiare molto il ritmo. Sarà un match interessante”.

Come interessante è stata la carriera della tennista tunisina: “Nel 2018 non vincevo una partita, cominciavo ad avere molti dubbi su di me e sul mio futuro da tennista. Ricordo che quando ho cominciato a vedere le giocatici che da junior battevo con regolarità entrare nelle prime 50, poi 40 e 30, mentre io ero ancora ferma al palo… beh quello è stato un momento molto tosto. Però sono rimasta calma, consapevole che col mio tipo di gioco si tratta di trovare le chiavi e i momenti giusti per salire di livello”.

Una crescita costruita con l’arsenale completo: “Mica gioco solo dropshot, cerco di essere aggressiva, di fare il punto, di cambiare ritmo con gli effetti. Spesso devi cambiare tattica contro una certa avversaria per mandarla in tilt e riuscire a vincere. Più armi hai, meglio è”. Per la prima volta si sentono cori arabi e tunisini sugli spalti. “I miei connazionali sono ovunque (ride, ndr). Ho sentito che cantavano un coro del calcio, avevo voglio di cantare con loro. Il pubblico mi ha sostenuto molto in questi giorni e questo mi rende molto felice e mi dà fiducia”.

Federer: “Lorenzo è molto tosto e pericoloso”

Roger Federer si dice estremamente contento: “Perché le condizioni ancora una volta erano difficoltose, prima all’aperto, poi sotto il tetto a causa della pioggia, e Lorenzo (Sonego, ndr) è un avversario tosto da affrontare e sempre pericoloso. Però dopo il primo set fortunatamente ho capito che sarei riuscito ad avere tutto sotto controllo. È stata una grande partita, e non potrei essere più contento di essere di nuovo nei quarti di finale”.

Dove affronterà un avversario, tra Hurkacz e Medvedev, che avrà un giorno in meno di riposo visto che dovrà ancora concludere il suo ottavo. “Sono giovani, molto più di me, sicuramente sapranno recuperare a dovere e rendermi la vita difficile. Speriamo che piova anche domani (ride, ndr), sto scherzando ovviamente. Non si può essere felici per una cosa del genere, cioè si potrebbe ma non sarebbe onesto”, sogghigna un Roger che ha tutti i motivi e le ragioni per essere di buon umore.

“Mi ci sono trovato spesso anche io, in situazioni così, e non è semplice però sono sicuro che chiunque vincerà saprà recuperare in fretta, non è un problema per loro”. E poi un pensiero per l’ultimo Manic Monday, il giorno successo alla Middle Sunday che non ci sarà più dal prossimo anno. “Era una bella tradizione, l’erba riposava, noi giocatori pure. Ieri ho fatto due passi per il circolo da solo, con il mio team, me la sono goduta. E sono felice di aver giocato in un’era in cui questa tradizione era ancora viva, in un torneo che ha cent’ann… forse di più, dovrei sapere da quanti anni si gioca Wimbledon, ma non lo so…”. Sono 134 edizioni, quest’anno, dalla 135esima niente più Middle Sunday: “Ovviamente capisco che è giusto che le cose evolvano, più gente potrà a venire a Wimbledon l’anno prossimo e godersi il tennis per un giorno in più: è giusto così”.

Novak Djokovic: “Molti record in ballo, mi motivano”

“Sono molto soddisfatto di come sto giocando, specialmente del mio match di ottavi di finale. Fino al terzo turno ho sentito di aver alti e bassi, questa volta è stata una performance solida, efficace dal primo all’ultimo punto. Ero mentalmente molto presente e ho servito molto meglio, inoltre mi pare di aver ‘usato’ davvero bene anche il campo questa volta. Garin ha fatto molti errori all’inizio, si vedeva che era nervoso per via del fatto che non aveva mai giocato sul campo centrale prima d’ora. Mi ha dato l’opportunità di cominciare col piede giusto e l’ho sfruttata. Dal mio punto di vista quando servo così bene riesco a ottenere molti punti con la prima di servizio e questo facilità le cose perché velocizza molto i turni di battuta. Una cosa che dà molta fiducia in campo”. 

Per Djokovic è il 50° quarto di finale a livello Slam: “Fa sempre piacere sapere queste statistiche, perché per me aggiornare dei record è sempre un privilegio, io mi sento molto ‘devoto’ al tennis, per cui ho grande rispetto di questi dati. E poi, perché no, sono un ulteriore motivo per andare avanti e fare bene, so che ci sono molti record in ballo in questo momento che potrei essere in grado di raggiungere. Non li conosco tutti, ma so che sono molti: è un’altra fonte d’ispirazione per me. Non è che impazzisca per racimolare numeri che possano dire che sono il più grande di tutti, sono felice di essere nella posizione in cui sono e basta. Certamente fare la storia di uno sport è qualcosa di meraviglioso. Però non mi ci monto la testa, so che devo continuare a lavorare duro, a fare attenzione alle cose giuste. Così sarò sempre sulla strada giusta per continuare”.


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