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Musetti, il giorno più bello: Djokovic ko a Monte-Carlo

Lorenzo Musetti dopo quasi tre ore di partita, più una sospensione per pioggia, batte Novak Djokovic e raggiunge i quarti al Masters 1000 di Monte-Carlo. Commosso Tartarini. Sfiderà Sinner: differita in chiaro, per tutti, stasera su SuperTennis

di | 14 aprile 2023

Una partita diseguale e discontinua. Una partita a tratti bruttina e a tratti esaltante. Una partita con una valanga di break (15 in totale), di cui è stato a lungo difficile individuare un senso, un filo logico. Una partita interrotta sul più bello dalla pioggia. Ma poi, quello che resta, la sostanza di tutta la vicenda è il risultato. Dopo due ore e 54 minuti di emozioni, Lorenzo Musetti batte Novak Djokovic, regalandosi la vittoria più importante della sua carriera. Regalandosi quel trionfo che era sfuggito al Roland Garros nel 2021, quando Lorenzo – parole sue – si era messo paura nel momento in cui aveva realizzato di potercela fare. Stavolta no, stavolta il carrarino ci ha creduto e ha vinto. Ha preso le chance che un avversario in difficoltà gli ha concesso.

E nei quarti affronterà Jannik Sinner, nel primo derby in un quarto di finale in un Masters 1000 dal 1990, quando sono stati introdotti questi tornei. Tutti gli appassionati potranno seguire la partita in chiaro stasera su SuperTennis alle 21.15. Comunque vada, a Monte-Carlo andrà in scena la tredicesima semifinale in questa categoria di tornei con un italiano in campo, sempre dal 1990.

 

Non era un Novak perfetto, quello del primo parziale, tutt'altro. Con quella vistosa fasciatura al gomito e al braccio che fa pensare a problemi più seri di quelli che probabilmente in realtà ci sono. Non era un Novak perfetto, ma era un Novak con la stessa attitudine e la stessa fame dei tempi belli. Una situazione alimentata, verosimilmente, dalle settimane passate lontano dal circuito, ad attendere la terra europea mentre i colleghi si scannavano a vicenda sul cemento americano.

I nuvoloni sul Country Club intanto si fanno scuri, le condizioni di gioco – rispetto al match tra Sinner e Hurkacz – sono cambiate non poco: più umidità, meno vento, più freddo. Si gioca di più, è più un match da terra, questo, nel senso profondo della storia di questa superficie. Ci sono scambi più lunghi, ci sono geometrie, ci sono rovesci a una mano (di Lorenzo) e recuperi (soprattutto di Novak). Ci sono drop shot e invenzioni. C'è un tennis diseguale e discontinuo, appunto, ma c'è l'essenza del rosso molto più di quanto si sia visto sin qui in un'edizione di Monte-Carlo più adatta agli amanti degli hardcourt.

Che Djokovic non sia particolarmente centrato lo si vede nel servizio deficitario (5 doppi falli in un solo set, molte prime tirate a 150 orari) e così pure sulla palla break per Musetti nel primo game del secondo, quando Nole stecca malamente un diritto spedendo la palla in mezzo al corridoio. Lorenzo deve crederci, come aveva detto in conferenza stampa. E l'impressione è che ci creda per davvero. Solo che dalla serie di break e contro-break è l'azzurro ad avere la peggio, con il numero 1 del mondo che ringrazia il cielo quando mette finalmente in campo uno smash, all'ennesimo tentativo. La partita resta tutt'altro che bella ma resta in equilibrio. Proprio per questo, Musetti appare sempre più frustrato dall'andamento della sfida, possibile in teoria, difficile comunque da agguantare, anche con un Djokovic lontano dalla condizione migliore.

Il problema è che il serbo – avendo poco da mettere sul piatto – ha l'esperienza per sapere quando è il caso di dare fondo alle energie rimaste. Per esempio nel sesto game del secondo, che potrebbe costare all'allievo di Simone Tartarini la partita. Invece, ancora una volta, tutto cambia. Djokovic continua a litigare col servizio e stavolta il rivale ne approfitta: prima lo aggancia, poi lo supera e va a servire per il set, mentre il pubblico scandisce 'Lorenzo, Lorenzo', intuendo che questa è davvero una straordinaria occasione. Non alla prima, ma alla seconda chance, il set arriva per davvero. Mentre ormai la pioggia sta arrivando, ci ritroviamo al terzo e con un Centrale (quasi totalmente italiano) in delirio.

Quello che succede poi appartiene al romanzo. Una sorta di romanzo di formazione. Sull'1-1 e 40-30, la pioggia si fa davvero importante e manda tutti negli spogliatoi per una mezzora. Al rientro, Nole si prende il game e sembra parzialmente rivitalizzato dalla pausa. Ma è una sensazione che dura poco. O meglio, è Musetti che la fa durare poco. Sul 3-3, Lorenzo piazza la zampata decisiva, il break che poi mantiene anche sul 5-4, a fronte di tre match-point mancati, di un passante di rovescio surreale di Djokovic per una palla break drammatica, in quel momento.

Ma è il giorno di Musetti, Nole si deve fare da parte. Dopo l'ultimo quindici sono solo lacrime di gioia, di Lorenzo e del suo team. Non serve nessun supercoach. Serve avere pazienza, serve lavorare, serve sapere a memoria il percorso che si sta facendo. Poi arriverà anche lui, lassù, dove merita di stare con quel tennis da favola che incanta chiunque passi a dargli un'occhiata. Chapeau, Lorenzò. Monte-Carlo è ai tuoi piedi.

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