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Pesante sanzione della Tennis Integrity Unit nei confronti del 29enne spagnolo per “tre violazioni del programma anti-corruzione nel 2017”. La replica: “Già scagionato da queste accuse dalla giustizia spagnola, ho presentato appello al TAS di Losanna”
di Gianluca Strocchi | 01 dicembre 2020
Otto anni di squalifica e 25mila dollari di multa. E’ la sanzione comminata dalla Tennis Integrity Unit allo spagnolo Enrique Lopez Perez per il suo coinvolgimento in partite truccate.
Secondo l’organismo istituito per vigilare sulla correttezza dei comportamenti nel circuito professionistico il 29enne giocatore di Madrid, che ha raggiunto come best ranking la 154esima posizione mondiale in singolare nel 2018 e il numero 135 in doppio nel 2019, ha infranto le regole del programma anti-corruzione ("i tennisti non possono, direttamente o indirettamente, alterare il risultato di una partita o qualsiasi altro aspetto dell'evento") per tre volte nei tornei del 2017, con altre due accuse non dimostrate.
Lopez Perez era stato temporaneamente sospeso quando era iniziato il procedimento nei suoi confronti, il 19 dicembre 2019: la sanzione ha effetto dalla data odierna (1 dicembre), con divieto ad essere presente ai tornei a qualsiasi titolo per i prossimi otto anni.
Immediata la reazione del tennista spagnolo, in una lunga intervista rilasciata a ‘Marca’. “I fatti di cui mi accusa la Tennis Integrity Unit sono già stati indagati dai tribunali spagnoli, in particolare dal tribunale investigativo numero 5 di Madrid, nonché dalla procura generale e dalla Guardia Civile. E il 22 giugno scorso il giudice, su indicazione della Procura, ha ritenuto archiviato il mio caso, scagionandomi del tutto dalle accuse di partite truccate – sottolinea Lopez Perez, che vanta un titolo e tre finali a livello challenger -. Considerandosi al di sopra dei tribunali spagnoli, la TIU intende rivalutare gli stessi fatti considerati dal tribunale spagnolo e punirmi in un fascicolo sportivo utilizzando gli stessi fatti e prove. Questo non ha senso. Ma soprattutto è un oltraggio contro i miei diritti fondamentali più elementari e sarà denunciato in tribunale. Abbiamo presentato un appello al CAS, a Losanna. E la seconda cosa che farò è aprire una causa in Spagna contro l'ATP, per spiegarmi perché mi squalificano impedendomi di lavorare: questo può essere paragonato a un licenziamento ingiusto”.