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Tommy Paul, come nasce la prima semifinale Slam: le richieste di coach Stine | VIDEO

Coach Brad Stine ha presentato una lista di undici richieste a Tommy Paul quando hanno cominciato a lavorare insieme. Da questi cambiamenti tecnici e dal lavoro sul servizio nasce la prima semifinale Slam

26 gennaio 2023

La prima semifinale Slam resta un traguardo da ricordare. Anche se sai di avere di fronte Novak Djokovic e la missione, perciò, ti appare impossibile. E' lo scenario in cui si dibatte Tommy Paul, numero 35 del mondo ma proiettato verso l'ingresso in Top 20 dopo l'Australian Open. Lo statunitense è il secondo giocatore con la peggior classifica che Djokovic abbia incontrato in semifinale a Melbourne dopo il russo Aslan Karatsev, numero 114, nel 2021. I numeri dicono che Djokovic non ha mai perso una semifinale all'Australian Open, e che Paul non ha mai battuto un Top 5 in uno Slam.

"E' un giocatore completo, può servire dove vuole e risponde bene. Poi ha un ottimo allenatore" ha detto in conferenza stampa Novak Djokovic, parlando del prossimo avversario e del suo coach, il 64enne Brad Stine, che lo segue dal settembre 2019. Il californiano vivrà la sua nona semifinale Slam da allenatore: sette al fianco dell'ex numero 1 Jim Courier negli anni Novanta, una a Wimbledon nel 2018 all'angolo del sudafricano Kevin Anderson.

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"Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme - ha detto all'Equipe - gli ho dato una lista di undici cose da cambiare, da smettere di fare o da iniziare a fare. Ad esempio, smettere di scivolare come faceva lui, con la gamba sinistra davanti alla destra per colpire il diritto. Oppure cominciare a giocare il rovescio slice, che non eseguiva perché il precedente allenatore (Diego Moyano) gli diceva di colpire forte a due mani. Le undici richieste erano tutte di tipo tecnico, non c'era niente di mentale: riguardavano il gioco di gambe, le zone di campo dove tirare, l'attacco o la difesa".

E' iniziata così una vera trasformazione, che ha riguardato anche il servizio su cui hanno molto lavorato dalla metà della scorsa stagione dopo i problemi al polso che si è portato dietro per anni. "E' alto un metro e 85 ma ha un braccio molto vivo" ha detto Stine. 

Finora, a Melbourne, è il terzo giocatore con meno palle break concesse nel torneo fra gli otto che sono arrivati almeno nei quarti di finale. Anche così prova a lanciare la sfida a Djokovic. Ma il serbo ha dovuto fronteggiare solo 17 palle break, meno di tutti gli otto ai quarti, e Paul ha la percentuale più bassa di palle break salvate. Dettagli che confermano l'immagine di una missione impossibile, una scalata all'Everest.

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