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US Open Story, stasera Medvedev-Djokovic 2021: 3 motivi per vederla

Torna l'appuntamento con US Open Story, il ciclo che vi permette di rivivere grandi incontri della storia recente giocati a Flushing Meadows. Stasera alle 21.30 vi proponiamo la finale del 2021 tra Daniil Medvedev e Novak Djokovic

di | 29 maggio 2023

Dopo oltre trent'anni, lo US Open sarà trasmesso in chiaro. Per la prima volta sarà SuperTennis a offrire a tutti gli appassionati, gratis, l'ultimo Slam della stagione. 

Per avvicinarci al meglio alla grande esclusiva del 2023 su SuperTennis, durante il Roland Garros e Wimbledon trasmetteremo alcuni grandi match della storia dello US Open. 

1 - Perché l'obiettivo Grande Slam pesa anche sui campioni
Dopo Serena Williams, battuta da Roberta Vinci allo US Open 2015 in semifinale, Novak Djokovic arriva a Flushing Meadows a una vittoria dal Grande Slam, un traguardo che nessuno ha mai più raggiunto nel tennis maschile dal 1969. Djokovic ha giocato per la storia, per la gloria, ha fissato come unico obiettivo quello di diventare il migliore. Nel 2021, Djokovic ha superato il record di settimane al numero 1 del mondo di Roger Federer ed eguagliato il numero di major dello svizzero e di Nadal. Al momento della finale di New York ne hanno 20 all'attivo a testa.

Ma Djokovic è l'unico giocatore ad aver vinto almeno due volte tutti i quattro major e tutti i Masters 1000 in calendario. Eppure, con il traguardo da leggenda tanto vicino da poterlo toccare, si è fermato contro Daniil Medvedev che pure aveva battuto cinque volte in otto confronti e psicologicamente dominato sette mesi prima in finale all'Australian Open.

2 - Perché i tifosi hanno fatto sentire Nole speciale
Nella sconfitta, Djokovic ha incontrato l'amore dei tifosi. E le immagini della sua reazione stupiscono ancora oggi. Sembra passata una vita dalla finale di Wimbledon contro Federer in cui si è auto-convinto di sentire "Nole, Nole!" mentre il pubblico intona "Roger, Roger!". A New York l'amore è reale, l'affetto tangibile. Stavolta non deve illudersi, stavolta sono davvero tutti lì per lui, per l'appuntamento con la storia. E Novak non trattiene le lacrime, anche a partita in corso. "Ora sono la persona più felice del mondo, anche se non ho vinto, perché mi avete fatto sentire speciale" ha detto a fine partita.

L'estasi di Daniil, le lacrime di Nole: la finale in 12 foto

3 - Perché Medvedev ha fatto capire come si batte Djokovic
Medvedev ha vinto una partita speciale e l'ha chiusa con un'esultanza speciale, mutuata dal videogame FIFA. Ma ha dato soprattutto una lezione tattica e tecnica, una masterclass su come si può battere Djokovic. "Rendere il diritto di Djokovic un non-fattore nella finale è stato il motore della strategia che ha portato alla sua straordinaria vittoria" ha scritto Craig O'Shannessy, coach e pioniere della match analysis del tennis che collabora anche con la Federazione Italiana Tennis e Padel, sul sito dell'ATP commentando la finale.

"Djokovic ha finito per colpire più rovesci che diritti da fondo nel corso della partita" sottolineava. Il serbo "è da considerare parzialmente responsabile per il sovraccarico di rovesci nella finale contro Medvedev, visto che in dozzine di occasioni avrebbe potuto girare intorno alla palla e colpire di diritto da sinistra. O ha scelto di non rischiare, o non ha compreso la strategia esasperante di Medvedev o non aveva abbastanza energie nelle gambe per cogliere l'opportunità. Medvedev ha chiuso la partita con quasi il triplo dei vincenti da fondo (16-6) e commesso complessivamente meno errori gratuiti (33-38)". I numeri parlano chiaro. Djokovic ha realizzato un vincente da fondo ogni 43 tiri, Medvedev uno ogni 16. Il russo, conclude O'Shannessy, "ha costretto Djokovic a piegarsi alle sue intenzioni, a contrastare palle ultra-piatte in scambi sfiancanti rovescio contro rovescio".  

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