Chiudi
È una grande sfida quella di Valentina Tezza, tennista e giornalista veronese, che, vincendo un bando pubblico, ha creato un progetto per far giocare anche chi non ne avrebbe le possibilità: i ragazzini seguiti dal Centro Servizi Sociali del Comune di Verona. Ora però deve trovare i finanziamenti per andare avanti
di Enzo Anderloni | 08 febbraio 2020
“Io ce l’avevo in testa da tanto tempo. Poi nell’autunno del 2017 il Ministero dello Sport lancia un bando il cui oggetto è: ‘Inclusione sociale attraverso lo sport’. Perfetto per il mio progetto”.
Il progetto è dare a tutti, davvero a tutti, la possibilità di giocare a tennis. La testa è quella bionda di Valentina. Una per cui la terra non è tonda. La terra è piatta ed è prevalentemente battuta, delimitata dalle righe di un campo da tennis. Un mondo bellissimo in cui le persone possono conoscersi, sfidarsi, divertirsi, crescere. Un mondo per il quale vale la pena vivere.
Lei lo fa tutti i giorni, tuffata dentro questo tennis in cui ha deciso di vivere, prima giocando, poi facendone una professione: da giornalista freelance, direttrice di circolo, organizzatrice di iniziative e tutto quello che vi può venire in mente oltre alla storia di cui vi stiamo per parlare.
Quella del “Tennis per tutti, tutti a tennis” il progetto che Valentina Tezza, in punta di piedi, ha lanciato a Verona due anni fa e che ha riscosso un successo incredibile quanto insperato. Tanto che sarebbe da clonare un po’ dappertutto in Italia.
“Ero pronta a fare tutto quello che era necessario per partecipare. Ma avevo un problema: non potevo farlo come persona fisica, dovevo avere il supporto di un’associazione sportiva".
"Ho contattato il Tennis Club Torricelle, che è un circolo un po’ anomalo perché non fa scuola tennis, fa poca attività agonistica però è molto sensibile e aperto al mondo, dato che tutti i sabati mattina propone dei corsi gratuiti di tennis in carrozzina, mettendo a disposizione campi e maestro".
Un’iniziativa senza precedenti in Italia. Una voglia matta di offrire a tutti l’opportunità di sperimentare quello che per Valentina è lo sport più bello del mondo.
“Abbiamo comprato loro la racchetta, le scarpe, la divisa del circolo. Per quelli che ne avevano assoluta necessità abbiamo messo a disposizione un pulmino. Ho assunto un autista, noleggiato il pulmino per 8 mesi e poi, aspetto importantissimo, ho coinvolto una psicologa e un pedagogista perché si tratta di famiglie e ragazzi molto particolari. Hanno problematiche che richiedono delicatezza e un’attenzione particolare nella gestione. Di questi 70 ragazzini potrei raccontare tutto. Lavorando a un progetto finanziato con denaro pubblico, dovevo essere certa che avessero i requisiti. Ho lavorato a stretto contatto con i loro assistenti sociali, i loro psicologi. C’è il caso di due fratellini italiani, maschio e femmina, che su richiesta degli assistenti sociali devono essere messi in circoli diversi, in giorni diversi, non devono essere mai nominati, non fotografati o ripresi in video, perché non devono essere rintracciabili dai loro genitori.
Una volta partita, Valentina ha trovato supporto anche dai circoli veronesi che collaborano con l’iniziativa, che con la seconda stagione è arrivata ad aver coinvolto 97 ragazzi: S.C. Verona (ex Sporting Mondadori), AT Poiano, Tennis Torricelle, CT Scaligero, AT Quinzano e Tennis Pineta 2018.
“I ragazzi giocano quasi tutti una volta alla settimana. Qualcuno mi ha chiesto di poter inserire una seconda ora e gliel’ho fatta fare. Ho pagato loro tutti i corsi che servivano. La copertura economica era garantita per un primo anno. Per il secondo e i prossimi mi sto muovendo per trovare finanziamenti".
"Devo ringraziare i circoli che hanno vissuto in modo propositivo l’iniziativa. Un club mi ha regalato le divise. Un altro mi ha pagato i certificati medici, perché io ho fatto fare la tessera Fit a tutti i bambini. A nessuno ho chiesto uno sconto. C’è stato però un circolo che ha riunito il Consiglio e ha deciso ‘motu proprio’ di praticarmi un prezzo speciale mettendo qualcosa di tasca sua. Ci sono due appassionati di tennis come me, che vogliono rimanere anonimi, ma che mi hanno davvero emozionato con le loro donazioni. E poi i giovani agonisti del CT Scaligero, che mi hanno convocata al circolo e mi aspettavan, tutti insieme, con una busta da consegnarmi. Meravigliosi.”.
Per chi volesse aiutarmi, questo è l'IBAN dell'Associazione che porta avanti il progetto, nata nei mesi scorsi:
c/c intestato: Tennis per tutti. Banca: Banca Valsabbina, ag. Corso Milano 130/a. Iban: IT 89 U 05116 11704 000000002089. Contatto: tennispertuttivr@libero.it “
Mai come in queste occasioni è centrato parlare di… circolo virtuoso. Perché in parallelo è partita l’altra iniziativa inedita, spontanea, anche questa di grande successo, che Valentina tiene a raccontare.
“L’ho proposta e ha trovato subito riscontro all’At Poiano, che l'ha rilanciata via Facebook: la raccolta del materiale tennistico da “riutilizzare”. Un contenitore che ha la stessa logica di quelli che raccolgono abiti dismessi in buone condizioni (gli ‘stacca-attacca’). Come primo anno ai miei bambini ho comprato tutto nuovo, perché volevo che fossero uguali a tutti gli altri. Se ci deve essere inclusione sociale non si deve essere individuati come ‘quelli poveri’. Né individuabili in assoluto. Tutto ciò che ho raccolto nei contenitori per la prima stagione lo darò dunque a Tennis for Africa, un’iniziativa che ha grande tradizione e che ha un bel progetto in Tanzania con i bambini. Lo darò a loro perché non ne ho avuto bisogno, avendo a disposizione i soldi del Ministero per l’attrezzatura dei bambini”.
Ma l’idea del contenitore resta. E la collaborazione con Tennis for Africa è una sorta di risvolto ulteriore del progetto. In futuro potrebbe servire anche per finanziare in parte il progetto.
“Sto valutando tante cose, devo trovare un modo per rendere il progetto autonomo. Non posso pensare di aspettare sempre contributi esterni. Se a un certo punto non avrò denaro per racchette e scarpe, utilizzerò quello che ho raccolto. È stato bellissimo vedere che quando l’At Poiano ha messo un post su Facebook intitolato “Dona tennis” è stato condiviso immediatamente condiviso e adesso mi chiamano i circoli anche da altre regioni. Certo, non posso mettermi a girare l’Italia con i contenitori. Mi sto organizzando per usare come “corrieri volontari” i giocatori che magari vengono a Verona a giocare dei tornei e sono tesserati per i circoli che mi hanno mandato le richieste. Per esempio Marco Speronello mi ha portato un contenitore a Belluno. Il mio desiderio era di fare sensibilizzazione e forse ci sono riuscita, anche senza rendermene conto, attraverso la disponibilità dei giocatori e delle società. Ci sono circoli che mi chiedono il contenitore anche se è marchiato Tennis Torricelle, un altro club, andando oltre le solite gelosie. Il fenomeno si sta allargando".
Far parlare Valentina di tennis è come aprire una diga, ne esce un manifesto alla passione per la racchetta.
“È uno sport meraviglioso, educativo, formativo. E purtroppo non è accessibile a tutti. Tanti possono provare a giocare a calcio, basket e pallavolo: costano pochissimo. Ma chi vorrebbe provare il tennis, che secondo me ha un fascino unico, come può fare a superare la barriera “economica”? Era il mio cruccio”.
Vien spontaneo chiederle della sua storia di tennista…
“Sono stata al massimo C1, ma anche vice-campionessa mondiale tra i giornalisti-tennisti (sorrisino d'orgoglio...). Quello forte era mio fratello Jacopo, che è stato in Nazionale giovanile, classificato 2.2. Adesso vive negli Stati Uniti, è diventato il direttore della Chris Evert Academy a Boca Raton, in Florida. La mia non era una famigli di tennisti. Sono stata io a cominciare. E adesso, non lo mollo più”.
Tutte le energia sono concentrate nel trovare le risorse per rendere stabile negli anni un‘iniziativa nata così, dal nulla, dai sogni di una persona appassionata.
“Certo, ho comprato loro la racchetta. Ma adesso, se non riesco a portare avanti il progetto che cosa dico loro, buttatela nel cassonetto? Bisognava esserci, vedere il momento in cui questi bimbi quando ricevevano la racchetta".
"È un progetto che si potrebbe replicare in altre città. E tra i ragazzi coinvolti si potrebbe trovare anche il campione. Chissà…”.
Bello sognare con te Valentina. Non svegliarci.
Non ci sono commenti