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Addio a "Eddy" Viscardi, la mascotte del tennis italiano

E' morto per un infarto mentre era in vacanza in Egitto Edmondo Viscardi, per tutti "Eddy", grande appassionato di tennis e presenza ormai fissa agli Internazionali d'Italia accanto agli azzurri e ai campioni dello sport che tanto amava

17 febbraio 2023

Edmondo Viscardi da Napoli, il Re delle players lounge di tutto il mondo, non c'è più. L'amico di tutti, ma anche il tormento, perché la passione per il tennis per lui era diventata vita e forse anche un po' ossessione. Quasi una missione, certamente una vacanza. E' morto per un infarto, mentre era in vacanza in Egitto, Edmondo Viscardi, per tutti "Eddy". Appassionato di tutti gli sport, era legatissimo al Tennis Club Napoli e a tutti i tennisti italiani. Viaggiatore instancabile, era diventato una presenza ormai fissa e familiare sulle tribune del Foro Italico durante gli Internazionali d'Italia. Napoletano, "Eddy" era la mascotte dei tennisti italiani nel mondo, al loro fianco nei tornei in giro per il mondo.

A Posillipo, il quartiere dove ha sempre vissuto, lo ricordano per la sua allegria contagiosa, per una voglia di vivere trascinante e senza confini. La sua era una presenza inconfondibile per la parlantina infinita e la pila di giornali sportivi sotto al braccio.

"Era un amico del tennis, un amico di tutti, un grande appassionato, sempre presente ai tornei internazionali in regione e un “giramondo” competente per passione, negli Atp Tour e nei Grande Slam del circuito mondiale - si legge in un messaggio di cordoglio sulla pagina Facebook del comitato regionale campano della Federazione Italiana Tennis e Padel -. Eddy, napoletano doc, se ne è andato all’età di 50 anni improvvisamente e lascia un grande vuoto nella nostra comunità".

La sua carriera nel tour ha viaggiato a cavallo di almeno tre generazioni di tennisti, che con lui sono cresciuti e hanno vinto. Non che Eddy avesse merito in questo, in fondo non era un coach né un giocatore, ma c'era sempre. Soprattutto al fianco di chi vinceva. Gli piaceva assai respirare l'euforia dei successi, sentirsi parte dei team che trionfano. Non faceva il titolo per qualcuno in particolare, non apertamente. Certamente era molto amico degli italiani, come di spagnoli e sudamericani. Questione di lingua e cultura.

Con loro ha costruito una "famiglia", vivendo fuori da qualsiasi schema precostuito, in una realtà impensabile ai più. Fatta di tornei e divertimento. Era un buono Eddy, anche quando andava oltre righe. Sapeva farsi volere bene perché sapeva chiedere scusa. Incuteva tenerezza, forse per la sua cicatrice in viso o per gli occhi tristi di chi cerca pienezza nella vita, e lasciava sempre il segno. Quando poi parlava a ruota libera, senza alcun freno, allora poteva davvero succedere di tutto. Così era Eddy, totalmente imprevedibile. Capace di innamorarsi più volte nella stessa giornata e sempre di ragazze bellissime.  

Nei grandi tornei lui c'era. A volte con un pass già pronto, altre volte a caccia di un accesso alle aree giocatori. Perché per lui il tennis non poteva essere solo tribune e partite. Per lui era casa. Forse anche più della sua Napoli, diventata troppo stretta e dolorosa dopo la morte della mamma. Sognava la ribalta Eddy, ma godeva delle piccole cose. E quanto parlava. Poteva tenerti compagnia per ore, tra un aneddoto e l'altro, tra segreti dei campioni e storie di vita. 

Mancherà Eddy, con il suo modo unico di essere e quel rumoroso caos che portava nei primi giorni di un evento. Cercava la ribalta, eppure stava entrando nella storia e nel cuore del tennis.

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