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2004-2008: quando lo Us Open era solo di Federer

È anche grazie a cinque vittorie consecutive allo Us Open che Roger Federer è passato da campione a mito, diventando un’icona della racchetta. Fra 2004 e 2008 eguagliò il record di Connors e Sampras e a New York pareva inavvicinabile. Invece poi non avrebbe più vinto: una curiosità che accresce il valore dell’impresa

16 agosto 2024

Il libro dei record del tennis dice che solamente quattro volte, nell’era Open, è successo che un giocatore sia riuscito a vincere per cinque anni di fila lo stesso torneo del Grande Slam. È capitato a Bjorn Borg a Wimbledon (1976-1980), a Rafael Nadal al Roland Garros (2010-2014) e due volte a Roger Federer, sull’erba di Church Road (2003-2007) e allo Us Open, nel quinquennio 2004-2008.

Due strisce che l’hanno consacrato da campione a icona della racchetta, prima quella a Londra e quindi la seconda – decisamente più particolare – a Flushing Meadows. Perché sul cemento di New York il campione di Basilea dimostrò di non avere avversari per cinque edizioni consecutive, ma poi non sarebbe più riuscito a vincere nelle dieci apparizioni successive, raggiungendo soltanto un paio di finali.

Uno sviluppo che ha reso ancora più leggendaria l’impresa costruita negli anni precedenti, a partire da quel 2004 nel quale il pubblico americano si domandava se quello svizzero col codino, dal tennis stilisticamente perfetto, potesse davvero diventare il nuovo Pete Sampras, che chiuse la carriera due anni prima proprio col trionfo sull’Arthur Ashe Stadium.

Quella del 2004 era già la quarta partecipazione di Federer allo Us Open. Aveva vinto due volte a Wimbledon e una a Melbourne, ma a New York si era fermato agli ottavi per tre volte di fila. Secondo le statistiche la svolta fu il forfait di Andrei Pavel, che gli permise finalmente di sfatare il tabù, mentre la vittoria chiave per il trionfo arrivò ai quarti di finale, in cinque set contro l’eroe del pubblico Andre Agassi.

Battuto il “Kid di Las Vegas”, il resto fu una passeggiata: tre set a zero in semifinale a Tim Henman e 6-0 7-6 6-0 in finale a Lleyton Hewitt, uno dei suoi più grandi rivali dell’epoca insieme a Andy Roddick, al quale proprio nel 2004 aveva scippato – col trionfo all’Australian Open – lo scettro di numero uno del mondo. Quello dell’epoca era il Federer che pareva irraggiungibile per tutti tranne per uno, quel Rafael Nadal capace di batterlo regolarmente sulla terra battuta, e unica vera ragione che ha impedito al fenomeno svizzero di completare il Grande Slam.

Ma su cemento ed erba, in particolare nei Major, non c’era partita, tanto che il 2004 diventò la prima delle tre stagioni nelle quali Roger conquistò tre Slam su quattro (sarebbe successo anche nel 2006 e 2007). In cinque anni, a New York l’elvetico vinse 34 partite consecutive, per un totale di 102 set conquistati e appena 12 lasciati per strada (e mai più di tre per singola edizione).

Il dominio a New York, accompagnato dal celebre trophy tour del lunedì per lo shooting fotografico in luoghi iconici della “Grande Mela” come Rockefeller Center, Empire State Building o Times Square, ha contribuito a rendere Federer un personaggio pop, ancora prima della trasformazione del mito in una sorta di divinità ammirata in tutto il mondo. Quella arrivò più tardi, col passare degli anni, mentre al tempo Roger portava ancora le vesti del cannibale che amava dominare gli avversari, senza fare sconti a nessuno.

Talvolta, la credenza popolare tende a ricordare che gli avversari dell’epoca non erano chissà che, ma la lista dei giocatori battuti nelle sue cinque finali vinte a New York smentisce la (debole) teoria: Hewitt, Agassi, Roddick, Djokovic e Murray. Cinque campioni capaci di arrivare al numero uno e vincere Slam, che spesso si sono dovuti inginocchiare di fronte alla sua superiorità.

Col quinto successo allo Us Open, datato 2008, Federer riuscì anche a eguagliare il primato di vittorie a New York nell’Era Open, cinque come Jimmy Connors e Pete Sampras. Da allora più nessuno è riuscito a fare tanto, anche se nel 2023 Novak Djokovic si è portato a quota quattro e dal 26 settembre proverà a inserirsi nel club dei cinque volte campioni, nel torneo trasmesso in diretta e in esclusiva (fin dalle qualificazioni) da SuperTennis.

Dovesse farcela, Federer e i suoi tifosi tornerebbero a mangiarsi le mani per la sconfitta in finale del 2009, quando pareva tutto apparecchiato per il sesto trionfo consecutivo (mai riuscito a nessuno in nessun Major, sempre limitando lo sguardo all’era Open) ma lo svizzero si lasciò sorprendere in cinque set in finale da un giovane Juan Martin Del Potro. Pareva un incidente di percorso, invece quel 14 settembre si ruppe qualcosa nel rapporto fra Roger e New York, che da allora ha avuto nove padroni diversi ma mai più lo svizzero.

Un dato, quest’ultimo, molto significativo: fra i quattro Slam, negli ultimi 15 anni lo Us Open è stato quello ad aver cambiato più vincitori, e non ha mai proposto lo stesso campione per due edizioni consecutive. Se ci aggiungiamo che fra i Major è l’unico – nell’era Open – a non essere mai stato vinto più di cinque volte dallo stesso giocatore, ecco che emerge come, almeno secondo le statistiche, si possa considerare il più complicato da conquistare. Numeri che rendono ancora più iconici i cinque titoli consecutivi della leggenda di Basilea.

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