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Italia, la semifinale Davis numero 19 della storia

Con il successo in rimonta sull'Olanda, l'Italia di capitan Filippo Volandri raggiunge per la 19esima volta le semifinali di Coppa Davis. Il bilancio complessivo dell'Italia in Davis è di un successo, sei finali perdute e 12 semifinali.

di | 23 novembre 2023

Il capitano dell'Italia Filippo Volandri in conferenza stampa alle Davis Cup Finals di Malaga (Foto Sposito/FITP)

Il capitano dell'Italia Filippo Volandri in conferenza stampa alle Davis Cup Finals di Malaga (Foto Sposito/FITP)

Con il successo in rimonta sull'Olanda, l'Italia di capitan Filippo Volandri raggiunge per la 19esima volta le semifinali di Coppa Davis. Il bilancio complessivo dell'Italia in Davis è di un successo (1976), sei finali perdute (1960, 1961, 1977, 1979, 1980 e 1998) e 12 semifinali (di cui 6 finali interzone nel 1928, 1930, 1949, 1952, 1955 e 1958, e 6 semifinali nel 1974, 1996, 1997, 2014, 2022 e 2023 da giocare contro la Serbia.

La prima volta che l'Italia è entrata nell'elite è stato nel 1928 quando Uberto de Morpurgo guidò dalla panchina e dal campo una squadra solida che faceva perno anche su Giorgio De Stefani e sul doppista Placido Gaslini. Gli azzurri superarono a Genova l'Australia 4-1, a Roma la Romania 4-1, a Torino l'India 4-1 a Felixstowe la Gran Breatagna 4-1 e a Milano la Cecoslovacchia 3-2 nella finale europea. Sulla terra rossa del Roland Garros l'Italia poi perse la finale interzone contro gli Stati Uniti per 4-1.
Due anni dopo nel 1930 la stessa identica formazione sfiorò nuovamente la finale: 5-0 all'Egitto a Roma, 3-2 all'Austria a Vienna, 3-2 all'Australia a Milano e 3-2 al Giappone a Genova. Ancora fatale la terra del Roland Garros e gli Stati Uniti che prevalsero per 4-1 nella finale interzone.

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Dal 1949 e per le successive 10 stagioni l'Italia raggiunge per 4 volte la finale interzone: nel 1949 Gianni Cucelli, Marcello e Rolando Del Bello batterono il Sud Africa a Milano 4-1, il Cile a Torino 4-1, la Jugoslavia a Roma 3-1, la Francia a Parigi 3-2 per poi arrendersi 5-0 all'Australia a Rye.  Nel 1952 debuttò in nazionale Fausto Gardini che vinse i primi 10 singolari giocati portando l'Italia nuovamente a un passo dalla finale: 5-0 all'Egitto a Roma, 4-1 alla Gran Bretagna a Bologna, 4-1 alla Danimarca a Milano, 3-1 al Belgio a Milano e 3-2 all'India a Brisbane. A Sydney però ci fu il cappotto e il sonoro 5-0 subito contro i padroni di casa dell'Australia.

Arriviamo all'epopea di Nicola Pietrangeli. Nel 1955 sull panchina azzurra c'è Vanni Canepele. In squadra ci sono mostri sacri: oltre a Nicola, c'è Beppe Merlo, Fausto Gardini e Orlando Sirola. Si parte con il 5-0 alla Germania a Monaco di Baviera, poi 5-0 alla Danimarca a Copenaghen, 5-0 alla Gran Bretagna a Birmingham e 4-1 alla Svezia a Milano. Attraversiamo l'Atlantico ma perdiamo 5-0 a Philadelphia contro l'Australia.

Nel 1958 tutto è nelle mani di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, impiegati sia in singolare che in doppio: 3-2 all'India a Firenze, 5-0 alla Danimarca a Copenaghen, 4-1 alla Polonia a Versavia, 4-1 alla Gran Bretagna a Milano e 5-0 alle Filippine e Sydney. A Perth perdiamo 5-0 contro gli Stati Uniti.


Nel 1960 e 1961 finalmente accediamo al Challenge Round, ovvero alla finalissima. Nel 1960 battiamo l'Ungheria 3-2 a Budapest, il Cile 3-2 a Torino, la Gran Bretagna 4-1 a Wimbledon, la Svezia 3-2 a Bastad e recuperiamo da 0-2 a 3-2 contro gli Stati Uniti a Perth. Gli azzurri si spostano a Sydney e perdono 4-1 contro l'imbattibile Australia il primo storico Challenge Round.

L'anno dopo 3-2 al Belgio a Bruxelles, 3-2 alla Germania a Monaco, 4-1 alla Francia a Parigi, 4-1 alla Svezia a Milano, 4-1 agli Stati Uniti a Roma e pesantissimo 5-0 a Melbourne nella finale con in palio l'insalatiera d'argento contro l'Australia.

Dal 1974 al 1980 l'Italia di Panatta, Barazzutti e Bertolucci ottiene una semifinale persa a Johannesburg contro il Sud Africa nel 1974, la storica vittoria di Santiago del Cile del 1976 e altre 3 finali perdute (Sydney 1977 contro l'Australia 3-1, San Francisco 1979 contro gli Stati Uniti 5-0 e Praga 1980 contro la Cecoslovacchia 4-1).

 

Andrea Gaudenzi e Diego Nargiso abbracciano il capitano Paolo Bertolucci a Milwaukee nel 1998

Nell'epoca del tabellone mondiale a 16 l'Italia ottiene la semifinale nel 1996 (vittorie sulla Russia 3-2 a Roma e sul Sud Africa 4-1 a Roma) persa a Nantes dopo essere stati avanti 2-0 contro la Francia. Poi nel 1997 è ancora semifinale con le vittorie di Roma sul Messico per 4-1 e di Pesaro sulla Spagna sempre per 4-1, prima della inevitabile sconfitta di Norrkoping contro la Svezia per 4-1.

L'anno dopo, a sorpresa, l'Italia di capitan Bertolucci approda alla finale: 4-1 a Genova sull'India, 5-0 a Prato sullo Zimbabwe e 4-1 a Milwaukee sugli Stati Uniti con un grande Davide Sanguinetti. Nella finale al Forum di Assago la spalla di Andrea Gaudenzi cede insieme al sogno di battere la Svezia. Gli scandinavi si aggiudicano la finale per 4-1.

Le ultime tre semifinali nel 2014, 2022 e 2023. Nel 2014 battiamo a Mar del Plata l'Argentina 3-1 e a Napoli la Gran Bretagna 3-2 prima di cedere 3-2 a Ginevra contro la Svizzera di Roger Federer. Lo scoso anno raggiungiamo le finals a 8 di Malaga, battiamo gli Stati Uniti 2-1 ma perdiamo in semifinale contro la Croazia.  

Quella di quest'anno è la 19esima semifinale, da giocare sabato contro la Serbia di Djokovic.

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