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Davis, guerre e cambi di sede: a quando una 'diplomazia del tennis'?

Israele e Libano costrette a cambiare sede, per evitare il conflitto in Medio Oriente. Russia e Bielorussia assenti. E Cina e Taipei che potrebbero trovarsi di fronte nel 2026. Ecco come la Davis riflette le tensioni internazionali

02 febbraio 2025

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Il tennis è un piccolo mondo a parte, ma nel mondo grande ci deve stare, sottostando a quelle che sono le condizioni del momento. Un esempio? Arriva direttamente da questo weekend di Coppa Davis, in alcuni casi fortemente condizionato dalle guerre in corso in questo momento, o comunque dalla situazione geopolitica delicata di alcune aree del pianeta.

ISRAELE VS GERMANIA

Prendiamo Israele-Germania, sfida di primo turno del tabellone di qualificazione che porterà alle Finals di Bologna. Non si poteva certo giocare in Israele, in questo periodo, e così l'incontro è stato spostato a Vilnius, in Lituania. Qualcosa che era già accaduto, dall'inizio dell'ultima guerra in Medio Oriente, al team israeliano: nel 2024 Israele-Ucraina fu giocata a Cipro, mentre l'ultimo confronto in scena a Tel Aviv risale al settembre 2023, Israele-Giappone. L'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre avrebbe poi fatto entrare l'intera regione in un lungo periodo di instabilità.

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LIBANO VS PERÙ

Per lo stesso motivo, ossia la guerra in Medio Oriente, Libano-Perù è stata spostata in Egitto, precisamente al Cairo. Partita che ha visto i libanesi cedere già dopo il doppio. Il Libano, tuttavia, sta vivendo il suo momento più importante se parliamo di tennis, con due personaggi come Hady Habib e Benjamin Hassan che possono garantire un certo rendimento ad alto livello. Come per Israele, l'ultimo incontro casalingo per la formazione del Paese dei cedri risale al 2023, mentre entrambe le sfide del 2024 – quella persa contro il Giappone e quella vinta contro il Sudafrica – erano state giocate al Cairo, ormai seconda casa dei libanesi.

RUSSIA, BIELORUSSIA, UCRAINA

A causa dell'altra guerra in corso (ormai dal febbraio 2022), ossia quella tra Russia e Ucraina, non sono invece presenti nel tabellone della Davis i team di Russia e Bielorussia, sospesi dall'ITF per quanto riguarda le competizioni a squadre. Mentre l'Ucraina continua a giocare, pur dovendo sempre – ovviamente – trovare un terreno alternativo. Stavolta non ce n'è stato bisogno, perché il team gialloblù era impegnato in trasferta a Tunisi. Ma negli ultimi tre anni gli ucraini – per godere della scelta della superficie – si sono dovuti spostare a Vilnius (due volte), ad Antalya e persino in Georgia. L'ultimo confronto veramente casalingo risale al 2021, a Kiev, guarda caso contro Israele.

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CINA, TAIPEI, USA

Un'altra situazione potenzialmente difficile da gestire a livello diplomatico potrebbe presentarsi già il prossimo anno. Perché se nel 2025 Cina e Taipei sono divise addirittura da due gruppi di distanza (incredibilmente, a favore di Taipei), nel 2026 si potrebbero incrociare nel gruppo 1. Taipei ha perso – come da pronostico – contro gli Stati Uniti nel primo turno del World Group, malgrado un paio di incontri (quello di Michelsen contro Wu e il doppio) più equilibrati del previsto. Mentre la Cina non ha avuto problemi di fronte al team del Montenegro, superato nel Gruppo 2 senza nemmeno bisogno di schierare la formazione più forte.

La Cina potrebbe salire, mentre Taipei rischia di scendere, e non sarebbe sorprendente una prossima sfida tra le due formazioni. L'ultimo derby asiatico peraltro è piuttosto recente, risale al 2017 e vide il netto successo (in trasferta) dei cinesi. Mentre gli head to head totali, dal 2003 a oggi, parlano del Dragone avanti per 4-2. Il punto è che la tensione fra i due Paesi sta raggiungendo un livello mai toccato negli ultimi 20-30 anni. Nel 2021, il presidente cinese Xi Jinping ha parlato apertamente in un discorso di un’ipotesi di riunificazione, da attuare entro il 2049. Mentre in seguito il contrasto fra Cina da una parte, Stati Uniti e l'isola di Taiwan dall'altra, si è persino acuito, con tanto di manovre militari frequenti nell'area.

Si è sempre detto che lo sport può avvicinare i popoli, e negli anni 70 proprio Stati Uniti e Cina furono esempi in questo senso, attraverso quella che allora chiamarono 'diplomazia del ping pong'. Chissà che stavolta non si possa in qualche modo creare una diplomazia del tennis.

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