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Il sogno di Darderi: "Affrontare Alcaraz per andare a conquistare una medaglia..."

Per Luciano, lasciando da parte le gare giovanile, è l'esordio con la maglia azzurra: "Una grande emozione e una bella responsabilità, ma innanzitutto un orgoglio poter lottare per questi colori”.

di | 26 luglio 2024

Luciano Darderi esulta

La faccia giusta e tutto quanto il resto… Come per l’intellettuale nella celebre “Bomba o non bomba” di Venditti, Luciano “big” Darderi ha le carte in regola per ritagliarsi un posto anche al sole (sperando torni presto) del Roland Garros in versione olimpica: personalità (diremmo “cazzimma”) e tecnica, esaltata da questa terra rossa bagnata che trasforma le palline in meloni vaganti (copyright Simone Tartarini). Ma, per carità, non dategli del “terraiolo”. “Semplicemente – ricorda lui -, sembro più a mio agio sulla terra perché sono cresciuto su questa superficie e ci ho giocato di più”. E in effetti, score del 2024 alla mano, il ragazzo con sangue argentino e residenza – ormai – a Fano, se l’è cavata sul cemento e finanche sull’erba.

Ma che importa, poi? Qui si gioca sulla terra, e allora si può dare libero sfogo alla fantasia, con la quale – peraltro – più di qualcuno ha già schiacciato e distrutto schiere di avversari. Dove può arrivare Lucianone? “Ragioniamo partita dopo partita”, dice controllato a vista da papà Luciano, per tutti Gino (lui davvero “Big”). “Meglio pensare solo al primo avversario”. Giusto, anche perché non è affatto banale: l’americano Tommy Paul, numero 9 del seeding, con cui domani Darderi aprirà il programma del campo 7. “Avversario tosto, non impossibile per Luciano”, assicura Filippo Volandri. Ieri, il ct, qui col title di “team leader”, ha guidato il breve (ma intenso) allenamento di Luciano e Matteo (Arnaldi) sul campo 14.

Darderi, catapultato da Umago – dove facevano una quarantina di gradi all’ombra – si è ritrovato nel clima appiccicaticcio di una Parigi piovosa ma non fredda. E con una problema alle racchette, tutte da incordare. Ma ci vuole ben altro per togliere il sorriso dalla faccia di questo ragazzo.

Faccia, oltre che giusta, nuova del gruppo. “A parte le esperienze con le Nazionali giovanili, sono all’esordio con la maglia azzurra”, ricorda. Già. Mai giocato un minuto nemmeno in Coppa Davis. 

Luciano Darderi in azione (foto Twitter Luciano Darderi)

E chissà che a settembre a Bologna… Intanto, “una grande emozione e una bella responsabilità – dice -, ma innanzitutto un orgoglio poter lottare per questi colori”. Già ritrovarsi tra questi viali, su questi campi, per un evento del genere… “Chi l’avrebbe mai detto solo pochi mesi fa? Ricordo quando Alcaraz mi mandò un messaggino di congratulazioni: io ero il 140 del mondo e lui il numero uno. Ora, sono qui a fantasticare di affrontarlo per una medaglia olimpica…”. Caro Luciano, stapperemmo comunque una buona bottiglia, significherebbe che ti sei spinto fino ai quarti di finale! “Ripeto, sto bene e mi sento pronto a dare il massimo, come al solito”. Giusto, perché limitare la Provvidenza?

Anche perché – peraltro – Darderi ha anche la chance del doppio, in coppia con Lorenzo Lollo Musetti, decisamente l’azzurro del momento insieme a Berrettini (quanto ci manchi, Matteo…). “Mai giocato insieme, nemmeno a Umago siamo riusciti a fare qualche scambio”, ammette Darderi.

Non c’è più tempo di allenarsi, Musetti arriverà a Parigi giusto in tempo per iniziare la competizione, domenica il singolare, sabato il doppio, sempre che non raggiunga la finale in Croazia, a quel punto domenica di fuoco al Roland Garros.

Luciano lo aspetta, ma in prospettiva aspetta Vito Antonio, il fratellino di cui si dice un gran bene, anche meglio di lui. “Bravo ma un po’ ribelle”, ammette il papà. “Sarebbe un sogno giocare in doppio con il fratellino, magari a Los Angeles…”. Già, magari.

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