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Una “prima” da ricordare per Matteo: “Non vedevo l’ora di giocare”

Arnaldi racconta le emozioni dell’esordio in singolare con la maglia della nazionale: “Giocare per il tuo Paese è tutta un’altra storia”

di | 15 settembre 2023

Matteo Arnaldi esulta (foto Sposito)

Matteo Arnaldi esulta (foto Sposito)

Arriva in sala stampa con un sorriso da un orecchio all’altro Matteo Arnaldi. Il suo primo match di Davis in singolare vinto contro Garin è stato un capolavoro di tenacia e carattere. “Ero un po’ nervoso all’inizio e non riuscivo a giocare il mio tennis migliore - ammette -. Nel secondo set ho cercato in ogni modo di rimanergli attaccato e nel terzo la chiave è stata quel quarto game da 15 minuti (e 20 punti; ndr). Quando giochi per il tuo Paese è molto differente: senti la pressione, il calore della gente. In questa sfida stiamo cercando di fare tutti del nostro meglio”.  

L’inizio partita è stato piuttosto complicato: “Non era un match semplice da giocare dopo la sconfitta con il Canada. Però non vedevo l’ora di scendere in campo, perché sono venuto qui per giocare e non per stare in panchina. E voglio ringraziare il capitano Filippo Volandri per questa opportunità che mi ha dato”.

L’importanza di continuare a crederci: “Sapevo che sarei stato teso ed ho cercato di superare questa cosa. Sapevo che il mio miglio tennis sarebbe arrivato prima o poi ma soprattutto sapevo che ci avrei provato fino alla fine”.

La diagonale sul diritto di Garin si è rivelata estremamente positiva negli ultimi due set: “Quello sugli scambi della diagonale del diritto incrociato era uno schema che avevamo studiato, anche se all’inizio lui mi ha un po’ sorpreso. Il game chiave de match? Lì più che a spingere sono stato bravo soprattutto in difesa”.  

Quelle in Nazionale sono emozioni speciali, e diverse, anche se paragonate ad uno Slam: “A New York negli ottavi contro Alcaraz giocavo per me stesso: ho cercato di fare una bella figura ma avevo meno pressione ed avevo già vinto tre partite. Qui invece avevo giocato solo in doppio, che è una cosa molto differente. Di nuovo in campo in doppio oggi? Di solito si decide dopo i singolari. Io comunque sono sempre pronto”.

Matteo e l’amore per il tennis: “Ho iniziato a seguirlo da quando Djokovic ha vinto per la prima volta tre Slam in una stagione, era il 2011. Per il resto io sono di Sanremo: mi piace andare al mare, scherzare e divertirmi con gli amici”.

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