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Coppa Davis, la Final 8 in Italia: tornano i grandi match evento in Italia

La Final 8 di Coppa Davis, la fase finale che assegna il titolo, si giocherà per la prima volta in Italia. Nel 2025 l'Italia difenderà il secondo titolo consecutivo a Bologna, che negli ultimi anni ha ospitato gli azzurri nella fase a gironi.

di | 02 dicembre 2024

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La Final 8 di Coppa Davis, la fase finale che assegna il titolo, si giocherà per la prima volta in Italia. Ritorna dunque l'atmosfera dei grandi eventi, come a Torino, alla Inalpi Arena, nel 2021 quando Jannik Sinner, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti debuttarono in nazionale subito dopo la conclusione della prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals.

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La decisione dell'ITF permette all'Italia di tornare teatro di una sfida per il titolo in Coppa Davis per la prima volta dal 1998, dalla sfida contro la Svezia a Milano di fatto decisa dalla rottura del tendine della spalla destra sofferto nella prima giornata da Andrea Gaudenzi, oggi presidente dell'ATP.

In diverse occasioni in Italia si sono disputati scontri per l'insalatiera oppure, come accadeva con il vecchio formato prima dell'introduzione del World Group, le finali Inter-Zone, gli scontri tra gli sfidanti per andare a disputare il Challenge Round contro i campioni in carica.

LA GRANDE STORIA DELL'ITALIA IN COPPA DAVIS

Proprio a questa seconda categoria appartiene la sfida vinta contro gli USA nel 1961 al Foro Italico, a Roma. Sulle tribune si appassiona anche il cantante Renato Rascel e la sua segretaria, che diventerà sua moglie, la francese Huguette Cartier. La finale comincia male. Fausto Gardini cede, frenato dai crampi, conro il modesto Jon Douglas. Nicola Pietrangeli rimonta due set di svantaggio, in un match sospeso per oscurità e concluso il giorno successivo, contro Whitney Reed. Poi in doppio con Orlando Sirola firma il punto del 2-1: insieme battono Reed e Donald Dell, che sarà il primo agente nella storia dello sport e farà firmare a Stan Smith il contratto per le scarpe più famose del tennis. Il pubblico del Foro Italico può festeggiare il 16 ottobre 1961. Pietrangeli domina Douglas in tre set poi, a punteggio acquisito ma comunque in cinque set, Gardini batte Reed dopo tre ore di lotta. 

Nick 90 La leggendaria carriera di Nicola Pietrangeli

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Nel 1976 al Foro si gioca la partita che ci porterà in finale: battiamo infatti l'Australia. La prima giornata si chiude 1-1. Corrado Barazzutti vince il match sulla carta più difficile, contro il baffuto John Newcombe che però non è quello dei giorni migliori, 7-5 6-1 6-4. Adriano Panatta, però, manca la chance del 2-0 e cede in tre set contro John Alexander che l'anno prima era stao numero 8 del mondo (il suo vbest ranking). Si riscatta il giorno dopo in coppia con Paolo Bertolucci. Il largo successo 6-3 6-4 6-3 su Tony Roche e John Newcombe, cinque volte campioni a Wimbledon, cambia la storia dell'incontro e del nostro percorso in Davis. Sarà proprio Panatta a dare il punto decisivo, nel quinto singolare, contro Newcombe, che invano il capitano Fraser ha cercato di sostituire con Ross Case.

Nel 1979 sulla terra rossa del Foro Italico cadono i britannici. E' la finale della zona europea, che ci qualifica tra le quattro che andranno a lottare per il titolo nel tabellone Inter-Zone. La sconfitta di Panatta nel primo singolare contro Mottram sembra mettere in salita il confronto.

Resta, quello, l'unico punto della Gran Bretagna. Barazzutti nella prima giornata, e Panatta nell'ultima, battono John Lloyd, marito di Chris Evert. Vinciamo anche in doppio: il capitano Bitti Bergamo sceglie di schierare Barazzutti e Zugarelli, che superano Lloyd e Mark Cox. L'Italia dimostra di avere quattro giocatori intercambiabili, un pregio che tornerà utile anche nella successiva semifinale Inter-Zone contro la Cecoslovacchia di un giovane Ivan Lendl, sconfitto in singolare sia da Barazzutti sia da Panatta.

L'esultanza di Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli dopo la vittoria in doppio contro la Gran Bretagna in Davis nel 1979 (Foto Tonelli/FITP)

L'esultanza di Corrado Barazzutti e Tonino Zugarelli dopo la vittoria in doppio contro la Gran Bretagna in Davis nel 1979 (Foto Tonelli/FITP)

Anche nel 1980 il Foro Italico fa da cornice alle sfide decisive che proiettano gli azzurri alla finale di Coppa Davis. Prima la finale europea contro la Svezia, poi la semifinale Inter-Zone contro l'Australia, segnata dalle proteste di John Alexander, colpito anche da una monetina lanciata dai tifosi, nel secondo singolare contro Panatta, battuto ma protagonista in doppio con Bertolucci di un successo cruciale su Peter McNamara e John McNamee. La sesta finale nella storia dell'Italia, a Praga contro la Cecoslovacchia, sarà condizionata dalle decisioni fin troppo casalinghe dell'arbitro Antonin Bubenik. E convincerà l'ITF a cambiare le regole e imporre arbitri neutrali.

Una sola volta l'Italia ha giocato in casa la finale per il titolo, nel 1998 al Forum di Assago di Milano. E' il 1998, l'Italia affronta la Svezia davanti a 15 mila tifosi pieni di speranza e di orgoglio. Si gioca su terra rossa, particolarmente lenta, al coperto. Il sogno dura fino al 6-5 nel quinto set del primo singolare.

E' il momento in cui Andrea Gaudenzi, oggi presidente dell'ATP, sente un crack. Ha ceduto il tendine della spalla destra. Il primo punto va a Magnus Norman, allora numero 50 ATP ma futuro numero 2 del mondo, più famoso per la love story con Martina Hingis. Lo svedese avrà molto più successo da allenatore di Stan Wawrinka.

1998 e 1976, i momenti da ricordare

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La delusione coinvolge anche Davide Sanguinetti, velocemente battuto dal numero 31 del mondo, ma con un passato da top.10, Magnus Gustafsson. Si chiude rapidamente anche il doppio, Sanguinetti e Nargiso cedono contro Nicklas Kulti e Jonas Bjorkman, letale con le sue risposte anticipate sulla terra lenta. 

Quella finale però resta un momento unificante nel segno della determinazione, della passione. E' la conferma del fascino che la Coppa Davis ha sempre esercitato in Italia. Un fascino sempre più forte grazie a Jannik Sinner, a Matteo Berrettini, a Lorenzo Musetti, a Matteo Arnaldi, Flavio Cobolli e Lorenzo Sonego, ad Andrea Vavassori e Simone Bolelli, protagonisti dell'ultimo indimenticabile biennio di successi. Perché la maglia della nazionale è sempre speciale per chi la indossa e per chi semplicemente fa il tifo.

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