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Ripercorriamo la gestione di Filippo Volandri nominato capitano all'inizio del 2021
di Alessandro Mastroluca | 26 novembre 2023
Forza del gruppo, capacità di passare attraverso le difficoltà, disponibilità. Su questi punti fermi Filippo Volandri ha costruito un capolavoro in tre anni da capitano di Coppa Davis. Fin dalla sua nomina, a gennaio del 2021, i pilastri del Volandri-pensiero non sono cambiati.
Direttore Tecnico Nazionale del 2018, Volandri viene scelto per succedere a Corrado Barazzutti, capitano di Coppa Davis ininterrottamente per 20 anni, e anche capitano di Fed Cup dal 2002 al 2016, anni in cui ha condotto la Nazionale femminile alla conquista di 4 titoli nell'allora Fed Cup, oggi Billie Jean King Cup.
Nato a Livorno il 5 settembre del 1981, Volandri ha raggiunto da giocatore il best ranking di numero 25 nel 2007 dopo la semifinale agli Internazionali BNL d'Italia, in quella settimana magica in cui ha eliminato negli ottavi Roger Federer, allora numero 1 del mondo.
Numero 1 d'Italia per oltre 200 settimane, ha vinto due titoli ATP e 12 Challenger. Ha disputato 10 confronti fra nazioni in Coppa Davis, con un record di 10 successi e 7 sconfitte in singolare.
Filippo Volandri a margine della conferenza stampa di presentazione del girone di Coppa Davis a Bologna (Francesca Grana/FITP)
"Quando un bambino inizia a giocare a tennis, ha sempre un sogno nel cassetto. Io più che uno Slam avevo nel cuore gli Internazionali d’Italia e ovviamente la maglia azzurra. Ho avuto la fortuna di indossarla per tanti anni, ma non pensavo addirittura di arrivare ad diventarne il capitano. Ciò mi rende molto orgoglioso perché vuol dire che in questi quattro anni di dirigenza tecnica abbiamo dimostrato che il lavoro è quello giusto” ha detto a SuperTennis alla sua prima uscita pubblica da capitano. "Il mio pensiero va ai bambini che iniziano con il sogno di vestire la maglia azzurra. Io vengo proprio da quel mondo, dal settore giovanile, e voglio far sì che non sia solo un sogno, ma che possa diventare realtà. In uno sport individuale per me è importante trasmettere un senso di appartenenza, e la coppa Davis è il modo migliore”.
Il primo esame lo affronta alle Davis Cup Finals di novembre 2021. Si gioca a Torino, dopo la prima edizione italiana delle Nitto ATP Finals. L'Italia è inserita nel girone con Stati Uniti e Colombia. “Siamo una squadra con tanti giovani, avremo bisogno di tempo ma ci toglieremo grandi soddisfazioni. La parola chiave è collaborazione - dice -. Abbiamo iniziato a lavorare strettamente con il settore privato. Berrettini e Sonego sono stati gli apripista in queste grandi collaborazioni dove il Settore Tecnico è andato con le proprie consulenze ad aiutare la crescita del giocatore e anche dello stesso allenatore".
Prima dell'esordio a Torino, Volandri si descrive come "un capitano che sta studiando tanto, perché non è scontato aver fatto il giocatore, poi diventare allenatore e addirittura direttore tecnico di un settore di una federazione. Non è scontato essere pronto a fare il capitano". Chiaro il suo principio guida: "Per me il concetto di squadra è veramente fondamentale. Lavoreremo tanto su questo, sull’approccio mentale a una competizione di squadra in uno sport che è forse il più individuale che c’è".
Le foto della festa azzurra in Davis, con Ringraziamento…
Senza Matteo Berrettini per l'infortunio che l'ha costretto al ritiro dopo la prima partita alle Nitto ATP Finals, e ha portato Jannik Sinner a debuttare nel torneo come riserva, l'Italia a Torino nel 2021 supera il girone alle Finals battendo USA e Colombia.
Il percorso finisce nei quarti contro la Croazia nei quarti. "Arrivare ai quarti è stato sicuramente un ottimo risultato considerato il fatto che non c’era Matteo Berrettini per infortunio. Tutti avremmo voluto giocare la semifinale a Madrid, però come primo anno l’obiettivo primario era dare un senso di appartenenza, dare un senso di gruppo e credo che questo si sia visto. Quello che mi piace di tutti i ragazzi è il mettersi a disposizione di un gruppo, cosa che non è scontata per un giocatore di tennis ha detto a SuperTennis a febbraio 2022, ripensando alle sue prime Finals da capitano.
Volandri è già proiettato verso lo spareggio di Bratislava contro la Slovacchia, decisivo per entrare nella fase finale del 2022. "Abbiamo basato la nostra crescita sulla relazione con gli allenatori, con i coach dei ragazzi. Oggi gli allenatori si parlano tra di loro, noi abbiamo un ottimo rapporto con i coach stessi perché mi piace chiamarci dei potenziatori dei team" spiega Volandri, capitano giovane di una squadra giovane. "Sicuramente posso più facilmente entrare nella testa dei giocatori proprio perché ci sono passato non tanto tempo fa, ho fatto quel percorso" dice.
Contro la Slovacchia, accanto a Sinner, debutta in nazionale Lorenzo Musetti che festeggia i vent'anni con la squadra poi vince il punto decisivo al quinto singolare all'NTC Centre. Poi, dopo il successo, in conferenza stampa arriva la video-chiamata di Matteo Berrettini, assente per infortunio: "Bravi, siete stati grandi" dice ai compagni.
Slovacchia Italia, il day 2 in immagini
L'Italia si qualifica per la fase a gironi delle Davis Cup Finals 2022. Il girone lo giochiamo in casa, alla Unipol Arena di Bologna. Primo avversario la Croazia, lo stesso che ha eliminato gli azzurri nei quarti a Torino nel 2021, poi Argentina e Svezia. Volandr può schierare sia Jannik Sinner, sia Matteo Berrettini. "Per raggiungere obiettivi importanti, bisogna passare dalle difficoltà. L'abbiamo fatto in maniera strepitosa e credo che questo ci abbia resi più squadra. Sapete peraltro quanto tengo al concetto di squadra" dice Volandri nella conferenza stampa alla vigilia dell'esordio azzurro a Bologna. Il capitano traccia strada e obiettivo, senza cambiare i concetti chiave: "Ho una squadra di alto livello che si è messa completamente a disposizione in un progetto che punta a provare decisamente a vincere la Coppa Davis. Lavoriamo duro, in accordo e in collaborazione con i dirigenti della Federazione Italiana Tennis, proprio per questo".
L'Italia si prende la rivincita sulla Croazia, sconfitta 3-0. "Non mi aspettavo questo punteggio - dice il capitano -. Abbiamo una squadra unita, e questo fa la differenza". La vittoria sull'Argentina nel secondo incontro del girone basta per la matematica qualificazione alla fase finale di Malaga. Dove però Berrettini ufficialmente va solo come tifoso, perché alle prese con l'infortunio sofferto nella finale dell'ATP 250 di Napoli persa contro Lorenzo Musetti. "Non è mai successo in passato che un giocatore infortunato venga a partecipare a prescindere dal fatto che non possa giocare e questo credo sia un segnale importante da parte di Matteo e da parte di una squadra che vuole state insieme a lui” sottolinea il capitano.
L'Italia ottiene una wild card e dunque un posto alla fase a gironi della Coppa Davis 2023, a Bologna, senza passare per i preliminari. "Due anni fa siamo partiti con la costruzione di un gruppo, oggi siamo una squadra. E' lo step successivo e l'abbiamo completato anche prima di quanto mi aspettassi" spiega il capitano.
Quelle parole prendono peso e concretezza. Alla Unipol Arena mancano Jannik Sinner, che ha vinto il suo primo Masters 1000 in arriera a Toronto ed è in piena corsa per un posto alle Nitto ATP Finals, e Matteo Berrettini, arrivato agli ottavi a Wimbledon ma è ancora una volta ko per un infortunio. Cruciale, stavolta, la caduta contro Arthur Rinderknech al secondo turno dello US Open.
Non è facile l'avvicinamento alle sfide decisive per il passaggio alle Final 8. Volandri, che aveva inizialmente scelto Fabio Fognini, chiama Andrea Vavassori, che però nell'ultimo torneo giocato prima di arrivare a Bologna a sua volta si fa male. Fognini, rivela il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi a Sky in occasione della festa per i 90 anni di Nicola Pietrangeli, l'ha chiamato per scusarsi.
Binaghi elogia il lavoro di Volandri e l'impatto che è riuscito ad avere da direttore del Settore Tecnico. "Se da due anni le federazioni e i media di tutto il mondo ci chiedono di incontrarci per conoscere qual è il nostro segreto, e capire perché abbiamo la migliore nidiata di giocatori, e sottolineo anche di uomini, è indiscutibilmente merito del Settore Tecnico, il cui dirigente è Graziano Risi che ha creato insieme al direttore del Settore Tecnico Volandri un rapporto straordinario che ha permesso di avere questi grandissimi risultati".
Volandri affronta la fase a gironi con Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Simone Bolelli e i due esordienti in nazionale Matteo Arnaldi, entrato oggi per la prima volta in Top 50, e appunto Vavassori. "Ho chiesto a tutti grandissima disponibilità - ha detto il capitano -. Abbiamo più di un'opzione in doppio, e più di una in singolare. L'obiettivo è di essere tutti pronti a prescindere da chi giocherà. E la risposta che mi stanno dando in questi giorni va esattamente in questa direzione".
L'inizio è il peggiore possibile: 0-3 contro il Canada, che pure gioca senza Shapovalov e Auger-Aliassime. A sostenere l'Italia arriva anche Matteo Berrettini. La squadra si compatta, reagisce, e batte 3-0 il Cile, avversario che ha segnato momenti e snodi storici della nostra storia in Coppa Davis, su tutti quello che da oggi sarà il primo ma non più l'unico trionfo azzurro nella manifestazione, nel 1976. Arnaldi batte in rimonta Christian Garin, Lorenzo Sonego salva quatro match point al numero 22 del mondo Nicolas Jarry, poi torna in campo per il doppio con Lorenzo Musetti "Ho fatto le mie scelte in base alle caratteristiche degli avversari, senza pensare alla classifica - sottolinea il capitano azzurro -. So di avere una rosa ampia e di poter contare sulla disponibilità dei ragazzi. Sono davvero orgoglioso di tutti loro, di tutto il team e dello staff. E sono felice che Matteo (Berrettini; ndr) sia venuto a sostenerci”.
Nell'ultima giornata, l'Italia batte 2-1 la Svezia. Arnaldi e Sonego piegano rispettivamente Leo Borg (figlio del leggendario Bjorn) ed Elias Ymer. Il doppio lo vincono gli svedesi ma conta solo per le statistiche. Dopo il primo successo in singolare, l'Italia è certa del passaggio alla fase finale, la Svezia già eliminata.
"Il giudizio su questa settimana è ‘strepitosa’ - commenta un Filippo Volandri sollevato e fiero -. C’era chi ci aveva già fatto il funerale ed invece questo gruppo meraviglioso ha saputo reagire e questo grazie alla disponibilità di tutti".
La sconfitta contro il Cile, spiega, "ci ha aiutato a compattarci, a creare un senso di appartenenza in uno sport che è prettamente individuale. Ha fatto gruppo anche chi non è sceso in campo come Jannik (Sinner; ndr) che ha mandato messaggi tutti i giorni, o come Matteo (Berrettini; ndr) che ha trovato lo spazio durante la riabilitazione per venire a sostenerci. E questo è stato bello per tutti".
L'amore dell'Italia per la Coppa Davis rinasce a Malaga. Jannik Sinner, primo italiano a chiudere una stagione in Top 5 nell'era Open, gioca. Arriva il giorno dopo la finale alle Nitto ATP Finals, primo italiano ad averne giocata una nella storia del torneo con gli otto migliori giocatori della stagione.
“Demonizzare un campione non serve a nessuno - spiega il capitano, chefa implicito riferimento alle polemiche su stampa e social per la sua scelta di non giocare a Bologna dopo l'eliminazione allo US Open contro Alexander Zverev -. Quello che serviva a Jannik era sentire il supporto di una Federazione, di un capitano, di una squadra che comunque non vede l’ora di abbracciarlo. Durante il girone a Bologna ci siamo sentiti tutti i giorni, ha sofferto e gioito con noi".
L'Italia passa attraverso le difficoltà ma centra la 19ma semifinale in Davis, la seconda consecutiva. Non ne avevamo più giocate due di fila dal 1998.
Le difficoltà aumentano contro la Croazia. Musetti gioca un primo set di grande qualità contro Miomir Kecmanovic, ma non basta. Sinner salva tre match point di fila e batte di nuovo Djokovic, cosa che contro Nole non era mai riuscita a nessuno, poi sono di nuovo Jannik e Sonego a dare il punto decisivo in doppio, contro Djokovic e Kecmanovic. "Siamo più bravi a FIFA..." scherzano i due, che sono molto amici e rendono vincente in campo un'intesa nata fuori per un'idem sentire che li avvicina naturalmente. "Siamo persone semplici, ci stiamo simpatici" ha detto Sinner in conferenza stampa. "Jannik è un cuore Toro dentro, anche se tifa Milan" ha detto Sonego alla Gazzetta dello Sport.
L'Italia torna in finale, la prima dal 1998. Una finale, ammette Volandri, "stra-meritata. Prima del doppio ci siamo detti che dovevamo crederci, con la consapevolezza di giocarcela alla pari. E' bello che si parli tanto di questi ragazzi, perché sono strepitosi". Il resto, come si dice in questi casi, è storia. Quella scritta oggi, e quella ancora da scrivere.