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Davis, siamo in finale! Impresa Sinner, batte Djokovic due volte

Sinner e Sonego battono Djokovic e Kecmanovic nel doppio decisivo e completano la rimonta avviata dal successo di Jannik su Nole. L'Italia sfiderà domani l'Australia

di | 25 novembre 2023

Coppa Davis, Lorenzo Sonego e Jannik Sinner abbracciano Filippo Volandri (Foto Sposito/FITP)

Coppa Davis, Lorenzo Sonego e Jannik Sinner abbracciano Filippo Volandri (Foto Sposito/FITP)

Dopo 25 anni, l'Italia è di nuovo in finale di Coppa Davis. Ci arriviamo grazie a Jannik Sinner, che quando gli azzurri giocavano l'ottava e ultima, contro la Svezia a Milano non era ancora nato, e Lorenzo Sonego che allora aveva tre anni.

Jannik e Lorenzo, gli amici che si scoprono coppia di doppio, battono 63 64 Novak Djokovic e Miomir Kecmanovic. Si completa così il giorno di gloria di Sinner, che ha sconfitto Nole in singolare. E' diventato così il primo italiano a battere per tre volte un numero 1 del mondo, e il primo in assoluto a piegare Djokovic dopo aver salvato tre match point di fila. Poi è proprio il torinese, durante l'intervista a caldo in campo, a lanciare con il microfono i cori per Jannik. E Sinner fa lo stesso guidando gli "Ole Ole Ole Ole! Sonny Sonny!".

Domenica, nell'ottava finale della sua storia, l'Italia ritrova l'Australia, seconda nazione più titolata nella storia della Coppa Davis. Gli Aussies puntano al 29mo titolo alla 49ma finale, il primo dal 2003. L'Italia punta a diventare l'undicesima nazione con almeno due titoli nella storia della manifestazione dopo USA (32), Australia (28), Gran Bretagna (10), Francia (10), Svezia (7), Spagna (6), Russia (3), Repubblica Ceca (3), Germania (3) e Croazia (2). 

ITALIA-SERBIA 2-1

Miomir Kecmanovic (SRB) b Lorenzo Musetti (ITA) 67(9) 62 
Jannik Sinner (ITA) B Novak Djokovic (SRB) 62 26 75
Simone Bolelli/Lorenzo Sonego (ITA) v Novak Djokovic/Dusan Lajovic (SRB) 63 64

 

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La cronaca del doppio Italia-Serbia

Sonego trascina la coppia, Sinner ci mette del suo a rete. Matura così un primo decisivo break (4-2). Si alza tutta la panchina azzurra, Volandri li incita ma non ne hanno effettivamente granché bisogno. 

Si vede che Lorenzo e Jannik si divertono. Sorridono ad ogni punto, l'intesa funziona come già si era visto contro l'Olanda. E poi avere un compagno fresco come Sonego, che può spezzare il ritmo e comunque ha un servizio affidabile, contro la Serbia che schiera i due singolaristi impiegati nei primi due match fa la differenza.

Da fondo, Sonego impegna Kecmanovic con traiettorie più alte e lavorate, Sinner pur con qualche incertezza migliora il gioco di volo. Fino a qualche tempo fa non avrebbe giocato uno smash al salto come quello che porta gli azzurri avanti 5-2 nel primo set. E' lui a mettere il punto esclamativo alla fine del primo set con il secondo ace della coppia italiana, a uscire. 

Il secondo si mantiene in equilibrio. Break italia (servizio Kecmanovic), contro-break Serbia (servizio Sonego). E' un match d'emozioni e passione, il tempo scorre veloce poi d'improvviso rallenta. Al sesto game un brivido: tre palle consecutive per i serbi sul servizio Sinner, che oggi sembra voler vincere ma non facile. Le salva, ne cancella anche una quarta, Djokovic se la prende col pubblico ed è corrida. Un rischio, come i tifosi che non lo amano a tutte le latitudini troppo frequentemente dimenticano.

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Il clima è trascinante, caldo, sonoramente pro-Italia. Il clima in cui Sinner e Sonego possono esaltarsi a vicenda. Perché in queste situazioni emergono cuore, carattere, quel gusto di stare nella lotta e tirar fuori il meglio da se stessi, per la gioia propria e di chi guarda.

Gioia che diventa qualcos'altro, il preludio di un trionfo da pregustare, quando l'Italia firma il break del sorpasso e sale 4-3 dopo un game durato oltre dieci minuti. 

Urla Sonego che ha fatto la differenza a rete. Gioisce tutta la panchina azzurra che s'alza in piedi che lancia il gioioso grido d'orgoglio in vista del traguardo. Poi il cielo, come canta Rino Gaetano nella canzone ormai manifesto delle vittorie azzurre scelta dal dj dello stadio, diventa sempre più blu.

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