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Il mare di Sanremo come sfondo per gli allenamenti, un sorriso sempre presente sul volto e il tennis come ragione di vita. Matteo Arnaldi, ultimo Next Gen italiano richiamato alla corte milanese dei migliori 8 Under 21 al mondo, è un talento che solo quest'anno è riuscito a mettere assieme tutti i pezzi del puzzle
07 novembre 2022
Il mare di Sanremo come sfondo per gli allenamenti, un sorriso sempre presente sul volto e il tennis come ragione di vita. Matteo Arnaldi, ultimo Next Gen italiano richiamato alla corte milanese dei migliori 8 Under 21 al mondo, è un talento che solo quest'anno è riuscito a mettere assieme tutti i pezzi del puzzle, confezionando una stagione all'altezza delle sue possibilità. Oggi Matteo è 134 Atp ed è ormai a un passo dal sogno top 100, dagli Slam in tabellone e da tutto quello che ne consegue. Come porta d'ingresso, le Intesa Sanpaolo Next Gen Atp Finals dell'Allianz Cloud, giunte come premio in extremis, dopo il forfait di Holger Rune, vincitore domenica a Parigi Bercy.
L'ex professionista Alessandro Petrone come coach, nel team che lo segue ci sono anche Matteo Civarolo e il preparatore atletico Diego Silva. Lo scorso anno è esploso passando da un ranking di 900 circa a quota 350. Ma è dal 2022 che sono arrivate le risposte più chiare. Con gli Internazionali BNL d'Italia di Roma, raggiunti dopo aver superato le pre-qualificazioni, come regalo più bello.
Matteo, cresciuto tra Sanremo e il Centro di Tirrenia (dove tuttora passa per allenarsi) è un giocatore completo che non ha paura di prendere in mano lo scambio, cercando di dettare il ritmo a prescindere dalla superficie. Ha fatto bene sulla terra (dove è cresciuto) ma pure sui campi duri. E guardandolo giocare, in effetti, si capisce che sia il prototipo del giocatore polivalente, senza apparenti punti deboli.
Matteo Arnaldi (foto Milesi)
Il suo punto davvero forte, tuttavia, sembra essere il carattere. Coach Petrone racconta che spesso lo vede allenarsi nella corsa pure sotto la pioggia, e in generale è lo stesso Arnaldi ad ammettere che per lui, essere professionista del tennis, non è un mestiere ma un piacere da vivere col sorriso sul volto. Un atteggiamento che evidentemente aiuta a superare la fatica, gli ostacoli e magari qualche sconfitta imprevista.
Nel corso del 2022 ha vinto il Challenger di Francavilla, prima gioia Atp dopo due titoli Itf conquistati lo scorso anno a Bolzano e Skopje. Ma sono comunque tutti passaggi, visto che il ligure – classe 2001 – pare avere altri progetti per il suo futuro. L'obiettivo Finals degli Under 21 è rimasto lì, costantemente presente lungo tutta la stagione. Pareva evaporato in estate, con uno sfortunato ritiro per infortunio in quel di Como, durante la semifinale contro il tedesco Stebe. Invece, nel periodo post Us Open, Matteo ha trovato continuità (semi ad Alicante, finale a St. Tropez) e si è rimesso in corsa. Fino al ritiro di Rune che gli ha restituito ciò che la cattiva sorte gli aveva quasi tolto.
Prove di Next Gen, ci si prepara così
Ammiratore di Novak Djokovic e Rafael Nadal, Arnaldi non assomiglia né all'uno, né all'altro. Ma in qualche modo ha cercato di rubare ai due fenomeni quel carattere che serve più di ogni colpo, per quanto devastante sia. L'obiettivo del 2022 non era un numero, ma la costanza del lavoro. Un obiettivo raggiunto dopo un inizio anno non facile sotto tanti aspetti. Il passaggio da Milano e il confronto con i pari età, in modo particolare con gli altri azzurri Francesco Passaro e Lorenzo Musetti, potrebbe essere un ulteriore step di crescita in un momento felice.
Senza dubbio, da questa settimana milanese, la gente imparerà a conoscerlo meglio, ad apprezzarne il carattere e il tennis, a capire che può puntare anche su questo ragazzo mingherlino ma con tanto talento e altrettanta passione. Uno dei tanti che oggi, in Italia, possono ammettere serenamente di inseguire un sogno importante, sapendo che la strada è stata aperta e che non c'è nulla di impossibile.