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La matricola Nardi ha fretta: “Studio per arrivare in alto”

Il 17enne di Pesaro racconta l’emozionante prima volta in un torneo ATP, ad Anversa: “Esperienza fantastica, che mi ha fatto capire tanto del tennis professionistico. A cominciare dall’intensità e dalla costanza che servono per meritarsi quei palcoscenici”

di | 23 ottobre 2020

Luca Nardi

Luca Nardi

A inizio mese ha calcato i campi parigini del Roland Garros, uscendo negli ottavi di finale del torneo junior, poi questa settimana ha addirittura esordito nel tabellone principale di un torneo ATP, sul veloce indoor di Anversa. E’ un ottobre intenso, ricco di emozioni, per il 17enne Luca Nardi, sicuramente da far invidia a tantissimi coetanei che provano a farsi largo con la racchetta in mano. Lui, che ancora 14enne stupì per essere stato il più giovane di sempre a conquistare un punto nel ranking mondiale e che a marzo a Sharm El Sheikh ha vinto il primo titolo ITF Future, si è trovato catapultato nel circuito maggiore grazie alla wild card concessagli dagli organizzatori del torneo indoor belga (Nardi è numero 917 nella classifica ATP). E c’è mancato poco che il ragazzo di Pesaro non piazzasse il colpo ad effetto, dal momento che al primo turno ha messo paura allo statunitense Marcos Giron, numero 97 del ranking mondiale, cedendo in tre set dopo essere stato avanti 64 4-3.

"Fino a metà del secondo set ho tenuto un buon livello di gioco, poi però sono calato, anche dal punto di vista fisico, finendo per perdere tanti punti – ammette Luca raccontando la sua prima volta Atp - contro un avversario che sa fare tutto benino, ma che mi ha messo in difficoltà per la sua solidità: sbagliava veramente poco. E’ stata una bellissima esperienza, anche e soprattutto fuori dal campo per quanto fosse curato ogni dettaglio dell’evento, che mi ha fatto capire tante cose sul tennis professionistico, in particolare a che punto sono e che continuando a lavorare con costanza per crescere posso starci pure io un domani a questi livelli”.

Insomma, adesso è necessario applicarsi su quanto imparato in questo primo giorno di “università” dal baby talento azzurro, che dopo aver fatto tabula rasa di successi in campo nazionale a livello under 10 e 12 si è messo in evidenza sulla scena internazionale aggiudicandosi nel 2017 il torneo Les Petits As di Tarbes, una sorta di campionato del mondo under 14 indoor.
La differenza principale che ho toccato con mano rispetto ai tornei junior è l’intensità che tutti quanti riescono ad esprimere. E se come potenza posso pure reggere lo scambio, sono invece ancora vittima di troppi alti e bassi e in campo faccio fatica ad essere costante e sempre carico. Ecco, questo è uno degli aspetti sicuramente da migliorare, però ci si può lavorare…”, spiega il giovane marchigiano (numero 45 del ranking ITF junior), che però preferisce non parlare di un sogno realizzato. “Ho potuto assaporare questa realtà grazie a una wild card e non perché me la sono meritata con la mia classifica, per cui ritengo più corretto considerarlo come l’inizio di un percorso, certo non semplice ma assai stimolante. Nelle giornate trascorse ad Anversa ho avuto anche la fortuna di allenarmi insieme a giocatori di alto livello come Dimitrov e Andujar, che sono stati gentilissimi nei miei confronti e anche prodighi di preziose ‘dritte’ dall’alto della loro esperienza. Insomma, mi sono proprio divertito e sono tornato a casa con buone sensazioni. So bene che non è facile, ma sono pronto ad allenarmi e fare tutto quel che serve in prospettiva per potermi guadagnare ancora altri tornei come questo. E se parliamo di sogni nel cassetto il mio è quello di vincere uno Slam”.

Luca Nardi (foto Dell'Olivo)

Intanto c’è già chi lo vede destinato a seguire le orme dei Next Gen tricolori Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, che stanno bruciando le tappe nel Tour a suon di record di precocità. “Non ho mai avuto modo di incontrare Sinner mentre sono molto amico con Lorenzo, anche perché frequentiamo la stessa scuola, liceo linguistico, da privatisti e quindi spesso durante le lezioni abbiamo diviso il banco. E abbiamo sempre girato insieme per tornei, anche se ora lui svolge un’attività diversa: ha sempre avuto qualità tennistiche e fisiche eccelse e in più è un grande lavoratore, per cui era inevitabile questa sua esplosione anche nel circuito dei grandi”, il giudizio di Luca,che fin da piccolino si è avvicinato a questo sport seguendo l’esempio del fratello maggiore Niccolò (ha anche una sorella maggiore, Giulia, che ha sempre nuotato e studia all’Università Bocconi di Milano).

“Però non ho mai avuto un campione preferito, neppure da ragazzino, piuttosto preferisco da ognuno cercare di assimilare quello che è il loro punto di forza o miglior pregio. Quale è il mio? L’estrosità, intesa come imprevedibilità in campo. Diciamo che non mi entusiasma troppo l’idea di correre, per cui cerco soluzioni rapide per fare il punto, scendendo a rete appena possibile o adottando variazioni”, la precisazione del ragazzo nato il 6 agosto del 2003.
A cercare di mettere il necessario ordine nel suo tennis sarà ora Roberto Antonini, il coach con cui ha appena iniziato a lavorare e lo ha accompagnato anche ad Anversa. Lo conosco da tanto tempo perché anche lui è di Pesaro. Mi dava già una mano nei periodi in cui stavo a casa, mi sono sempre trovato bene e quindi adesso abbiamo deciso di intraprendere questo percorso insieme. Nella speranza di poter ottenere ottimi risultati”, l’auspicio di Nardi, tifosissimo del quasi concittadino Valentino Rossi e pure del Napoli: “Guardo sempre le partite con papà Dario, di professione notaio, che è napoletano e mi ha trasmesso questa passione. E poi mi diverto anche a giocare a padel.

Luca Nardi allo Us Open junior 2019

Luca Nardi in allenamento a Pesaro con il riccionese Alessandro Pecci

Non gli piace invece vedere in tv lo sport che pratica, a differenza di moltissimi colleghi. “E’ vero, non guardo il tennis in tv perché mi annoia, tranne non si tratti di una finale Slam fra due campioni. Diverso discorso per quando sono io a giocarlo, mi piace insomma essere protagonista e non spettatore”.
Una situazione tuttavia che ha potuto vivere poco in questa annata a causa del coronavirus. “Se penso che siamo verso fine ottobre e ho disputato meno di quindici tornei, non posso che affermare si tratti di una stagione particolare, ma questo vale per tutti e non solo per il sottoscritto. E devo riconoscere che il periodo del lockdown non mi è pesato più di tanto, soprattutto perché sono potuto rimanere parecchio tempo a casa, come non capitava quasi mai. In più ho la fortuna di avere spazi ampi, per correre e praticare attività fisica, volendo anche all’aperto, per cui sono riuscito a tenermi in allenamento o comunque impegnato, in attesa di poter rimettere piede in campo in estate”.

Già, il campo. Il prossimo impegno si avvicina. “Ora mi alleno qualche giorno sul veloce perché giocherò la prima settimana di novembre il challenger di Parma, con una wild card, non so ancora se per le qualificazioni o il tabellone principale. Poi per il proseguo  non abbiamo ancora stilato programmi, sinceramente, anche perché con il coronavirus che sta tornando ad espandersi non si sa bene se e quali tornei verranno organizzati”.   

Luca Nardi

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