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Poco dopo mezzanotte, il toscano si arrende al termine di una splendida partita alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, decisa da cinque tie-break. I primi due li vince lo svizzero, che manca un match-point nel terzo. Poi l'incontro cambia, Musetti volta, ma cede per 4-3 al quinto
di Cristian Sonzogni | 10 novembre 2022
Fino al primo match-point in favore di Dominic Stricker, sul 6-5 del tie-break del terzo set, Lorenzo Musetti era decisamente poco soddisfatto di se stesso, con qualche ragione. Per allungare la sua seconda partita alle Intesa Sanpaolo Next Gen Finals di Milano, il ventenne toscano si è inventato qualcosa che non è esattamente il suo pane, il serve and volley. Ne ha fatti due consecutivi per portarsi avanti, poi un altro tre punti più tardi per assicurarsi il set. Non è bastato per vincere la partita, perché al tie-break del quinto il mancino svizzero è apparso più fresco.
Ma in ogni caso osservare quel momento, e ancora di più la gestione di quel momento così delicato, è determinante per capire il periodo di crescita di Lorenzo da Carrara, che per un paio di set si era limitato ad alcuni numeri da urlo. Su tutti, un recupero volante di rovescio dopo uno smash del suo avversario che sembrava definitivo: colpo che si candida a entrare nella top 5 del 2022. Per il resto, era stato un Musetti poco convinto, poco cattivo. Tanto che coach Tartarini dalla panchina gli suggeriva proprio questo: “La palla va veloce, sì, ma quello che fai devi farlo convinto”.
Nella prima conferenza stampa del torneo, Lorenzo aveva sollevato i suoi dubbi proprio in merito alla rapidità delle condizioni di gioco: “Non posso ancora dire che mi piacciano i campi veloci”. Eppure l'allenatore sapeva, e sa, che è tutta una questione di convinzione. “Lorenzo – diceva Tartarini poco tempo dopo la vittoria di Amburgo – ha le armi tecniche per vincere su qualsiasi campo. La differenza sta soltanto nella fiducia”.
Fiducia, una delle parole chiave. Insieme a pressione e coraggio. A Milano, Lorenzo Musetti era il favorito secondo i bookmaker, ma oggi le sue quotazioni sono decisamente in ribasso. Eppure, malgrado la sconfitta al quinto dopo cinque tie-break, la pressione di dover vincere non lo ha travolto, neppure in una giornata così così. Ha avuto il coraggio, Lorenzo, di cambiare gioco quando era ormai sull'orlo del precipizio. E lo ha fatto decisamente bene, con tutta quella straordinaria classe di cui dispone, con la quale fa sembrare tutto semplice. Come in un rovescio passante a tutto braccio tirato sul 6-6 del tie-break del quarto.
Di tie-break, in questa edizione delle Intesa Sanpaolo Next Gen Atp Finals, ne abbiamo già visti tanti. Per la precisione 18, in 8 partite. Ma nessuna sfida ne aveva ancora proposti cinque di fila. Detto degli alti e bassi di Musetti, il suo avversario merita qualche considerazione approfondita. Uno che, d'accordo, con Roger Federer (con cui si è allenato in alcune occasioni) non ha nulla da spartire tranne il passaporto, ma che forse in qualche modo ricorda il primo Roger un po' spaccone, quello con i capelli ossigenati e con l'abitudine a spaccar racchette. Stricker da Under 18 ha vinto singolare e doppio al Roland Garros, mostrando una velocità di palla a cui pochi riuscivano a resistere. Secondo Flavio Cobolli, col suo diritto 'portava via la tua racchetta'. Quella rapidità di esecuzione a cui oggi ha associato una migliore gestione dei punti e della partita.
Con la vittoria contro Musetti (4-3 4-3 3-4 3-4 4-3 in due ore e 26 minuti), Stricker è qualificato per le semifinali, senza nemmeno dover aspettare l'ultima giornata dei gironi. Potrebbe perdere con Tseng, e passerebbe comunque insieme al vincente della sfida decisiva, tra lo stesso Musetti e Jack Draper. Erano, questi due, i candidati per la finale. Venerdì sera uno di loro se ne tornerà a casa, vittima di una nuova stellina svizzera col cappellino al contrario, che gioca a velocità supersonica e che non pare conoscere il significato della parola paura.