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Draper, Tseng, Lehecka, Stricker: scopri i nuovi Next Gen di Milano

Dall'erede di Murray a quello di Federer, da Taipei alla Repubblica Ceca: ecco i quattro volti nuovi per l'edizione 2022 delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, in programma all'Allianz Cloud di Milano la prossima settimana. Quattro talenti di cui sentiremo parlare a lungo in futuro

02 novembre 2022

Il britannico Jack Draper, volto nuovo alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals (Foto Getty Images)

Il britannico Jack Draper, volto nuovo alle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals (Foto Getty Images)

Jack Draper, Chun-Hsin Tseng, Jiri Lehecka, Dominic Stricker. Ecco i quattro volti nuovi per l'edizione 2022 delle Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, in programma all'Allianz Cloud di Milano la prossima settimana. Andiamoli a scoprire, cercando di ripercorrere come hanno raggiunto la loro prima qualificazione all'evento dei migliori Under 21 al mondo.

Jack Draper – Scuola inglese, pura, nella migliore tradizione degli attaccanti del Regno. Jack Draper ha cominciato a far sul serio sull'erba, e non è certo un caso. Nato il 22 dicembre 2001 a Sutton, Jack si era presentato al grande pubblico nel 2021, al Queen's, vincendo quattro tie-break su quattro contro Jannik Sinner e Alexander Bublik. Prima di andare a Wimbledon e togliere un set a Novak Djokovic. Il 2022 è cominciato nel segno dell'Italia, con tre titoli Challenger, tutti sul rapido di Forlì. Ma è di nuovo sui prati che il suo tennis brillante si è fatto notare, se parliamo di circuito maggiore: a Eastbourne ecco la semifinale, poi ancora Wimbledon, stavolta per un secondo turno.

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Ma Jack ha talento da vendere e non si accontenta della superficie degli inglesi. A Montreal passa le qualificazioni e vola ai quarti dopo aver battuto Gaston, Tsitsipas e Monfils. Agli Us Open domina Felix Auger-Aliassime in tre set, prima di ritirarsi contro Karen Khachanov, in piena battaglia. Se c'è uno, sul sintetico dell'Allianz Cloud, che bisognerà prendere molto sul serio, è proprio il ragazzo mancino cresciuto nel mito di Andy Murray (ma attenzione, il gioco dei due è totalmente diverso) e oggi già numero 45 Atp.

Dominic Stricker – Una scuola svizzera identificabile, invece, non c'è, e allora Dominic Stricker è più difficile da catalogare rispetto agli altri giovani colleghi. Di lui, oltre al tennis già molto robusto, colpisce l'attitudine. Che sfiora l'arroganza, ma senza che ci arrivi. Dominic, in sostanza, è la sintesi della fiducia nei propri mezzi, un vulcano fin da quando ha vinto il Roland Garros Juniores: era il 2020, l'elvetico nato a Grosshochstetten (Canton Berna) non si risparmiò e fece doppietta, in singolare battendo il connazionale Leandro Riedi e in doppio accanto al romano Flavio Cobolli.

Fu la sua ultima apparizione tra gli Under 18, ma il contatto con i pro non è stato così traumatico come per altri coetanei. Quest'anno ha vinto i Challenger di Cleveland e Zug, piazzando qua e là alcune prestazioni importanti contro giocatori di livello. Si segnalano le vittorie su Karatsev, Cressy (due volte) e Van de Zandschulp, ma pure sconfitte lottate contro Gasquet e Carreno Busta. È un cantiere in piena evoluzione, Stricker, ma ha già dei punti di riferimento precisi da seguire. Uno su tutti, Roger Federer.

Chun-Hsin Tseng –Tutto nella prima metà dell'anno. Che Chun Hsin Tseng, nato a Taipei l'8 agosto 2001 (20 anni esatti dopo Roger Federer) fosse un talento da tenere d'occhio, lo si sapeva da tempo. Ma l'inizio del 2022 ha confermato tutto ciò che di buono veniva detto sull'asiatico, tennis moderno e capacità di tenere un ritmo alto a prescindere da avversario e superficie. Esempi? Vittoria nel Challenger di Bangalore (senza perdere un set), finale a Roseto degli Abruzzi, nuova vittoria a Murcia, qualificazione al Roland Garros.

A metà stagione, in sostanza, Tseng è già con un piede e mezzo alle Intesa Sanpaolo Next Gen Finals di Milano. Il resto, tuttavia, è una mezza delusione. Arrivano sconfitte inattese e nessun risultato di rilievo. Così se ne va pure la fiducia, anche se – va detto – i sorteggi in alcuni casi non gli sono stati amici: Norrie, Goffin, Kyrgios, è sempre meglio evitarli. A Milano sarà chiamato a riprendere quella strada interrotta in estate.

Jiri Lehecka –Per chiudere, torniamo alle grandi scuole per parlare di quella ceca, che in fondo non ha mai smesso di produrre talenti. Il più recente, tra i giovani, si chiama Jiri Lehecka da Mlada Boleslav, nato l'8 novembre del 2001. Ragazzo dal carattere vincente, che non si fa spaventare da nulla. Già stabilmente nei top 100, Jiri ha vissuto serenamente una serie di novità, che per altri coetanei sarebbero probabilmente state fonte di ansia e preoccupazione.

La semifinale nel 500 di Rotterdam (dove ha battuto anche Lorenzo Musetti) gli ha garantito un bottino tale di punti da renderlo ancora più tranquillo durante il resto della stagione, nella quale ha partecipato a tutti e quattro gli Slam. Per adesso non ha ancora passato un turno, ma è chiaramente una questione di tempo. Jiri è a suo agio, a dispetto del risultato in Olanda, soprattutto sulla terra battuta, ma ha classe a sufficienza per essere un uomo per tutte le superfici. Cresciuto ammirando Roger Federer, non avesse fatto il tennista sarebbe probabilmente diventato uno sciatore. Non a caso, i movimenti rapidi sono un suo marchio di fabbrica.

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