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“Questi Next Gen sono i più forti di sempre”

Umberto Rianna, coach FIT aggregato di molti azzurri nei tornei, analizza i migliori under 21 della stagione del 9-13 novembre al Palalido di Milano. “Pur di arrivare in alto, Sinner ed Alcaraz andrebbero in ginocchio a Medjugorje…”

di | 23 ottobre 2021

Umberto Rianna

Umberto Rianna (foto Magni)

In partenza per Vienna al seguito di Matteo Berrettini e Jannik Sinner nel delicatissimo ruolo di allenatore/consigliere/amico/supervisore/collante per conto del settore tecnico FIT, Umberto Rianna dà un’occhiata allo straordinario “parterre de roi” delle Intesa Sanpaolo Next Gen Finals del 9-13 novembre al Palalido di Milano.

Questi under 21 sono i più forti Next Gen di sempre?
“E’ la valutazione che ho fatto anch’io. Sinceramente, dalla prima edizione del 2017 di questo torneo, non c’è stato un gruppo così forte. Come si vede anche dai precocissimi risultati che hanno ottenuto pure negli Slam. Al punto che almeno due di loro, Sinner ed Aliassime, rischiano di qualificarsi per le ATP Finals dei grandi della settimana dopo al Pala Alpitour di Torino coi migliori 8 in assoluto della stagione”.

Alcaraz è il degno erede di Nadal.
“Mi impressiona perché è frutto di un progetto ben preciso. Ho avuto la fortuna di vederlo in partenza, un anno e mezzo fa: si vedeva già che c’era una idea chiara ma quando l’ho rivisto una azione sul veloce non c’era più solo un giocatore già molto solido ma solo da terra rossa, che colpisce da dietro e serve in percentuale, c’era già un giocatore molto più completo, in tutto, dalla posizione in campo, ai colpi d’inizio game, all’attitudine offensiva. Quand’ha affrontato Sonego nel torneo di Cincinnati che si disputava a New York lo stava distruggendo, poi lo stop per pioggia l’ha fatto disunire - si sa come i giovani devono ancora risolvere delle cose - ma era già un giocatore trasformato, capace di grandi variazioni e mix di effetti. Se dovessimo sintetizzare in un voto gli darei il massimo, dieci”.

Sebastian Korda dopo tante belle promesse si è un po’ arenato.
“Alcaraz si è fermato perché chi lo guida sa che deve alternare partite ed allenamenti, e ora doveva fermarsi per prepararsi al meglio. Korda ha grandi colpi d’inizio gioco, servizio e risposta sono fenomenali, ma fa più fatica di Alcaraz. Con le dovute proporzioni mi ricorda un po’ il primo Zverev, che però poi si è costruito un gran dritto e ha fatto tanti miglioramenti. Magari la sua evoluzione sarà andare di più a rete. Adesso non so, ho la sensazione che l’ingresso nel progetto del babbo - Petr che conosco bene -, che all’inizio non c’era, da una parte sia un valore aggiunto e dall’altro magari crei qualche problema. L’impressione è che Korda ci metta più tempo di quanto magari si pensasse, forse anche per le difficoltà che hanno da sempre i figli d’arte. Di sicuro non ha la ferocia agonistica, l’estrema e assoluta ambizione di Alcaraz”.

La cattiveria agonistica latente o comunque non così evidente è anche il limite principale di Aliassime, un altro   già qualificato alle Nex Gen Finals?
“A Madrid contro il Canada, lui e Sonego non giocarono e si sono allenati spesso assieme, così l’ho osservato da vicino. Ne ho anche parlato col suo allenatore, Fontang, lui mi chiedeva: “Tu cosa vedi?”. Io credo che la pausa di riflessione che si è preso il team per esplorare percorsi nuovi forse ha fatto perdere la via al giocatore. I prossimi due anni saranno decisivi per lui come per il suo grande amico Shapovalov. Che per me rappresenta un mistero. Evidentemente, al di là delle tante finali ATP perse dell’uno e alla mancata esplosione dell’altro rispetto alle aspettative, il processo di maturazione dei due è più lento rispetto ad altri, anche forse per la gestione della pressione in relazione al grande valore di questi due ragazzi. Questo è un momento storico delicato, Djokovic a parte, c’è un passaggio di consegne al vertice e i giovani devono farsi trovare pronti. Altrimenti rischiano di fare la fine di altri grandi talenti incompiuti, almeno a livello delle aspettative del giocatore e dell’ambiente, come Dimitrov”.

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Sinner di sicuro farà tutto quello che deve fare per trovarsi pronto all’appuntamento con la storia.
“Per lui ho un debole, per me è il più forte che ho mai visto: per certi versi, considerando l’età, anche meglio dei più grandi e a paragone di altri giovani molto promettenti come Korda. Se chiedessero ai più forti di questa straordinaria covata Next Gen: “Per arrivare al vertice saresti disposto a digiunare per due mesi e ad andare in ginocchio da qui al santuario di Medjugorje?”. Sono sicuro che Alcaraz e Sinner non esiterebbero e lo farebbero davvero tutti e due. Sinner ha la testa di Hewitt, che è stato un esempio di determinazione e abnegazione. Adesso si sta formando anche fisicamente con un delicato lavoro di prevenzione”.

E Musetti, il gioiello Musetti che sta cercando gli ultimi punti per qualificarsi fra magnifici 8 delle Intesa Sanpaolo Next Gen al Palalido?
“Per il tipo di tennis di Lorenzo ci vuole più tempo per assemblare tutte le tante cose che ha e mettere insieme tute le componenti fisiche, mentali e di esperienza”.

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