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Il ventenne Timofey fu numero 1 al mondo Under 18 nel gennaio 2018, ma senza vincere alcun torneo di prestigio. Adesso che è passato Pro, scala la classifica (è appena entrato nei Top 300) ma sempre senza conquistare trofei. Si è messo in luce nel challenger di Trieste, dove nei quarti ha vinto una battaglia durissima contro Flavio Cobolli
01 agosto 2021
Timofey Skatov tra gli Junior è stato numero 1 al mondo. Di quelli senza scettro però, perché il trono del circuito under 18 lo aveva conquistato senza grossi squilli né exploit. Non una vittoria in un major, non un successo nei tornei di Grado A, i più alti di categoria. La prima posizione mondiale, il ragazzo nato il 21 gennaio 2001 a Petropavlosk, in Russia, e poi trapiantato in Kazakistan (a Nur-Sultan), se l’era costruita su quattro soli tornei vinti: due di Grado 4 nel 2016 e due di Grado 2 nel 2017. Poi una serie di piazzamenti - prestigiosi sì, ma pur sempre piazzamenti - tra cui i quarti di finale agli Australian Open Junior, la semifinale a New York, le finali all’Eddie Herr in Florida e alla Osaka Cup, oltre alle semifinali tra Orange Bowl e Trofeo Bonfiglio di Milano.
Il kazako che si allena con il coach spagnolo Jose Altur, già all’angolo di David Ferrer e Igor Andreev, questa settimana si è fatto notare nel Challenger italiano di Trieste (44.820€ di montepremi, terra rossa), partendo dalle qualificazioni e arrivando fino al week-end conclusivo. Confermando però ancora una volta il suo pattern.
Crescita costante (anche in classifcia: adesso è numero 291, best ranking), zero picchi. Anche in questa fase di carriera dunque le performance di Skatov ripercorrono quelle ottenute da Junior. Ancora nessuno squillo, che significa ‘Zero Tituli’ fin qui, per dirla con José Mourinho.
Tre trofei in realtà li ha alzati, nel corso del 2020 da professionista, ma tutti del circuito Itf e tutti da 15 mila dollari di montepremi, l’entry level del tennis dei grandi. Ha vinto a Melilla (Spagna), Bucarest (Romania) e Antalya (Turchia), mentre in due anni e mezzo di presenza nei Challenger - abbastanza saltuaria, con svariati ritorni al mondo Itf - non ha raccolto che una finale nel torneo di ‘casa’ di Almaty, in Kazakistan.
Ma evidentemente il profumo di Italia piace al 20enne ex principe junior, perché a metà luglio si è qualificato nel Challenger di Perugia (stesso montepremi di Trieste) e si è spinto fino ai quarti di finale, collezionando due vittorie su due giocatori che non si battono da soli come l’azzurro Lorenzo Giustino e come l’argentino Renzo Olivo.
In quell’occasione ebbe modo di dire che “sì, è passato tanto tempo da quando ero numero 1 under 18 (3 anni e mezzo, ndr) ma il mio dovere è sempre quello di fare il mio lavoro e dare il massimo giorno dopo giorno, lavorare con il mio coach e non mollare mai. Magari un giorno salirò anche nel ranking professionistico”.
All’indomani fu sconfitto in una lunga battaglia di tre set contro il croato Nino Serdarusic. Battaglia che, sempre a livello di quarti di finale, Skatov si è trovato ad affrontare pure in Friuli Venezia Giulia, dove dall’altra parte della rete c’era invece il romano Flavio Cobolli.
Di un anno e mezzo più giovane, l’azzurro è andato vicino al colpaccio, lo stesso che contro il kazako gli era riuscito nel 2018, al primo turno del Trofeo Bonfiglio da Under 18. Vinse 7-5 6-0 allora, quando Skatov era già Top 5 del ranking ITF e testa di serie n.3 del torneo milanese.
Sulla terra rossa del Tc Triestino, a tre anni di distanza, è finita diversamente, dopo quasi tre ore di partita e nonostante un match point che Cobolli non è riuscito a trasformare sul più bello, nel tie-break del terzo set. Skatov ha poi interrotto la sua corsa il giorno successivo, abbandonando la corsa allo scettro triestino, costruendo la sua classifica sui piazzamenti e mantenendo fede - suo malgrado - a quanto fatto fin qui in carriera. Lo stop sul più bello (o quasi) gliel’ha dato l’argentino Tomas Martin Etcheverry, 22enne di La Plata in forte crescita e che per un periodo è passato anche per un’accademia italiana. Ma questa è un’altra storia.