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L’ex numero 3 ATP, in un’intervista a ‘Padel Magazine’ durante un evento Pro-Am, ha parlato delle differenze tra le due discipline. Ma anche di ciò che le accomuna: “Per essere uno dei migliori devi sacrificarti molto e lavorare sodo ma soprattutto amare ciò che fai”
di Tiziana Tricarico | 19 agosto 2020
La classe non è acqua. David Ferrer, ex numero 3 del ranking mondiale ritiratosi lo scorso anno, lo ha dimostrato anche con un diverso tipo di racchette e palline, quelle del padel. Lo spagnolo ha partecipato al Pro-Am disputato al Tennis Padel Soleil di Beausoleil, in Francia: in coppia con Juan-Manuel Restivo (professionista del World Padel Tour) ha raggiunto la finale dimostrando di sapersela cavare piuttosto bene.
“Il padel per me è un hobby: mi diverto e questo è quel che conta - ha detto Ferrer in un’intervista a ‘Padel Magazine’ -. Ha più una dimensione sociale, forse perché è uno sport più accessibile. Nel tennis devi iniziare da bambino, altrimenti diventa difficile. Nel padel puoi iniziare anche a 14-15 anni e giocare a un buon livello. Penso che le persone si divertano di più perché è meno impegnativo”.
“Ferru” - da qualche settimana coach del tedesco Alexander Zverev (“Sascha” è stato proprio l’ultimo tennista a batterlo nel tour, a Madrid 2019) che ha però scelto di non seguire a New York: i due si rincontreranno a Roma - si è poi soffermato sulla differenza tra le due discipline: “Dal punto di vista dell’allenamento sono due sport molto diversi: per i tennisti professionisti può essere utile per divertirsi e liberare un po’ la mente ma tecnica e schemi sono diversi. In questo torneo ho provato a stare al passo dei giocatori di padel professionisti ma è stato difficile”.
Il 38enne valenciano ha poi sottolineato la grande crescita di questo sport: “Ci sono sempre più appassionati ed è uno sport molto coinvolgente e divertente. Tra i professionisti il livello aumenta, le persone lo guardano sempre di più, ci sono partite su Gol TV. Penso che sia una buona cosa che il padel abbia visibilità per attirare più sponsor e continuare a crescere, in modo che i giovani giocatori come quelli che sono qui possano vivere il futuro con fiducia”.
A diventare un professionista del padel, però, Ferrer non ci pensa proprio: “Spettatore professionista sì, giocatore no…. Non ho il livello e ci vorrebbe troppo lavoro per arrivarci, ma adoro guardare i match di padel e conoscere i giocatori. E poi quando sono a Valencia mi piace molto giocarci con i miei amici”.
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