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Padel

Alla scoperta del “Berga”, il ragazzo normale che batte i giganti

Madre natura gli ha dato soli 165 centimetri, ma il brasiliano Lucas Bergamini se lì è fatti bastare per arrivare nell’èlite del padel. Nel suo gioco non c’è spazio per l’apparenza: conta solo la sostanza ed è quella che l’ha reso l’unico non spagnolo o argentino fra i primi 30 del ranking. Oltre a essergli valsa la chiamata di Paquito

26 aprile 2025

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Non ruba l’occhio, non è fra i più spettacolari, non lo vedremo quasi mai far tornare la palla nella propria metà campo dopo uno smash, così come eseguire un por tres, ma Lucas Bergamini è un giocatore vero, di quelli che per battere devi giocare al massimo delle tue possibilità, perché sai già che non ti regalerà nulla nemmeno sotto tortura. Una sorta di alternativa a Chingotto, per il modo di giocare e la mentalità che Lucas mette sul campo da padel. Ogni punto si può vincere, anche quelli in cui sembri spacciato, perché si può sempre trovare il modo di far giocare un colpo in più all’avversario. Magari proprio quello buono per produrre l’errore.

È quanto successo nel Major della scorsa settimana a Doha, dove Bergamini è arrivato fino alla semifinale insieme a Paquito Navarro, il partner (di lusso) che ha deciso di puntare sulla sua regolarità come spalla per la stagione 2025. Fra le vittime della coppia formata dal brasiliano e dallo spagnolo, Martin Di Nenno e Javi Garrido, prima del match perso contro Chingotto e Galan, nel quale Paquito è stato a tratti straordinario. Navarro non è più un ragazzino e sa che il suo tempo sta per scadere, per questo ha puntato su un compagno tanto solido quanto Bergamini, dopo che nella scorsa stagione non era andata bene con il “Lobo” Juan Lebron e solo leggermente meglio col giovane Pablo Cardona.

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Quello che colpisce nello stile di gioco del brasiliano, numero 15 del mondo e unico giocatore non spagnolo o argentino nei primi 30 del ranking (il che non è esattamente un dettaglio), è la capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di compagno. Molti lo ricordano finalista nell’edizione inaugurale del P1 di Premier Padel a Milano, nel 2022 all’Allianz Cloud, quando sorprese tutti a fianco di Victor Ruiz fermandosi soltanto al cospetto degli allora ingiocabili Lebron e Galan.

Classe 1997 da Bento Gonçalves, comune del Brasile nello Stato del Rio Grande do Sul, “Berga” è talmente poliedrico e capace di giocare con tutti che lo scorso anno, a Bordeaux, insieme a una macchina da vincenti come Cardona, si è spostato addirittura a sinistra per raggiungere la semifinale del torneo, partendo da coppia improvvisata. Quasi tre mesi dopo, a Madrid, alla semifinale ci è arrivato insieme a Juanlu Esbrì, perdendo nettamente contro i Chingalan, ma dimostrando - ancora una volta - di poter giocare con chiunque. Ora Lucas serve pienamente a Paquito, per consentire allo spagnolo di “invecchiare” nel miglior modo possibile, per mascherare le sue lacune e aiutarlo a esprimere quella fantasia che ancora può funzionare a meraviglia.

Con la destra protetta dal brasiliano, Navarro si sente libero, capace di provare a mettere in atto tutte le sue idee rischiose, in grado di poter creare, perché Paquito sa che accanto a lui c’è una sorta di lanciapalle umano, che può non sbagliare per settimane. Bergamini è questo: non è il più forte fisicamente, non lo è tecnicamente, non ha un carisma straripante. È un ragazzo alto un metro e 65 che dimostra, ogni volta che è in campo, come si può sopperire allo scarto fisico con testa e polmoni, cuore ed emozioni. Bergamini è un uomo che corre ovunque con la pala in mano: l’essenza del padel di tutti, del giocatore di club elevato all’ennesima potenza.

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