

Per anni, Andres Britos si è diviso fra il padel e gli studi nel campo dentistico, prima di decidere di fare il grande salto nel 2015. Dall’Argentina si è trasferito a Barcellona, è diventato un ottimo giocatore e grazie al doppio passaporto si è trasformato in uno dei pilastri della nazionale italiana. Da lunedì a Doha sarà uno dei punti forti del team di capitan Spector
di Marco Caldara | 13 novembre 2021
Accanto al suo nome, nella classifica mondiale figura il numero 115, ma si tratta di un livello che non rende assolutamente onore al valore di Andres Britos. Perché il 31enne italo-argentino di Bolivar, provincia di Buenos Aires, è un giocatore vero e l’ha dimostrato più volte in passato, sia nel World Padel Tour sia quando tre anni fa a Roma è stato tra i trascinatori della nazionale azzurra verso lo storico titolo ai Campionati europei.
Britos era in campo nell’incontro decisivo, a fianco di Michele Bruno, e da lunedì proverà a dare di nuovo il suo contribuito all’Italia al Khalifa Tennis & Squash Complex di Doha, nella quindicesima edizione dei Campionati del mondo. Sarà il suo secondo mondiale, con l’obiettivo di fare meglio del primo (ad Asunciòn 2018 gli azzurri chiusero decimi, pagando a caro prezzo un girone durissimo) e l’intenzione di continuare a mettere la sua esperienza al servizio dei migliori giocatori azzurri.
L’hanno preso come esempio per lavorare sulla difesa, l’aspetto sul quale i più forti del mondo rimangono una spanna sopra agli altri, e anche per imparare dalla sua abitudine a giocare un certo tipo di partite, quando dall’altra parte ci sono giocatori di altissimo livello. Gli stessi che lui talvolta ha avuto anche al suo fianco, visto che in passato ha giocato con Agustin Tapia, Franco Stupaczuk e altri big.
La storia di Britos è simile a quella di tanti colleghi: ha iniziato da ragazzino seguendo la passione di papà; a 12 anni ha cominciato a prendere le prime lezioni insieme al fratello e a 15 è volato per la prima volta in Spagna, per difendere i colori dell’Argentina nel mondiale giovanile, perdendo in semifinale nel torneo under 16. Ma poi la sua strada ha preso una piega diversa. Perché mentre i migliori coetanei hanno iniziato a fare sul serio col padel, lui ha preferito iniziare a insegnare, amministrando un club in prima persona. E un anno dopo, nel 2009, ha deciso di riprendere la formazione scolastica, studiando da dentista.
Si è trasferito a La Plata, ma a causa del tempo da dedicare alla scuola è rimasto praticamente due anni senza giocare alcun torneo, allenandosi le poche volte che riusciva. Una situazione che alla lunga l’ha spinto a cambiare di nuovo: pur restando nell’ambito dentistico, ha scelto di dedicarsi a una facoltà meno impegnativa, riuscendo così a trovare più tempo da dedicare alla sua grande passione.
Nel 2013, a 24 anni, ha terminato gli studi, ha ripreso ad allenarsi con l’idea di provare la strada del professionismo e nel 2015 ha fatto il grande salto, lasciando l’Argentina per trasferirsi a Barcellona, base ideale per frequentare i tornei del World Padel Tour. Il tutto insieme al compagno di allora Elias Estrella, il quale sarebbe mancato un anno dopo a causa del gravissimo incidente in auto che coinvolse anche Martin Di Nenno. “Ricordo che prima di partire – ha raccontato Britos – eravamo combattuti fra le insicurezze e un’enorme voglia di provarci. Abbiamo giocato il primo torneo in Spagna a febbraio, in piena preparazione, e l’abbiamo vinto. È stata la spinta decisiva”.
Da allora, Britos ha frequentato il circuito mondiale a tempo pieno, scalando la classifica e ottenendo tante vittorie di spessore, col suo padel (da destra) fatto di difesa e intelligenza tattica, qualità fondamentali visti i soli 167 centimetri di statura. Per un bel periodo Andres è stato compagno d’allenamenti di niente meno che Fernando Belasteguin, visto che i due condividevano la stessa allenatrice Marcela Ferrari (che oggi è la ct dell’Italia femminile), e nel 2017 agli Europei in Portogallo ha fatto il suo debutto in azzurro, grazie al doppio passaporto dovuto alle origini italiane della nonna, di Osimo (provincia di Ancora, nelle Marche).
Da allora nelle grandi rassegne internazionali il capitano Gustavo Spector l’ha sempre voluto nel team, confermandogli la fiducia anche in un 2021 che a livello di risultati l’ha visto meno brillante rispetto al passato. Per la stagione che va concludendosi Britos puntava a un posto fra le prime 28 coppie, invece non ci è andato nemmeno vicino, ma va detto che nell’ultimo periodo non ha preso parte a tutte le tappe del WPT, disputando un paio di eventi dell’altro circuito APT Padel Tour oltre che tornei nazionali in Italia e Francia. Naturale, quindi, che il suo ranking sia andato via via peggiorando, ma il livello rimane lo stesso di sempre. Quello che il 31enne italo-argentino è di nuovo prontissimo a mettere al servizio del tricolore.
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