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Dopo una ventina d’anni di padel ad alti livelli in Spagna, l’argentino Tito Allemandi ha deciso di tornare in Sudamerica, per unirsi al circuito APT Padel Tour. Una scelta in controtendenza, presa dopo aver chiuso il 2021 da coppia n.10 del mondo. “Mi hanno dato del pazzo – ha detto –, ma sentivo che era il momento di cambiare. È una sfida entusiasmante”
di Marco Caldara | 31 marzo 2022
Paquito Navarro ha fatto sapere che, a meno di colpi di scena, fino al termine del 2023 i giocatori si divideranno fra World Padel Tour e il nuovo circuito Premier Padel dell’International Padel Federation, per onorare – seppur senza esclusività – il contratto siglato col WPT. Ma fra i principali protagonisti del circuito che nell’ultimo decennio ha dominato la scena del padel mondiale ce n’è anche uno che ha cambiato rotta. Si tratta del 41enne argentino Adrian “Tito” Allemandi, un nome noto a tutti gli appassionati per la sua longevità ad alti livelli, il quale al termine del 2021 ha deciso di lasciare l’Europa (e il WPT) per diventare il primo giocatore di spessore a sposare l’APT Padel Tour, altro circuito privato che si gioca principalmente in Sudamerica, organizzato dall’imprenditore monegasco Fabrice Pastor.
Una scelta curiosa, specialmente al termine di una stagione tutto sommato positiva, chiusa da coppia numero dieci insieme a Coki Nieto, con una semifinale in Svezia, quattro quarti di finale e tante ottime prestazioni, compreso un successo al Challenger di Calanda. “La prendo come una nuova sfida – ha raccontato –, e ho capito che era questo il momento giusto di provarci. Si è concluso un ciclo e se ne apre uno nuovo, e volevo iniziarlo quando ancora mi sento valido sia fisicamente che in termini di gioco. In molti mi hanno dato del pazzo, perché ero fra le 10 migliori coppie al mondo, ma mi piacciono le sfide. Credo di avere ancora molto da dare al padel”.
A 41 anni, gli ultimi venti dei quali passati in Spagna (Madrid in primis), quella di Allemandi è una decisione coraggiosa, sicuramente in controtendenza con quanto fanno gli altri sudamericani, che lavorano per salire di livello con l’obiettivo di fare il tragitto opposto, verso l’Europa. “Mi trovavo in una zona di confort – continua – e stavo bene dov’ero, ma era un po’ che pensavo a questa soluzione. Mi affascina: devo affrontare rivali che ho visto solamente in streaming, e competere in paesi diversi rispetto a quelli ai quali ero abituato. Ma questo mi rende entusiasta”.
“Naturalmente – dice ancora l’argentino di Nequèn – non è stata una scelta presa dall’oggi al domani. Ci ho pensato tanto, anche perché questa decisione portava con sé vari cambiamenti nella mia vita, da una nuova residenza fino a un nuovo compagno. Ma dal momento in cui ho comunicato a tutti la mia decisione (verso la fine della scorsa stagione, ndr) tutto è diventato più facile. Ho giocato il mio ultimo torneo del World Padel Tour in Messico, e me lo sono goduto con grande gioia, senza pressioni legate al risultato. Ora ho voltato pagina e mi auguro di interpretare un buon ruolo, sia come giocatore sia con la mia esperienza, per dare un apporto prezioso allo sviluppo di un circuito ancora giovane”.
Per Allemandi l’inizio nell’APT non è stato dei migliori: ad Asunci?n, in coppia con Javier Pérez Morillas, l’argentino ha sorpreso in negativo uscendo di scena agli ottavi di finale, ma punta a rifarsi questa settimana nel Master di Buenos Aires, che si gioca nello stesso sito dell’Estadio Monumental, casa del suo amato River Plate. “Da quando ho scoperto che il torneo in questo impianto – ha aggiunto – non ho pensato ad altro. Non vedo l’ora di godere del tipico spettacolo argentino, con un pubblico che mi trasmette sempre grandi emozioni, e spero di esprimere il mio miglior padel. È necessario per vincere contro tanti giovani che hanno una gran fame, si allenano come dei pazzi e lasciano il cuore in ogni singolo punto. Non ci si può rilassare un secondo. Il livello è molto alto, e ci sono tante coppie che lottano per i titoli più importanti”.
“Capisco – ha aggiunto – che molte persone si aspettano da me ottimi risultati già da subito, ma sono tanti gli aspetti ai quali mi devo abituare. Quello di Allemandi è un bel nome per il circuito, ma oggi i giocatori di punta sono altri. Mi sento fra i protagonisti, ma solo perché voglio competere con i migliori e vedere dove posso arrivare. Di sicuro lo faccio senza pressione: sono un giocatore professionista da oltre vent’anni, e non ho mai vinto tornei né nel Padel Pro Tour né nel successivo World Padel Tour, quindi non sento l’obbligo di dover vincere per forza. Voglio godermi questa nuova esperienza: ho trovato degli ottimi standard, un’organizzazione impeccabile e tanti ottimi giocatori. Un appunto? In campo gridano ed esultano un po’ troppo, ma sarò io a dovermi abituare”.
Fa parte del cambiamento, come l’arrivo del circuito Premier Padel. Allemandi ha rinunciato alla tappa di Doha, in quanto coincideva con il Master di Buenos Aires, ma non ha nascosto l’intenzione di frequentare i prossimi appuntamenti. “Quando non coincideranno con le date dei tornei APT – ha precisato –, ci sarò anche io. Ho molti punti nel ranking mondiale (è ancora numero 25, ndr), il che mi permetterà di accedere senza problemi al tabellone finale, e di competere contro i più forti giocatori del mondo”.
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