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Padel

Delfi la predestinata, più vicina che mai al numero 1

A 12 anni da Cecilia Reiter, Delfi Brea prova a riportare l’Argetina in vetta al ranking mondiale femminile. Il progetto con Gemma Triay è quello giusto per farcela. “La pressione c’è – ammette –, ma cerco di non farci caso. La stagione è lunga e intensa. Ci troviamo a meraviglia perché siamo due grandi lavoratrici, e il meglio deve ancora venire”

di | 07 maggio 2025

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Sul retro della t-shirt, insieme alla bandiera dell’Argentina, c’è il suo autografo. Ma l’etichetta che Delfi Brea porta sulla schiena da anni, da quando ha lasciato il suo paese per trasferirsi in Spagna in cerca di gloria, è quella di predestinata, di unica vera giocatrice che potrebbe riportare l’Argentina sul tetto della classifica mondiale, dodici anni dopo Ceci Reiter, ultima sudamericana a sedersi più in alto di tutte. Un obiettivo che Delfi vede ormai vicino da anni: doveva farcela con Bea Gonzalez, invece i problemi della spagnola l’hanno frenata, ma poi la 25enne di Buenos Aires ha cambiato rotta e ha trovato un progetto ancora più interessante con Gemma Triay,  portandosi – almeno se a parlare è il livello espresso sin qui – più vicina che mai al numero uno.

Nel 2025 la coppia Brea/Triay ha raggiunto cinque finali in sei tornei, vincendone quattro fra i quali il primo Major di Delfi, in Qatar. “Non posso negare di sentire un po’ di pressione – ha raccontato in un’intervista col quotidiano argentino La Nacion –, perché dopo le vittorie, coi punti che si sommano, il traguardo si avvicina. E poi tantissima gente ci dice che diventeremo le numero uno, anche se cerco di non badare molto a internet, né dopo le vittorie né dopo le sconfitte. Speriamo di poter raggiungere l’obiettivo, ma ancora manca parecchio e abbiamo davanti una stagione lunga, con tanti viaggi e tornei. Servirà pazienza, anche perché nel 2025 ci sarà anche il mondiale a coppie, quindi ulteriori 2.000 punti in palio che potrebbero rendere la rincorsa più complicata. Come coppia ambiamo alla vetta, ma in primis ci interessa esprimere un livello sempre più alto e giocare buone partite. Il resto viene di conseguenza”.

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Di certo, la scelta di abbandonare Bea Gonzalez per sposare le grandi ambizioni di Gemma Triay, almeno sin qui, si è rivelata corretta. Hanno già incamerato quattro titoli e sconfitto tre volte su quattro le numero uno Ari Sanchez e Paula Josemaria, dando (più volte) l’impressione di avere tutte le carte in regola per spodestarle dal trono. “La nostra intesa immediata – ha detto ancora – non mi ha sorpreso, perché siamo due grandi lavoratrici e crediamo tanto in questo progetto. Ci spingiamo a vicenda per fare in modo che le cose funzionino nel miglior modo possibile e abbiamo due stili di gioco che si completano bene. Tuttavia, credo che ci serva ancora del tempo per esprimerci al cento per cento. Possiamo conoscerci meglio, conoscere meglio l’una gli allenatori dell’altra e via dicendo”.

Tuttavia, a detta di Delfi (e i risultati lo confermano) il livello raggiunto con la Triay è già superiore a quello toccato in precedenza con Bea Gonzalez. “La vedo così, ma anche perché credo di essere ulteriormente migliorata negli ultimi mesi e Gemma è una giocatrice molto completa. Qualsiasi cosa gli viene chiesta è in grado di farla, in difesa come in attacco. È una avversaria molto difficile da trovarsi di fronte. Ma pensavo le stesse cose anche di Bea: il cambio non è stato dettato dalla differenza fra le due nel livello di gioco, quanto dalle mie sensazioni. Sentivo fosse arrivato il momento di cambiare e per ora ha funzionato bene. Sono molto contenta di come mi sto trovando, in termini di livello di gioco e altre dinamiche”.

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Malgrado sia ormai da tempo fra le migliori al mondo, Delfi è convinta di potersi ancora migliorare, sotto tanti punti di vista. “Sento di dover lavorare sullo smash e sul gioco di volo, aspetti che diventeranno sempre più importanti nel futuro del padel. Per questo mi ci sto concentrando ogni singolo giorno. Tutti i giorni si può lavorare per crescere, anche perché tutte le rivali fanno lo stesso e in campo propongono nuove soluzioni. Quindi bisogna farsi trovare pronte”.

Uno dei suoi segreti? Facile: l’amore incondizionato per ciò che fa. Anche se – ammette – non sempre muore dalla voglia di andare in campo ad allenarsi. “Adoro il padel – dice – ma mentirei se dicessi che è così ogni singolo giorno. Non tutti i giorni mi piace giocare: a volte di più, a volte di meno. Amo questo sport, anche quando in campo non ci sono io. Mi piace guardare le partite al club, oppure in streaming. Se un fine settimana sono libera e c’è modo di vedere un incontro, lo vedo. Il padel mi appassiona: mi piace leggere le partite, osservare le scelte tattiche, capire dove ancora posso migliorare, comprendere come ribaltare una situazione. Ma non tutti i giorni non vedo l’ora di andare ad allenarmi. Ci sono giornate nelle quali è più difficile, specialmente quando sono stanca o appena tornata da un viaggio. A volte bisogna anche essere capaci di fermarsi e prendere un giorno in più per resettare”. Approccio condivisibile: il riposo, dicono gli esperti, è parte fondamentale dell’allenamento. A maggior ragione per chi vince sempre o quasi.

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