-
Padel

Destra o sinistra? Erika brilla da entrambi i lati

Malgrado una stagione passata cambiando compagne – e lato del campo – a ripetizione, Zanchetta si è guadagnata la chiamata per i mondiali di Doha, la terza consecutiva in azzurro: “Non conosco il livello dei team sudamericani ma siamo fra le nazioni più competitive e non vedo l’ora di partire”

di | 31 ottobre 2021

C’era agli Europei di Roma nel 2019, c’era a quelli di Marbella della scorsa estate e ci sarà anche dal 15 al 21 novembre a Doha, in Qatar, nella quindicesima edizione dei Campionati del mondo FIP rimandati di un anno a causa della pandemia. Significa che nelle ultime tre stagioni Erika Zanchetta ha saputo confermarsi come una delle più forti padeliste del panorama italiano, alternandosi fra destra e sinistra e riuscendo a far funzionare il suo gioco sia da un lato sia dall’altro. Una particolarità che nel caso della 32enne di Latina si è rivelata un vantaggio, e potrebbe aver avuto il suo peso anche nelle scelte della ct Marcela Ferrari.

Sicuramente – racconta Erika – avrò un lato dal quale il mio gioco risulta più efficace, ma mi trovo ugualmente bene da entrambi, e credo sia positivo. Più passa il tempo e più bisogna sapersi adattare a nuove situazioni, perché una volta le giocatrici di alto livello in Italia erano meno, quindi la distinzione fra giocatrici di destra e di sinistra era più marcata. Oggi la concorrenza è maggiore, quindi poter giocare sia da un lato sia dall’altro aiuta a trovare più facilmente una compagna. Anche se il padel è pur sempre uno sport di coppia, quindi avere una partner fissa è importante. Più il livello sale e più diventano determinanti l’affiatamento e gli schemi di coppia. Se la sintonia non è ideale, prima o poi il punto debole viene a galla”.

Erika Zanchetta, classe 1989 da Latina, è una delle otto convocate in azzurro per i mondiali di Doha (foto Sposito)

Al momento, la giocatrice pontina non ha una compagna fissa e nel 2021 ha cambiato a ripetizione, iniziando con Giorgia Marchetti e poi giocando a spot con Vinci, Sussarello, Tommasi, Stellato, Knapp e altre. Con Roberta Vinci è arrivata in semifinale ai Campionati Italiani; sia con Giulia Sussarello sia con Emily Stellato ha giocato una finale nel Circuito Slam padel by Mini, ma per adesso manca ancora una soluzione definitiva che le permetta di dar vita a un progetto vero e proprio.

È anche per questo – aggiunge – che nel 2021 ho giocato quasi esclusivamente in Italia, disputando un solo torneo del World Padel Tour (il Master di Barcellona, ndr) malgrado inizialmente ci fosse l’intenzione di andare spesso all’estero. Se lo faccio voglio farlo bene, il che nella mia testa significa prendere un impegno serio e giocare nel WPT a tempo pieno. Visto che non è stato possibile, piuttosto che giocare qualche torneo ogni tanto ho preferito competere a livello nazionale”.

Tuttavia, la scarsa partecipazione ai tornei del circuito internazionale non le ha precluso un posto in nazionale, segno che Erika (oggi n.191 della classifica mondiale) è stata comunque in grado di mostrare di saperci fare anche lontano dalla Spagna.

Come per altre cinque delle otto giocatrici della nazionale italiana, anche nel passato di Erika c’è stato il tennis professionistico, da ottima promessa capace di entrare nella classifica WTA ad appena 16 anni. Tuttavia, il futuro non è stato all’altezza delle attese e a 24 aveva già detto basta, con un best ranking da numero 443. “Oggi può sembrare che mi sia ritirata presto – continua – ma al tempo non era niente di strano. Ho pagato caro un grave infortunio alla caviglia avuto intorno ai 18 anni, che mi ha fermato per un bel periodo, anche se dopo essere ripartita i risultati non erano poi così male”.

È andata avanti fino a quando non si è trovata di fronte a un bivio: continuare a provarci o prendere una decisione diversa, e proprio in quel periodo la Federtennis ha aperto il bando speciale per il corso da maestro nazionale, riservato a chi avesse raggiunto una determinata classifica ATP o WTA. “Ho colto la palla al balzo: ho partecipato al corso, ho preso la targa e ho iniziato a lavorare”.

Per una manciata d’anni ha fatto solo quello, poi ha scoperto il padel e passo dopo passo di spazio per la racchetta ce n’è stato sempre meno. “Il tennis rimane la mia grande passione – dice ancora – e rifarei tutto ciò che ho fatto, tanto che ho voluto comunque conservare una piccola scuola tennis vicino a casa. Ma oggi buona parte del lavoro si è spostato nel padel, all’Aprilia Padel Club”.

Per entrare nel giro grosso a Erika è bastato poco. Il suo primo anno nel padel è stato il 2019, e si è subito garantita un posto in nazionale, conservato fino all’esordio mondiale. “Sono contenta di giocare il mio primo Campionato del mondo – dice – e non vedo l’ora di viaggiare insieme a compagne e compagni, per vivere un’altra esperienza importante. Siamo un bel gruppo, che è rimasto quasi interamente lo stesso degli ultimi Europei (l’unica novità sarà il debutto di Giorgia Marchetti al posto di Carolina Petrelli, ndr). Mi auguro che in questo Mondiale si possano trovare sfide competitive, nelle quali il risultato non sia sempre scontato, o a nostro favore e a favore delle avversarie, come invece successo agli ultimi Europei. A livello di competizione non sono stati i migliori, ma sono serviti a consolidare il gruppo”.

L’Italia pare fra le candidate a lottare per il terzo posto, alle spalle dei colossi Spagna e Argentina, anche se non c’è nulla di scontato e il nostro non è l’unico paese nel quale il padel si sta diffondendo a macchia d’olio. Quindi le sorprese possono essere dietro l’angolo.

Siamo sicuramente un’ottima squadra – dice ancora la laziale – ma non me la sento di sbilanciarmi perché non conosco il livello delle varie nazioni sudamericane. E poi può capitare che da un anno all’altro un paese trovi nuove giocatrici molto competitive, che magari si avvicinano dal tennis. In Italia abbiamo l’esempio di Roberta Vinci, che ci ha impiegato poco ad arrivare fra le migliori, e può succedere lo stesso altrove. Quindi fare previsioni è complicato, ma saremo sicuramente una delle squadre più competitive”. Fino a che punto? Lo scopriremo presto.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti