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Mancato per un soffio il sorpasso a Galan/Lebron nel 2021, Martin Di Nenno è pronto a tentare di nuovo l’assalto alla vetta nella nuova stagione, sempre con Paquito Navarro. “Giocare con lui – dice – è stata la scelta migliore della mia carriera. Lavoriamo per essere ancora più competitivi, e conquistare la vetta della classifica”
di Marco Caldara | 03 febbraio 2022
Nel World Padel Tour il premio di rivelazione del 2021 è andato allo spagnolo Miguel Semmler, ma solo perché dalle mani di Martin Di Nenno era già passato dodici mesi prima. Altrimenti non gliel’avrebbe tolto nessuno: il 24enne di Buenos Aires ha iniziato la stagione senza alcuna finale nel proprio palmarès, e l’ha terminata con 3 titoli e altre 7 finali a fianco di Paquito Navarro, col quale ha combattuto un lungo testa a testa con Ale Galan e Juan Lebron per il numero uno di fine anno. L’hanno conquistato (ancora) i due spagnoli, ma i due rivali hanno chiuso appena dietro e sono pronti a rilanciare nel 2022.
“Il mio – ha raccontato Di Nenno in un’intervista col portale argentino Olè – è stato un anno di apprendistato. La possibilità di giocare a fianco di Paquito, un numero uno dal quale la gente si aspetta tantissimo, ha rappresentato una grande sfida. Quando ho accettato la sua proposta non ero del tutto cosciente di ciò che la decisione avrebbe comportato. Ma è stata senza dubbio la scelta più importante della mia carriera”.
Gli è servita a mostrare con continuità quelle qualità che da anni si vedevano solo a intermittenza, e a ribadire di essere uno dei candidati per dominare la scena negli anni a venire, nei quali il padel punta a un grande salto a livello globale che è ormai vicino.
La presenza al suo fianco di un gigante come Navarro, molto carismatico e dal carattere forte, l’ha aiutato a superare tante debolezze. “È stato bravissimo a supportarmi e a credere in me nei primi tornei dell’anno – continua –, quando il mio gioco non stava funzionando bene. Ho avuto bisogno di un periodo di adattamento a delle sfide sempre più difficili, nel quale il suo appoggio mi ha aiutato a non perdermi d’animo di fronte a qualche risultato negativo. Sarebbe stato fin troppo facile credere di non essere all’altezza e lasciarsi andare, invece ho tenuto duro, e una volta che mentalmente mi sono abituato a delle attenzioni che mai avevo avuto nel coso della mia carriera sono riuscito a mostrare la mia miglior versione”.
Da lì in avanti il loro 2021 ha cambiato volto, fino a una seconda metà di stagione incredibile con otto finali consecutive, tre delle quali vinte: a Barcellona, Cordoba e soprattutto Buenos Aires. “Ho sempre avuto compagni dal carattere forte – continua –, che da me hanno sempre preteso molto. Se lo fanno, è perché vedono che ho la possibilità di dare di più. Significa che da me si aspettano molto, e questo è un bene. Sarebbe un problema il contrario: vorrebbe dire che credono che io non possa fare di meglio”.
Oltre ad aver cambiato la sua dimensione sportiva, il 2021 ne ha lanciato anche la popolarità, letteralmente esplosa quando a due anni dall’ultima volta (nel 2020 il torneo era stato cancellato causa Covid) “El Turquito” è tornato a mettere piede a La Rural di Buenos Aires, per il Master della sua Argentina. “È stata una settimana che difficilmente dimenticherò: l’accoglienza della gente, le richieste di foto e autografi, e infine la vittoria del titolo, davanti alla mia famiglia e ai miei amici. Impareggiabile”.
In Argentina gli appassionati di padel lo conoscevano già, mentre molti altri l’hanno scoperto grazie alla sua storia, e al (tristemente) noto incidente in auto nel quale persero la vita i suoi due più cari amici, mentre lui fu l’unico sopravvissuto.
“Molta gente ha iniziato a simpatizzare per me dopo averlo scoperto, e per il modo in cui sto cercando di sfruttare al massimo la seconda opportunità che la vita mi ha regalato. Molti altri, invece, si identificano in me grazie al mio modo di interpretare il padel, con un gioco semplice. Non ho molto talento, ma sono un grande lottatore. Tutto ciò che ho ottenuto è merito di grinta e cuore”.
A conti fatti, a Di Nenno/Navarro il numero uno del mondo è sfuggito per 1.145 punti. Avrebbero potuto conquistarlo vincendo il Master Final, ma si sono arresi in semifinale a la vittoria è andata a Galan/Lebron, che hanno difeso la vetta. Tuttavia, col senno di poi, secondo Martin l’opportunità è stata smarrita qua e là nel corso dell’anno, non all’evento conclusivo di Madrid.
I numeri gli danno ragione, visto che a fare la differenza è stata la prima metà di stagione, unita a qualche occasione persa. Su tutte la finale dell’Open di Città del Messico: l’avessero vinta, il sorpasso sarebbe diventato realtà. Invece sono caduti sul più bello, in finale contro Ruiz/Stupaczuk. “Il mancato numero uno – dice – è la somma di ciò che è successo durante la stagione. Ci siamo lasciati sfuggire delle partite che potevamo vincere, e abbiamo perso anche tanti scontri diretti con Galan e Lebron. Alla fine quei punti contano”.
“Tuttavia – aggiunge – essere stati in lotta fino alla fine è stato bellissimo, e guai a pensare che sia finita qua: l’obiettivo è solamente rimandato. Iniziamo il 2022 con tanta fame, e cercheremo di dare il massimo. Di tutte le coppie del circuito siamo la più vicina alla testa della classifica, quindi naturalmente è lì che dobbiamo puntare. Stiamo lavorando duramente per migliorare su tanti aspetti, in modo da essere ancora più competitivi. Poi i risultati ci daranno il posto che meritiamo”. Oggi è il numero 2, ma la distanza dai primi è davvero minima. E non solo in termini di punti.