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Arturo Coello e Agustin Tapia ci hanno abituato talmente bene che bastano due sconfitte di fila prima della finale a far scattare l’allarme. Visto che nell’intero 2024 era capitato una sola volta. Le attenuanti ci sono, ma anche qualche segnale da non ignorare, specialmente alla vigilia del primo Major della stagione
di Marco Caldara | 02 aprile 2025
I casi sono due: o dobbiamo partire dal presupposto che quanto combinato nel 2024 dai numeri uno del padel Arturo Coello e Agustin Tapia sarà qualcosa di irripetibile, perché vincere 14 titoli in una sola stagione non è normale e ancora meno lo è una serie di 47 match vinti consecutivamente; oppure i due leader del ranking mondiale stanno inviando qualche segnale di difficoltà. Piccolo, ma impossibile da ignorare da parte di due che hanno dimostrato di poter vincere sempre, ovunque, comunque e in qualsiasi condizione, fisica come di gioco.
Due match persi sono forse un po’ poco per far scattare il campanello d’allarme, ma è colpa (se tale la si può definire) della superiorità disarmante alla quale loro stessi ci hanno abituato nella passata stagione. Perché solo una volta negli oltre 20 tornei disputati gli era capitato di mancare l’accesso in finale, mentre nel 2025 gli stop entro la semifinale sono già due in soli tre tornei. E consecutivi: prima in semifinale a Miami contro Lebron/Stupaczuk e poi addirittura agli ottavi a Santiago del Cile contro i bombardieri Pablo Cardona e Leo Augsburger, già capaci di battere entrambe le prime due coppie al mondo.
Per ritrovare una sconfitta dei numeri uno tanto prematura bisogna tornare addirittura al 2023, quando nella tappa di Amsterdam del vecchio World Padel Tour si arresero all’esordio ad Arroyo/Rubio. Nell’intero 2024, a Coello e Tapia era capitato solamente due volte si stare due tornei di fila senza alzare al cielo un titolo, prima con l’accoppiata Bruxelles-Siviglia, poi con quella italiana Roma-Genova. Ma in quei quattro tornei raccolsero tre finali, mentre stavolta si sono fermati prima.
Volendo, si può andare avanti: in tutto il 2024 erano stati appena cinque i giocatori capaci di battere Tapia/Coello (Galan, Lebron, Chingotto, Nieto e Sanz), mentre quest’anno ci sono già riusciti in quattro e all’appello mancano alcuni che con buona probabilità ci riusciranno nel corso della stagione. Tutti dati che si possono interpretare a piacimento, dandogli più o meno importanza. Ma che suggeriscono quantomeno una riflessione. Anche perché, si sa, le vittorie di alcuni danno fiducia anche a tanti altri, mostrando la strada per riuscire in quell’impresa – batterli – parsa impossibile per mesi e mesi in un 2024 nel quale hanno perso solamente sette incontri.
Va detto che dalla parte di Coello e Tapia c’è qualche attenuante: a Miami l’argentino era alle prese con un problema alla mano che l’ha limitato non poco, spingendolo addirittura a meditare il forfait da Santiago. Invece, alla fine in Cile ha giocato, ma il cocktail fra le sue difficoltà e le condizioni rapidissime che hanno reso pericolosissimi Cardona e Augsburger si è rivelato difficile da digerire, spedendoli a fare la valigie molto prima del previsto.
Ora, il tema interessante diventa capire come Arturo e soprattutto Agustin (in quanto alle prese anche con qualche noia fisica) sapranno reagire alla situazione. La storia della loro partnership racconta che nei momenti di difficoltà sono riusciti a trovare la forza per migliorarsi ancora, fino a diventare irraggiungibili come nella seconda parte del 2024. Sarebbe il momento giusto per farcela, visto che il prossimo evento in calendario non sarà né un P1 né in P2, bensì il primo Major stagionale in Qatar.
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