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La mancata finale a Santiago del Cile ha negato un nuovo confronto fra Ale Galan e Juan Lebron, gli ex compagni di tanti successi che dopo la rottura non hanno ancora trovato il modo di chiarirsi. Anzi: le scaramucce di Miami confermano che la pace è ancora lontana. E inizia a venire qualche dubbio su chi sia il “cattivo” della storia
04 aprile 2025
Da tempo non vedevamo un Juan Lebron così. Cattivo, concentrato e centrato. Merito di Franco Stupaczuk, che ha ridato linfa vitale a El Lobo, in finale in tutti i quattro tornei Premier Padel disputati. Dopo la sconfitta a Riyadh è arrivato il successo nel P2 di Cancun orfano degli altri big, prima di due sconfitte in finale contro Ale Galan e Federico Chingotto: quella a Miami in campo, per 6-1 7-6, quella a Santiago del Cile a tavolino, causa febbre di Stupaczuk. Ora, per completare la propria resurrezione sportiva Juan Lebron deve aggiungere solo un ultimo tassello: sconfiggere almeno una volta quello che prima era il suo migliore amico e che adesso è la sua nemesi, ossia l’ex partner di tantissime vittorie Ale Galan.
Nel riscaldamento della finale di Miami abbiamo visto parecchie scaramucce fra coloro che formavano la coppia numero uno del mondo, quella che ha cambiato la storia recente del padel, portandolo a essere il fenomeno che è oggi. Lebron, che arriva da una pessima annata prima con Paquito e poi con Di Nenno, adesso rappresenta la coppia numero 3 del mondo, alle spalle di Chingalan e di Tapia-Coello, in questo momento inarrivabili ma in debito d’ossigeno dopo lo strepitoso 2024 (eliminati agli ottavi di Santiago da Augsburger e Cardona).
E Lebron, per tornare a essere definitivamente El Lobo, deve battere i suoi demoni, quindi infliggere la prima sconfitta ad Ale Galan dal post separazione. I confronti, dopo lo scioccante addio fra i due arrivato all’inizio della scorsa stagione, dicono 4-0 per Galan. Era durata due ore e 49 minuti la semifinale del P2 di Genova, giocata nel luglio scorso, quando Juan e Paquito tolsero un set a Chingalan, ma non fu sufficiente per andare in finale. Un duello, quello arrivato nella Città della Lanterna, atteso per mesi e finalmente consumato. Non deluse le attese: né di chi cercava lo spettacolo, saziato da un brillante 4-6 7-5 6-4 carico di pathos e giocate da urlo, né di chi aspettava qualche frizione, con una stretta di mano freddissima a fine match e Galan che – a specifica domanda in conferenza stampa – disse che si sarebbe aspettato un trattamento migliore.
Per Lebron, nella stagione 2024 avara di soddisfazioni, c’era stata una possibilità di rivincita contro l’ex amico nella semifinale del Major di Parigi. Una partita (giocata insieme a Di Nenno) nella quale i primi 4 game durarono più di 30 minuti e, dopo la solita scenata di Lebron per una decisione arbitrale, Chingalan si imposero 6-2 6-2, con Juan completamente fuori dal match. È ovvio che El Lobo soffra emotivamente i confronti diretti con l’ex partner e forse vale la pena di ripensare chi sia il “villain”, il cattivo della storia. L’esuberanza di Juan gli ha sempre fatto recitare la parte del cattivo, ma sicuramente la verità sta nel mezzo, come sempre quando finiscono le grandi storie in amore e in amicizia.
“Vivere a 300 metri di distanza e non avere il coraggio di dirmi in faccia quello che pensa, fa molto male” disse Lebron lo scorso agosto. Ironica la risposta di Galan: “Gli ho chiesto se ha ancora lo stesso numero di cellulare perché gli scrivo per giocare e vederci, ma non risponde”. Versioni diverse di una grande storia finita, ma che lascia ancora nei protagonisti e negli appassionati un senso di irrisolto. I prossimi capitoli coloreranno il 2025, dentro e fuori dal campo. Perché quando è Lebron vs Galan, c'è sempre qualcosa di magico.
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