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Padel

Gli italo-argentini alla conquista del Premier Padel: ecco chi sono

L’arrivo del nuovo circuito internazionale di punta ha portato alla luce la presenza di tanti oriundi che hanno scelto di giocare per il nostro paese a livello FIP, per i motivi più svariati. C’è chi sogna la nazionale, chi ha già vestito la maglia azzurra in passato e chi punta alla Serie A

di | 27 luglio 2022

Juan Manuel Restivo, classe '88 da La Plata, ha giocato per l'Italia ai mondiali del 2018 in Paraguay (foto Giampiero Sposito)

Con l’avvento del circuito Premier Padel, che grazie a tabellone principale allargato a ben 56 coppie, diretta tv (e streaming) fin dalle prime giornate e livescore di tutti gli incontri, giocatori non così conosciuti al pubblico hanno guadagnato una visibilità mai avuta prima, e che promette di estendersi ancora di più.

Questo ha portato gli appassionati italiani a rendersi conto che sì, le coppie Sinicropi-Cattaneo e Cassetta-Cremona rimangono le più forti del movimento nazionale, ma nel circuito ci sono anche numerosi altri giocatori – top-100 compresi – a competere sotto la bandiera dell’Italia, alcuni dei quali capaci di fare strada nei Major: chi a Doha, chi a Roma e chi a Parigi. Si tratta sempre di giocatori italo-argentini, che magari non hanno particolari legami sportivi con il nostro paese, ma hanno deciso di rappresentarlo a livello internazionale per vari motivi.

Il caso più celebre è quello di Marcelo Capitani, che però non va confuso con tutti gli altri, visto che al nostro paese il 47enne di Santa Fe è ormai legato indissolubilmente. Perché ci vive da qualche anno, ci lavora e ci gioca a tempo pieno, tanto da aver contribuito in maniera importante allo sviluppo del movimento, sia diventando un punto di riferimento per i colleghi (anche grazie a tante vittorie con la maglia azzurra), sia occupandosi della formazione dei giovani, prima dell’avvento del nuovo Sistema Italia che ha rivoluzionato la struttura di base.

Denis Perino è l'italo-argentino più avanti nel ranking mondiale FIP, al numero 57 (foto Giampiero Sposito)

Diversi gli altri casi, a partire da quello di Denis Perino, il più avanti di tutti nella classifica mondiale, al numero 57. In realtà quest’anno il 26enne mancino di Cordoba nel nostro paese si sta facendo vedere più spesso che mai, tanto che insieme a Marcelo Capitani si è aggiudicato le prime due tappe del circuito nazionale Slam by Mini, ma è nato in Argentina, risiede in Spagna e la sua scelta di difendere i colori azzurri è in particolare una scelta di comodo.

Da questa stagione, infatti, per poter prendere parte come atleta italiano ai campionati degli affiliati FIT è necessario avere i requisiti imposti dalla regola dell’eleggibilità dell’International Padel Federation, che impone di non aver rappresentato alcun altro paese negli ultimi 36 mesi. Visto che il numero di stranieri per formazione è stato limitato a soli due (mentre fino al 2021 non era presente alcuna restrizione), la possibilità di giocare da italiano rappresenta una carta importantissima, che chiunque ne ha la possibilità punta dunque a sfruttare.

Vale lo stesso per il numero 100 del mondo Facundo Dominguez, classe 1997 da Mar del Plata (“la mia scelta – ha detto – è dovuta alla possibilità di giocare la Serie A, grazie alle origini italiane di un mio bisnonno”), così come per il numero 84 Nicolas Suescun, 36enne di Rio Tercero da parecchi anni residente a Madrid.

Fra gli italo-argentini c’è anche Aris Patiniotis, ottimo giocatore scivolato al numero 97 a causa di un lungo stop nel 2021, per la rottura del tendine d’Achille. Quest’ultimo, nel World Padel Tour compete per l’Argentina, ma nel circuito FIP ha scelto l’Italia. “Non sono tesserato alla Federazione argentina – ha spiegato il 30enne residente a Madrid –, mentre lo sono per la Federazione Italiana Tennis. Per poter giocare nel circuito Premier Padel è necessario essere registrati a una federazione, quindi è venuto naturale scegliere l’Italia. Devo le origini italiane a mia madre: suo nonno era di Anacapri”.

Emiliano Iriart vive a Siracusa: sogna di poter giocare per la nazionale italiana (foto Giampiero Sposito)

Tuttavia, c’è anche chi, pur rimanendo soprattutto legato all’Argentina, con l’Italia ha comunque un ottimo rapporto. Come Emiliano Iriart, che insieme allo spagnolo Carlos Perez Cabeza si è fatto notare – un po’ a sorpresa – sia al Foro Italico sia al Roland Garros, salendo fino al numero 123 del ranking. Da qualche tempo il 27enne di Loberia (provincia di Buenos Aires) si è trasferito a vivere a Siracusa, una delle città dove il padel è diventato un’autentica malattia, e sogna di poter un giorno difendere i colori della nazionale. “Le mie origini italiane – ha raccontato – sono dovute al mio bisnonno: durante la prima guerra mondiale scappò dall’Italia con la sua fidanzata, trasferendosi a vivere in Argentina, a Loberia. Hanno vissuto lì per tutta la vita. Per questo, pur essendo cresciuto in Argentina, sento un forte legame con l’Italia. Mi piace molto e mi farebbe davvero piacere riuscire un giorno a giocare per la nazionale”.

Un sogno, quella di indossare la maglia dell’Italia, che invece altri due hanno vissuto: si tratta di Matias Nicoletti e Juan Manuel Restivo, entrambi convocati per i mondiali di quattro anni fa in Paraguay, nonché più volte campioni d’Italia di Serie A con il Circolo Canottieri Aniene. “Sapevano del mio doppio passaporto dovuto alle origini del mio bisnonno – ha detto Restivo –, così nel 2018 è nata quella possibilità: mi hanno convocato e ho colto al volo l’opportunità”. Da allora gioca per il nostro paese, quest’anno dividendosi fra Premier Padel, APT Padel Tour e anche sempre più appuntamenti in Italia. La scorsa settimana, per esempio, era a Rovato (provincia di Brescia) per un FIP Promotion, in coppia con l’ex – grande – promessa del tennis azzurro Giacomo Miccini.

Era con la nazionale azzurra ai mondiali del 2018 ad Asuncion anche Nicoletti, 42enne di San Isidro con un ottimo passato, che grazie all’avvento del Premier Padel ha ritrovato dei risultati – e una visibilità – che gli mancavano da un pezzo. Il suo legame con l’Italia si limita sostanzialmente alle origini e quindi al doppio passaporto, ma finché vince con la bandiera tricolore accanto al nome va benissimo così.

Il dettaglio: sulla t-shirt di Matias Nicoletti sono presenti sia la bandiera argentina sia quella italiana (foto Giampiero Sposito)


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