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Negli ultimi tempi, da parte di alcuni giocatori è montato un pizzico di malcontento nei confronti di alcune decisioni legate alla gestione del circuito Premier Padel. I giocatori vorrebbero essere più coinvolti in certe scelte (vedi il calendario) ma le logiche non possono seguire solo la loro volontà. Anche perché hanno già ricevuto tantissimo
di Marco Caldara | 19 gennaio 2025
Qui multum habet, plus cupit. Lo diceva persino Seneca, duemila anni fa: chi ha molto, desidera di più. Una frase che ben si addice a una certa frangia di giocatori del circuito Premier Padel, che chiede all’accoppiata FIP-QSI (al comando del Tour) un maggiore coinvolgimento in determinate decisioni. Le più dibattute negli ultimi tempi riguardano il sistema di classifica e il calendario, ma ciò che i giocatori non comprendono – o fingono di non comprendere – e che non tutte le logiche di un sistema simile possono seguire solo e soltanto le loro volontà di avere molto senza mai dare troppo. Loro sono i protagonisti, gli attori principali, coloro senza i quali il prodotto non ci sarebbe nemmeno. Ma in tutti gli sport esistono dinamiche che esulano da ciò e vanno comprese e accettate, per il bene dell’intero circuito che per stare in piedi deve rendere conto non solo ai suoi giocatori, ma anche alle federazioni, agli organizzatori degli eventi, agli sponsor che lo sostengono e chi più ne ha più ne metta.
Sull’argomento è intervenuto – in un’intervista col sito spagnolo Relevo – niente meno che il “Boss” Fernando Belasteguin, ormai ex ma comunque coinvolto nelle dinamiche del circuito. “Quanto alle discussioni sul ranking – ha detto l’argentino –, io ero presente quando ci è stato presentato il sistema, e tutti hanno espresso il proprio consenso. Nulla è stato imposto, pertanto mi ha un po’ sorpreso sentire certe cose. Ci saranno sempre delle discussioni, ma credo sia meglio tenerle dietro le quinte. Ora che siamo riusciti a fare crescere il sistema, e i giocatori sono visti come delle star, non credo sia conveniente creare altre confusione. Finiremmo per trovarci di nuovo nei guai”.
“Quanto al calendario – ha detto ancora Bela –, i giocatori dovrebbero essere consultati per determinate cose. Coloro che fanno parte del consiglio dovrebbero sedersi e trovare il modo per essere ascoltati di più, ma la decisione finale spetta alla FIP”. Ciò che emerge dalle parole di Belasteguin è chiaro: secondo la leyenda, i giocatori hanno già ottenuto tantissimo, e lo dice uno che ha vinto più di tutti eppure per anni e anni ha guadagnato gran poco, sostenendosi soprattutto grazie alle sponsorizzazioni. Ergo, invece che lamentarsi dovrebbero ricordarsi da dove sono partiti, e collaborare.
“Se quando tre anni fa abbiamo iniziato le conversazioni per formare l’associazione giocatori ci avessero detto che i primi del ranking sarebbero arrivati a guadagnare cifre milionarie, non ci avremmo creduto. Credo che questo sia il momento di fermarsi, provare a consolidare quanto fatto e poi in futuro provare a ottenere ancora di più. Sempre senza dimenticare i giocatori fuori dai primi 30 del ranking, per i quali si può ancora fare tanto. Ma ci si può riuscire solo rimanendo tutti uniti”.
Dalla nascita di Premier Padel i giocatori hanno ottenuto già tantissimo: montepremi più alti, un’organizzazione più efficiente e professionale, e anche maggiore popolarità internazionale che si traduce in più credibilità quando c’è da trattare le sponsorizzazioni con le aziende. Oggi circolano cifre inimmaginabili fino a poco tempo fa, segno che chi ha lavorato dietro le quinte l’ha fatto correttamente, prendendo le strade giuste. Ergo, continuare a chiedere sempre maggiore potere (specialmente quando se ne ha già parecchio) rischia di diventare controproducente. Non ci voleva Bela per capirlo, ma magari sentirlo da lui servirà.