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Dopo aver brillato a Riyadh, i due italo-argentini portano il tricolore agli ottavi anche del P1 di Acapulco, dove cercheranno l’impresa contro Di Nenno/Stupaczuk. Per Patiniotis, 32enne dalle lontane origini campane, è una rivincita contro i problemi fisici che l’avevano portato sull’orlo dell’addio
di Marco Caldara | 21 marzo 2024
Il cognome è greco e il paese di nascita l’Argentina, ma accanto al nome di Aris Patiniotis c’è la bandiera italiana. Perché il 32enne padelista di Mar del Plata ha il doppio passaporto in virtù di lontane origini campane, grazie a un bisnonno materno di Anacapri, così quando un paio d’anni fa è stato chiamato a scegliere qualche nazione rappresentare nel circuito Premier Padel ha optato per la nostra. Una mossa dettata principalmente dalla comodità (gli serviva essere tesserato a una Federazione nazionale: lo era per la futura FITP ma non per l’APA argentina), ma che negli ultimi tempi sta regalando al nostro paese più di una soddisfazione, specie da quando “El Griego” ha deciso di dividere il campo con l’altro italo-argentino Facundo Dominguez, anche lui nativo di Mar del Plata, anche lui con un bisnonno italiano.
A Riyadh sono stati la prima coppia a vincere un match nel 2024 del circuito Premier Padel, poi hanno sorpreso tutti battendo niente meno che la leggenda Fernando Belasteguin (e il compagno Lucho Capra), e sulle ali dell’entusiasmo per gli ottavi di finale centrati in Arabia Saudita hanno appena fatto il bis nel P1 di Acapulco, a spese di un duo tutt’altro che facile come Fernandez/Belluati. Erano favoriti lo spagnolo e l’argentino, coppia numero 15 del mondo, invece all’Arena GNP Seguros è finita 6-3 6-2 per “los pibes de Mardel”, che si sono guadagnati in premio altri due pibes, i “Super” Martin Di Nenno e Franco Stupaczuk.
Il coefficiente di difficoltà aumenterà e lo stop pare probabile, ma poco importa: Aris e il compagno, dei sei anni più giovane, nel circuito Premier Padel stanno trovando soddisfazioni importanti e potrebbero conquistare presto la top-50 del ranking FIP. Dominguez è numero 59, Patiniotis 66: ormai manca poco.
I loro risultati, supportati da due coach d’eccezione come Juani Mieres e Mati Diaz, hanno acceso i riflettori su due personaggi dalle storie che presentano qualche particolarità. Dagli account social di Dominguez, classe 1997, si scopre che è addirittura titolare di un negozio online specializzato nel padel (MDQ Shop), e ha anche una sua linea di abbigliamento (Identity Padel), malgrado – curiosità – per ragioni di sponsorizzazione con un altro brand sia il primo a non indossarla.
Patiniotis, invece, in mezzo alla gloria portatagli dalla scelta datata 2014 di lasciare l’Argentina a favore della Spagna, ha trovato anche tanta sfortuna dovuta ai guai fisici che gli hanno messo più volte i bastoni fra le ruote. È stato fra i primi 30 del mondo, ma nel 2018 ha dovuto lasciare temporaneamente il circuito per un problema all’anca che proprio non ne voleva sapere di passare, mentre nella prima parte del 2021 ha accusato la rottura del tendine d’Achille della gamba destra, rimanendo fuori per circa 9 mesi. “Ho pensato più volte al ritiro – ha raccontato –, ma ho sempre deciso di darmi una nuova possibilità, spinto dalla mia famiglia e dalle persone che mi stanno intorno. Ora i risultati stanno arrivando di nuovo: è la prova che non è mai troppo tardi. Aver vinto a Riyadh contro Belasteguin, il più forte di tutti i tempi, è un premio alla volontà di non mollare mai”.
Nel frattempo, da quando rappresenta il nostro paese l’ex top-30 ha anche stretto i rapporti con l’Italia: nel 2022 ha conquistato da protagonista lo scudetto di Serie A (vincendo il match decisivo), nel 2023 ha vinto un paio di tappe del circuito Slam by MINI e lo scorso sabato, proprio prima della partenza per il Messico, era in campo per la giornata inaugurale della Serie A 2024, sempre coi colori dell’Orange Padelclub. A Roma lo attendono di nuovo per il secondo impegno, il 6 aprile, con l’augurio di poter contare su di lui anche per la Final Four di giugno. Un evento nel quale potrebbe ritrovare Dominguez, portacolori del Monviso Sporting Club di Grugliasco (Torino). Per un weekend sarebbero avversari, prima di tornare compagni verso altri traguardi di spessore.
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