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Padel

Il risveglio del “Gato” Tello: con Libaak può tornare grande

La semifinale a Santiago, la più importante dal 2023, dimostra che insieme al giovane Tino Libaak il “Gato” Juan Tello può trovare la strada per risalire la classifica. Dopo la separazione da Chingotto ne ha azzeccate poche, ma il suo valore non si discute. La ventesima posizione del ranking gli sta stretta

di | 29 marzo 2025

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Juan Tello (destra) e Tino Libaak: sono in semifinale al P1 di Santiago del Cile

Lungo la gran parte della sua carriera, per Juan Tello certi risultati sono stati all’ordine del giorno. Non è riuscito ad andare oltre un paio di titoli nel vecchio World Padel Tour, ma con l’amico fraterno Federico Chingotto ha formato una coppia capace di arrivare sempre nelle fasi finali. Poi, i due hanno deciso di prendere strade diverse convinti di poter fare ancora meglio e a rimetterci è stato il “Gato”: mentre il “Ratòn” ha trovato in Ale Galan il partner capace di portarlo ancora più in alto, per Tello qualcosa si è rotto. Non ha funzionato con Paquito Navarro, ancora meno con Fernando Belasteguin, e da (ex) garanzia fra i top-10 è scivolato sempre più indietro, fino all’attuale posizione numero 20. Ma forse, finalmente, il trend si è invertito.

Merito della scelta di dividere il campo, a partire dal 2025, con Valentino “Tino” Libaak, uno dei giovani di punta della nuova generazione. La coppia prometteva bene e ha impiegato poco a dimostrarlo: dopo i quarti nell’evento inaugurale a Riyadh, ecco la prima semifinale a Santiago del Cile, guadagnata con i denti in una parte alta del tabellone che si è aperta dopo l’eliminazione dei numeri uno Coello/Tapia, battuti dagli arrembanti Cardona/Augsburger. Parevano loro i candidati per il posto in semifinale, invece gliel’hanno strappato Tello e Libaak, vincendo l’ennesima battaglia della settimana: 7-6 7-6 all’esordio a Garcia/Ayats, 7-5 5-7 7-5 agli ottavi contro Navarro/Bergamini e 7-6 6-7 6-3 nel quarto di finale giocato nella notte italiana fra venerdì e sabato, che ha riportato Tello in semifinale dopo quasi un anno.

In tutto il 2024 l’argentino classe 1995 ne aveva giocata una sola, nel P2 di Bordeaux con Bela, ma quando le prime 4 coppie del mondo avevano scelto di rinunciare. Stavolta, invece, il torneo vale di più (P1) e i big c’erano tutti, dunque il risultato ha un peso specifico decisamente maggiore. E non è detto sia finita qui.

La gioia di Tello (sinistra) e Libaak dopo il successo ai quarti contro Cardona/Augsburger

La gioia di Tello (sinistra) e Libaak dopo il successo ai quarti contro Cardona/Augsburger

Sabato, nel secondo incontro dalle 20 italiane sul Centrale del Complejo Deportivo San Carlos de Apoquindo  (diretta su SuperTennis Plus grazie alla tecnologia HbbTV, freccia in alto del telecomando su smart tv al canale 64 del digitale terrestre), Tello e Libaak se la vedranno con Juan Lebron e Franco Stupaczuk, passati con due tie-break nel quarto di finale contro Garcia/Barahona. Un duello complicato, perché il “Lobo” e il compagno stanno giocando alla grande e nei tre tornei disputati sono sempre arrivati in finale (vincendo a Cancun), ma certamente non impossibile per una coppia che ha capito di potersi inserire nella bagarre.

Al di là di come andrà la semifinale, l’appuntamento cileno ha detto che per Tello – con Libaak – c’è ancora spazio e il terreno sembra fertile per l’approdo (almeno) fra le prime 8 coppie del mondo. Perché la concorrenza è quella che è: Garrido e Di Nenno arrancano, Paquito e Bergamini pure peggio, mentre Gonzalez/Sanz e Arroyo/Alonso non hanno nulla più dei due argentini. L’unione fra la fame di emergere di Libaak e la voglia di riscatto di Tello forma un mix esplosivo e interessante, che promette altre soddisfazioni. Perché il giovane Tino è un predestinato e il più esperto compagno è stato per anni considerato – a ragione – uno dei giocatori più esplosivi e incisivi del circuito. Le condizioni rapidissime di Santiago gli danno una mano, ma non fanno tutto. Al resto ci sta pensando lui, determinato a risalire la classifica verso posizioni più consone al suo reale valore. A 30 anni c’è ancora tempo.

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