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Padel

Il tour di addio di Bela: il padel ringrazia il suo simbolo

Da Mar del Plata a Madrid, da Parigi ai prossimi tornei in arrivo: il 2024 di Belasteguin, avaro di soddisfazioni in campo, si sta trasformando in una splendida passerella per accompagnarlo al ritiro, con varie cerimonie in diversi paesi. Restano tre appuntamenti chiave: il Major in Messico, Milano e le Tour Finals a Barcellona. Difficilmente giocherà, ma non mancherà

di | 11 ottobre 2024

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I risultati di Fernando Belasteguin, ormai, sono quello che sono: non ha funzionato con Lucho Capra, non ha funzionato (a destra) con Juan Tello e rimangono giusto una manciata di tornei per scoprire se andrà meglio col giovane Tino Libaak, ultimo talento promosso al ruolo di apprendista del “Boss” della pala. Ma al di là di un rendimento in campo deludente, con appena una misera semifinale in 17 tornei disputati nel 2024, oggi quello che conta è che la leggenda stia vivendo con serenità l’ultima fase della sua carriera, omaggiato a dovere ovunque va.

Dalle lacrime a Mar del Plata dopo l’ultima partita nella sua Argentina, conclusa con l’abbraccio strappalacrime con i numeri uno Agustin Tapia e Arturo Coello che a lui stesso devono molto, alla cerimonia di ringraziamento di Madrid o a quella ancora più recente a Parigi, sul Court Philippe-Chatrier del Roland Garros, con oltre 10.000 persone che con buona probabilità la sua grandezza l’hanno scoperta tardi, quando il meglio era già alle spalle. Ma hanno impiegato poco a conoscerlo e ancora meglio ad ammirarlo, per quanto ha fatto e per quanto continua a fare a 45 anni, provando a rimanere competitivo.

L’ultima stagione della sua carriera, complici i problemi fisici e l’inevitabile calo di rendimento, si sta trasformando in una passerella avara di quelle soddisfazioni sportive che sono state la sua benzina per trent’anni. Ma ne stanno arrivando tante altre fuori, attraverso l’affetto incondizionato che il pubblico del padel gli riconosce in ogni dove. Perché Bela è stato più di un campione capace di guidare la classifica mondiale per 16 anni, vincendo (molto) più di chiunque altro. È stato il testimonial perfetto per il gioco, nonché l’anello di congiunzione fra il padel di una volta, confinato solo in certe zone, e quello odierno che con Premier Padel punta a conquistare il mondo e sogna le Olimpiadi.

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La buona notizia, e non era scontato visto che da quando il padel è arrivato al grande pubblico Bela è stato raramente fra i principali protagonisti, è che in tutto il mondo viene riconosciuta la sua infinita grandezza. Ci sono colleghi che piangono dopo averlo battuto, perché magari hanno iniziato a giocare grazie a lui e mai avrebbero pensato di arrivare anche solo a trovarselo dall’altra parte della rete, figurarsi a stringergli la mano dopo averlo spedito a casa. Ma ci sono soprattutto appassionati – e tornei – che non perdono l’occasione per dirgli grazie.

Era prevedibile in Argentina, forse pure a Madrid in quella Spagna che ha aiutato Fernando a diventare Belasteguin, meno a Parigi, in quel Roland Garros abituato ad altre racchette e altre leggende, tipo quella che ha annunciato il ritiro dal tennis qualche ora fa. Invece, a cavallo fra una finale e l’altra, è arrivata l’ora di Bela che per l’occasione si è pure preparato un discorso in francese, per rispondere a dovere all’omaggio della gente. “Non avrei mai potuto immaginare – ha detto – di giocare a padel in un luogo come questo”. Invece è successo, il merito è anche suo e il mondo del padel non perde l’occasione per riconoscerglielo.

Vista l’assenza del mondiale, sommata al fatto che i prossimi tre tornei saranno fra Egitto e Medio Oriente (dove l’interesse è minore, così come l’abitudine a certe cerimonie), alle celebrazioni per la carriera di Bela restano tre grandi appuntamenti. Prima il Major del Messico, dove il padel è nato e dove nel 2022 l’argentino ha vinto il suo ultimo titolo e unico sotto l’etichetta Premier, poi il P1 di dicembre a Milano che dovrebbe rimanere l’ultimo torneo di una carriera lunga trent’anni. Un’occasione per l’Italia e per il nostro pubblico, che non mancherà l’occasione di dirgli grazie. Infine, le Tour Finals a Barcellona, la città dove ha messo su famiglia e futuro. A meno di miracoli nei tornei precedenti sarà dura vederlo fra i qualificati, ma al Palau Saint Jordi ci sarà, per salutare un’ultima volta la grande famiglia che per anni e anni gli ha riconosciuto il ruolo di padre. E difficilmente potrà mai trovare un altro come lui.

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