Chiudi

-
Padel

L’addio di Uri Botello, il padelista operaio

A 34 anni l’ex top-10 Uri Botello ha deciso di abbandonare il padel professionistico, cedendo agli infortuni che l’hanno frenato nell’ultimo periodo. Chiude una carriera esemplare, che grazie a dedizione, passione e lavoro quotidiano l’ha visto ottenere risultati difficili da immaginare

di | 20 luglio 2022

In un momento nel quale il treno del padel è lanciato più veloce che mai, per scendere serve coraggio. Perché la popolarità e i guadagni sono ai massimi livelli, anche i giocatori che viaggiano lontano dalle primissime posizioni del ranking iniziano a vedere la possibilità di vivere da veri professionisti senza bisogno di puntare sugli sponsor o sull’insegnamento, quindi l’ambiente è destinato a crescere a dismisura. Ma quando il fisico fa capire che non è più il caso di andare avanti, è inutile lottare col tempo che passa.

È nata così la scelta di dire basta dello spagnolo Uri Botello, a sorpresa se si considera che il suo miglior padel l’ha giocato di recente, fra 2019 e 2020, meno se si guarda ai ripetuti stop per infortunio collezionati nelle ultime due stagioni. Un problema che nel padel pesa di più rispetto ad in altre discipline, visto che si gioca in coppia e quando il pericolo assenze è elevato diventa difficile anche trovare dei compagni di alto livello disposti a correre il rischio, specialmente in un periodo che offre opportunità mai viste prime. Così, malgrado fra i primi 25 del mondo ci siano ben sei giocatori più anziani di lui (e Paquito Navarro è più giovane solo di qualche mese), il 34enne di Melilla ha deciso di dire basta, chiudendo un percorso sportivo per certi versi esemplare.

Per chi ha dimestichezza col tennis, il suo percorso si può paragonare a quello di Paolino Lorenzi: l’attenzione era sempre per altri, perché madre natura non l’ha dotato di particolare talento e dal punto di vista tecnico non era dei più brillanti, ma in compenso poteva dar lezioni di serietà, dedizione e voglia di impegnarsi ogni singolo giorno come fosse l’ultimo. Un mix che gli ha permesso di raggiungere risultati insperati, fino a portarlo fra i primi 10 del mondo.

Uri Botello ha ottenuto i suoi risultati migliori insieme a Javi Ruiz: sono stati la coppia n.5 del mondo

Non è un caso che sotto al post Instagram col quale ha annunciato il ritiro, tutti abbiano deciso di spendere del tempo per lui. Da Galan a Lebron, da Navarro a Belasteguin e chi più ne ha più ne metta: ognuno ha voluto applaudirlo per una carriera di alto livello, conquistata col lavoro quotidiano.

I risultati migliori Botello – due volte campione d’Europa con la Spagna, la seconda nel 2021 – li ha ottenuti nella lunga collaborazione col connazionale Javier Ruiz, durata quattro anni nei quali si sono tolti tante soddisfazioni. Nel 2019 hanno giocato due finali nel World Padel Tour (a Minorca e San Paolo), nel 2020 una terza al Sardegna Open di Cagliari (battendo in semifinale i numeri uno Galan/Lebron), si sono qualificati ben tre volte di fila per il Master Final e hanno saputo scalare la classifica fino a diventare la quinta coppia del mondo, la seconda di Spagna alle spalle solamente di Galan e Lebron.

A sorpresa, i due hanno annunciato la separazione nel luglio del 2021, dopo un periodo avaro di risultati anche a causa delle ripetute noie fisiche di Botello, e da allora il giocatore di Melilla non ha più trovato un compagno in pianta stabile. Ci ha provato con Ramiro Moyano, poi con Pablo Lijo, quindi più recentemente col giovane Javi Leal, ma l’intesa non è decollata con nessuno e i problemi fisici l’hanno frenato a ripetizione, impedendogli anche il debutto nel nuovo circuito Premier Padel. Nel giro di un anno Botello è passato dal partire fra le teste di serie all’essere costretto alle qualificazioni, è scivolato fuori dai primi 60 della classifica e così ha deciso di dire basta.

Dal 2003, quando per la prima volta vidi un torneo professionistico a Melilla – ha scritto Botello nel suo messaggio d’addio –, il mio sogno è sempre stato quello di diventare un giocatore professionista di padel, come all’epoca lo erano Juan Martin Diaz, Fernando Belasteguin, Cristian Gutierrez, Gaby Reca, Seba Nerone, Maxi Grabiel, Mati Diaz e altri giocatori che per me sono stati, sono e saranno leggende di questo sport. Quando nel 2006 ho lasciato Melilla per trasferirmi a Madrid e provare a diventare uno di loro, sapevo che per raggiungere quel livello avrei dovuto dare tutto giorno dopo giorno. Oggi, quasi sedici anni più tardi, posso dire di aver centrato il mio obiettivo”.

Con tanto lavoro, fatica e sofferenza – ha continuato – sono arrivato fra le migliori coppie del mondo, e per qualche settimana sono stato anche nella top ten della classifica. Oggi è il momento di chiudere questa tappa. Ci ho pensato a lungo, e ho deciso di mettere fine alla mia carriera di giocatore professionista. Ho sempre detto che quando non mi sarei più sentito competitivo avrei evitato di trascinarmi per il campo lasciando una brutta immagine di me, e la competitività del circuito di oggi non fa sconti, bisogna sempre esprimersi al massimo. Questa necessità, unita agli infortuni coi quali sono stato costretto a battagliare nell’ultimo anno e mezzo, mi ha obbligato ad accelerare la mia decisione.

“Ma non sono triste – ha aggiunto –, perché sono orgoglioso della mia carriera e di tutti i risultati ottenuti. Oggi inizio una nuova tappa della mia vita, sempre legata al padel, nella quale spero di poter ricevere ancora molto da uno sport che mi ha già dato tantissimo”.


Non ci sono commenti
Loading...