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Padel

La svolta (italiana) di Coello: Genova il torneo chiave del 2024

In una stagione da 94 vittorie e appena 7 sconfitte, sono state proprio due k.o. a rappresentare il turning point del dominio di Arturo Coello e Agustin Tapia. Quali? Le finali di Roma e Genova perse contro Galan/Chingotto. “Lì – ha detto il numero uno – mi sono reso conto di dover cambiare passo”. Ce l’ha fatta alla grandissima

di | 09 gennaio 2025

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Nella carriera di Arturo Coello e Agustin Tapia, l’Italia ha da sempre un ruolo determinante. È nel nostro paese che un giovane Agus vinse – a Cagliari – uno dei suoi primissimi tornei nel vecchio World Padel Tour a fianco di Fernando Belasteguin, ed è sempre in Sardegna che Coello si è preso il primo torneo internazionale di rilievo, nel vecchio FIP Star che un tempo precedeva la tappa WPT. Poi, l’Italia ha dato ai due il primo titolo in un Major, nel 2023 al Foro Italico, eppure pare che il vero momento chiave nella storia del loro dominio comune sia da ricollegare a due sconfitte, entrambe le scorsa estate, prima a Roma e poi a Genova, sempre in finale e sempre contro Ale Galan e Federico Chingotto.

Come è possibile che in una stagione carica di vittorie, titoli e soddisfazioni, il momento chiave siano state due delle sole sette partite perse? L’ha raccontato lo stesso Coello nel video col quale, sul proprio canale YouTube, ha riassunto la stagione dei record, attribuendo al durissimo k.o. in finale a Genova (6-1 6-1 in tre quarti d’ora a senso unico) un’importanza determinante per tutto ciò che è seguito, ossia una striscia di 9 titoli e 47 vittorie di fila macchiata – si fa per dire – soltanto dalla sconfitta al fotofinish alle Finals di Barcellona.

“La finale a Roma – ha spiegato il 22enne di Valladolid – ci ha messo di fronte al fatto che, per la prima volta dopo un anno e mezzo, un’altra coppia potesse sul serio strapparci il numero uno del ranking. Questo mi ha fatto dubitare di me stesso, del mio gioco e del mio approccio, di ciò che avevo fatto e non fatto sino a quel momento”. Un incendio interiore che, appena due settimane più tardi, la nuova débacle nel P2 di Genova ha alimentato con litri e litri di benzina. Ma il possibile punto di rottura sarebbe diventato, parola di Arturito, il turning point dell’intera stagione.

“Nel corso del torneo di Genova – ha detto ancora il numero 1 – non siamo mai riusciti a esprimerci e in finale Galan e Chingotto ci hanno preso a pallate. Lì mi sono reso conto, ancora di più, che il controllo sulla stagione ci stava sfuggendo di mano. Sono rientro negli spogliatoi distrutto e ricordo come se fosse oggi un confronto con Maica, la mia fidanzata. ‘Ti conosco da due anni – mi ha detto –, ho visto come lavori e so come funzionano le cose quando tutto va bene. Ora non stai facendo le cose come dovresti’. Per me è stato come ricevere un secchio d’acqua gelata in faccia, mi ha aperto gli occhi. La sera stessa ho parlato col mio team e ho detto loro di sentire il bisogno di una svolta, in primis dentro me stesso. Avevo bisogno di tornare la chiave per tornare a esprimere il mio gioco, e quella notte non ho quasi chiuso occhio. Ho solo pensato a cosa fare per cambiare ciò che stava succedendo”.

La svolta, Coello l’ha trovata insieme al suo mental coach. Hanno lavorato a stretto contatto per qualche giorno, e i dubbi sono volati via insieme al 6-2 6-3 col quale a sette giorni dalla disfatta in Liguria, lui e Tapia hanno vinto la finale di Malaga, di nuovo contro i Chingalan. Rivista col senno di poi, l’esultanza di Coello dopo il match-point vincente sa tanto di liberazione, come se si fosse subito reso conto di non essere di fronte a un successo come i precedenti, ma alla vittoria della ripartenza.

Ha avuto ragione, perché da quel momento non solo i numeri uno hanno ripreso il dominio, ma ne hanno addirittura allargato le proporzioni, arrivando a un punto (per due volte) dai 15 titoli in una sola stagione. Tutto merito, anche, di una serata storta a Valletta Cambiaso e di una notte quasi insonne in una stanza d’hotel a Nervi, passata a interrogarsi su come ristabilire il dominio.

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