Chiudi
Alla vigilia delle Premier Padel Finals, Paquito Navarro ha lanciato sui social tre proposte per permettere al padel di continuare il suo sviluppo. Ci sono il ritorno al punto de oro (e se lo dice lui…), la volontà di giocare su diverse superfici e la richieste di un maggior numero di tornei indoor. Le abbiamo analizzate
di Marco Caldara | 27 dicembre 2024
La statistica dice che, con i suoi 35 anni, Paquito Navarro era – di gran lunga – l’unico over 30 in gara nelle Premier Padel Finals di Barcellona. Significa che è il più esperto fra i top players, per certi versi il più saggio visto che è stato l’unico a toccare con mano le due fasi più importanti dell’evoluzione del gioco, ossia la nascita di un vero e proprio circuito professionistico (il vecchio World Padel Tour) e quindi l’avvento di Premier Padel.
Pertanto, quando parla va ascoltato e meritano dunque attenzione le proposte da lui lanciate via social proprio alla vigilia del torneo di fine anno, che ha chiuso la sua collaborazione col giovane Pablo Cardona. Nel 2025, Paquito giocherà con il brasiliano Lucas Bergamini e in vista dell’anno nuovo si è addentrato in tre proposte che, secondo lui darebbero, un ulteriore impulso alla crescita del circuito. Le abbiamo analizzate.
TORNARE AL PUNTO DE ORO
Paquito ha accompagnato questa proposta scrivendo “rettificare è da saggi, mi includo”. Per chi non lo sapesse, ai tempi dell’introduzione della regola che aboliva i vantaggi a favore del punto secco sul 40-40, scelta dal World Padel Tour e poi bocciata da Premier Padel, lo stesso Navarro era stato uno dei più grandi oppositori, sicuramente il più rumoroso, schierandosi apertamente contro la novità. Poi, la nascita del circuito FIP-QSI ha fatto decidere ai giocatori e ha prevalso la volontà di tornare ai vantaggi, per ridurre l’imprevedibilità. Tuttavia, non sempre ciò che funziona per i giocatori rende il prodotto migliore.
In questo caso qualche dubbio viene, perché con il punto de oro (o punto secco, o come lo si voglia chiamare) un game può durare al massimo sette punti e aumenta il pathos. Coi vantaggi, invece, un gioco può potenzialmente protrarsi all’infinito e non sempre – o quasi mai – ne guadagnano spettacolo e attenzione del pubblico. Per rendere il padel più televisivo, anche in un’ottica di palinsesti, il ritorno al punto secco avrebbe la sua logica. Essendo il meno giovane e non un mostro dal punto di vista fisico, Navarro lo suggerisce soprattutto per un tornaconto personale? Può darsi, ma la proposta ha ugualmente senso.
VARIARE LE SUPERFICI
Fra le tre proposte di Navarro è senza dubbio la più rumorosa, perché obbligherebbe a una vera e propria novità. Fino a oggi, il circuito Premier Padel (così come il precedente) si è giocato soltanto sull’erba sintetica, sempre azzurra – o quasi – per questioni di resa televisiva. Ma, nel regolamento internazionale della FIP, non sta scritto da nessuna parte che debba necessariamente essere così. Potenzialmente, dunque, altre superfici sono ammesse. Paquito suggerisce cemento (come era un tempo in Argentina) oppure moquette, ma è molto molto recente l’utilizzo della terra battuta, in un evento di esibizione giocato a Buenos Aires al quale hanno partecipato alcuni top player argentini.
È la prova di come qualcosa si stia muovendo, anche se la terra rossa pare non andare troppo d’accordo con le pareti e il comportamento della pallina dopo l’impatto sui vetri. Quanto alle altre superfici, invece, tutte possono funzionare. Navarro suggerisce anche l’utilizzo di diverse palline, per rendere le condizioni ancora più differenti da un torneo all’altro, o da un periodo dell’anno all’altro. Sulla carta è interessante, ma può diventare rischioso. Basti vedere l’esempio del tennis nel quale il tema delle palline è diventato il più dibattuto dai giocatori.
GIOCARE DI PIÙ INDOOR
Potessero scegliere, quasi tutti i giocatori deciderebbero di giocare a padel al coperto, in quanto ciò che accade in campo non è affatto soggetto alle condizioni atmosferiche. Non c’è vento a disturbare, non c’è sole e non fa troppo caldo. Pertanto, secondo Navarro sarebbe auspicabile una diversa distribuzione dei tornei, con ancora più spazio agli eventi indoor. Nel 2024, dei 24 tornei Premier Padel in calendario 14 si sono giocati al coperto (circa il 60%) e una decina all’aperto.
In tutta onestà sembra una proporzione adeguata per fare contenti tutti, a maggior ragione per la distribuzione degli eventi fatta con criterio. Quelli outdoor, infatti, sono stati concentrati a inizio stagione (5 dei primi 6), poi con la doppietta italiana Roma-Genova e quindi col tris Parigi-Newgiza-Dubai. Da capire quale sarà la proporzione nel 2025: il calendario è stato pubblicato, ma per molti eventi manca la sede dunque è ancora impossibile calcolare il numero di eventi indoor e outdoor.