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Padel

Marchetti, Orsi e due sconfitte dal sapore di vittoria

A Malaga le azzurre lottano contro le giganti: la prima, insieme a Lea Godallier, tiene in campo per oltre due ore e mezza la seconda coppia del mondo, Brea/Gonzalez. La seconda, con Nuria Rodriguez, si arrende solo al tie-break del terzo set alla leggenda Alejandra Salazar e Veronica Virseda

di | 12 luglio 2024

“Il possibile lo stiamo facendo, l'impossibile cercheremo di farlo, per i miracoli ci stiamo attrezzando”. Una simpatica citazione che può diventare il motto di Giorgia Marchetti e Carolina Orsi, le due azzurre che nel P1 di Malaga sono uscite a testa altissima dopo due sconfitte dal sapore di vittorie. Perché nello stesso palazzetto che a novembre ha visto l’Italia del tennis conquistare la sua seconda Coppa Davis, anche quella del padel ha vissuto un paio di giorni da protagonista, sfiorando due imprese che sarebbero passate alla storia del nostro movimento. Non è arrivata né la prima né la seconda, ma ci si può accontentare anche così, mettendo da parte i rimpianti per cogliere quanto di buono lasciano due match di altissimo livello.

Giorgia Marchetti, insieme alla compagna francese Lea Godallier, il suo l’ha giocato negli ottavi di finale contro la coppia numero 2 del mondo, Delfi Brea e Bea Gonzalez (padrona di casa), tenute in campo sul Centrale per 2 ore e 39 minuti in un duello risolto per 6-0 6-7 6-4. Una battaglia vera, nella quale la romana ha ribadito la sua grande crescita e la potenzialità della partnership con la compagna francese, già capace di produrre un prezioso ottavo di finale nel Major del Foro Italico. Lo scoglio da superare rimane quello, ma non tutte le sconfitte sono uguali e perdere così, contro due campionesse come le “Superpibas” (quest’anno vincitrici di quattro tornei), vale forse più di tante altre vittorie raccolte contro coppie di livello inferiore.

Perché solo qualche tempo fa si diceva che tenere testa alle top-10 era ancora fuori portata, invece oggi sembra possibile e se la partita è finita al terzo set è merito soprattutto dell’azzurra, determinante sia nel cancellare un set-point sia nel chiudere il tie-break. Poi, nel terzo le più forti sono riuscite a fare quel pizzico di differenza che le ha premiate, ma non senza soffrire. Per il momento, per Giorgia, va bene così.

24 ore prima rispetto alla Marchetti era toccato a Carolina Orsi, sua compagna di medaglia d’oro ai Giochi Europei di Varsavia dello scorso anno, sfiorare il miracolo contro la leggenda Alejandra Salazar (che rimane la più vincente nel padel contemporaneo, con 53 titoli in 11 anni di WPT) e la compagna Veronica Virseda. Nel caso di “Caro”, che pare aver trovato nella spagnola Nuria Rodriguez la partner giusta per un ulteriore salto di qualità, la battaglia ha superato addirittura le tre ore e mezza, necessarie alle due rivali per spuntarla 4-6 7-5 7-6.

I rimpianti ci sono, sparsi nelle tante palle-break mancate nell’arco del confronto, e si sommano a quelli della settimana prima a Genova quando Orsi/Rodriguez avevano dato l’impressione di poter battere le n.5 del mondo Castello/Jensen, salvo poi arrendersi in due set senza capire bene il perché. Ma anche da Malaga la numero uno d’Italia esce con certezze nuove, e la sicurezza di potersela giocare sul serio anche contro le più forti.

Di Carolina è impossibile non notare i miglioramenti in difesa: è diventata più solida e più precisa, e farle il punto è oggi complicato anche per le big. Un rendimento che sommato alla sua efficacia in fase offensiva, nella quale rimane – statistiche alla mano – una delle più incisive dell’intero circuito femminile, ribadisce le sue grandi possibilità. L’impressione è la stessa ormai da inizio anno: sta raccogliendo meno di quanto meriti, ma allo stesso tempo è sempre più vicina alle più forti. Prima o poi l’occasione per cogliere i frutti dell’impegno arriverà, e la Orsi di oggi ha tutto per farsi trovare pronta.

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