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Padel

Nuovi talenti all’assalto: è il ricambio generazionale del padel

Claudia Fernandez, numero 4 del mondo a 18 anni, è la prova di come il padel si stia evolvendo in uno sport per giovani. Un passaggio figlio dell’evoluzione del gioco, diventato sempre più fisico a spese della tattica. Oggi le nuove leve hanno più spazio per emergere, tanto che il trio Chozas, Augsburger e Libaak ha scippato il posto ai mondiali a Belasteguin e Tello

di | 26 settembre 2024

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Claudia Fernandez, numero 4 del mondo ad appena 18 anni

Il padel di altissimo livello è sempre degli stessi giocatori, con le coppie Coello/Tapia e Galan/Chingotto che si sono divise tutti i titoli che contano nel maschile, e il duo Sanchez/Josemaria che – almeno secondo il ranking mondiale – continua a essere inarrivabile. Ma in un Tour che sta vedendo perdere i colpi ad alcuni big del recente passato (Bela, Sanyo, Maxi Sanchez e non solo), parecchi giovani stanno trovando lo spazio per farsi notare sempre più frequentemente.

Il caso più eclatante è fra le donne: a inizio stagione Gemma Triay ha deciso a sorpresa di rischiare tutto chiamando una baby come Claudia Fernandez, e a stagione ancora in corso si può affermare con serenità che la giocatrice delle Baleari ha vinto la sua scommessa. Insieme, le due hanno già vinto 4 titoli e la 18enne madrilena cresce settimana dopo settimana. Aveva subito dimostrato di poter tenere il passo delle più forti, ma un conto è saperlo fare ogni tanto, un altro è riuscirci con continuità, a ogni singolo torneo. La Fernandez ce l’ha fatta e il ranking la premia, visto che nell’ultimo aggiornamento della classifica ha raggiunto addirittura il numero 4.

È impossibile negare che la spagnola sia stata aiutata dalle difficoltà del duo Brea/Gonzalez, ma il modo in cui si è presa – e mantiene egregiamente – il ruolo di partner dell’ex numero 1 è invidiabile. Ci sono altre giovani dal gioco più appariscente, ma questo non è sempre sinonimo di efficacia. Claudia, invece, magari non appaga l’occhio degli amanti dell’estetica, ma difficilmente sbaglia una giocata e commette sì e no una manciata di errori a partita. Roba per pochissime, a maggior ragione ad appena 18 anni.

Andrea Ustero, classe 2007: è già nelle prime 20 del mondo

Andrea Ustero, classe 2007: è già nelle prime 20 del mondo

Tuttavia, la Fernandez non è l’unico baby fenomeno del Tour femminile. Spesso il pubblico tende a dimenticare l’età di Claudia Jensen, ma solo per il fatto che l’argentina è arrivata prestissimo nel giro grosso. Infatti, deve ancora compiere vent’anni ma si è già tolta enorme soddisfazioni. Da non dimenticare Alejandra Alonso, coetanea della Fernandez (2006) e Andrea Ustero, addirittura di un anno più giovane. Due capaci di arrivare fra le prime 20 del mondo giocando insieme, alla faccia di chi crede che per le nuove leve sia fondamentale appoggiarsi a qualche giocatrice navigata. Grazie a un talento enorme, le due sono già ad altissimi livelli e nel 2024 hanno disputato la bellezza di 4 semifinali. La prima finale – problemi della Alonso permettendo (è ai box per infortunio) – è dietro l’angolo e la breve esperienza della Ustero a fianco di una big come Delfi Brea gioverà all’intera coppia.

Fra gli uomini, invece, il ricambio generazionale è un tantino più lento, ma non perché il livello dei giovani emergenti sia inferiore rispetto a quello delle colleghe in gonnella. Se mai, la differenza è che i più forti del mondo hanno raggiunto un livello estremo, difficile da avvicinare. Ma il tempo farà la sua parte e ci sono una manciata di giocatori nati fra il 2003 e il 2005 diventati sempre più competitivi.

La classifica dice che il miglior è il ventenne Pablo Cardona, nuovo compagno di Paquito Navarro, ma negli ultimi tempi stanno facendo grandi cose tre argentini, in rigoroso ordine d’età: Alex Chozas (2003), Leo Augsburger (2004) e Tino Libaak (2005). Tanto che il ct dell’Argentina Rodri Ovide li ha convocati tutti e tre per i prossimi mondiali, a spese di niente meno che Fernando Belasteguin e Juan Tello. L’ennesima prova di un ricambio che non è ancora arrivato ai livelli più alti, ma non è nemmeno così lontano e va di passo con un’evoluzione del gioco che sta accompagnando al tramonto tante leggende. In un padel sempre più fisico e sempre meno tattico, per i giganti di una volta lo spazio è ormai limitato. Può non piacere, ma per lo sviluppo della disciplina profuma di notizia positiva.

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